giovedì 24 novembre 2011

A tavola non s’invecchia, o si invecchia bene?

Sono sempre più convinto che il messaggio da far passare, soprattutto alle nuove generazioni, sia legato all’educazione alimentare. La natura ci offre tutti gli strumenti, ma proprio tutti, affinché possiamo crearci una corazza talmente forte da essere quasi invulnerabili. La nutraceutica, ossia la disciplina che mette in relazione i cibi con il loro potere curativo e preventivo, andrebbe insegnata a scuola. Uno stile alimentare corretto ci farebbe vivere di più e meglio e farebbe risparmiare milioni e milioni di euro al servizio sanitario nazionale per le cure delle varie malattie.  La parola d’ordine è prevenzione, soprattutto a tavola. E’ un investimento che si fa per il futuro, ma che ci fa vivere meglio anche il presente. E poi, mangiare sempre gli stessi alimenti, addormentare il palato, porta davvero alla noia. Dovremmo aprire le nostre dispense a prodotti nuovi, anche molto economici, ma con una forza preventiva e curativa straordinaria. Malattie cardiovascolari, tumori e tante altre dovrebbero, anzi devono, essere combattute e prevenute anche e soprattutto a tavola. Alcuni cibi dovrebbero essere eliminati dalle nostre tavole o consumati una tantum. E’ una questione di abitudine, nulla più: partendo dall’eliminazione (o dal consumo sporadico) di carne, dei grassi animali, di alcuni tipi di cottura come il fritto (una volta ogni tanto è concesso), introducendo spezie nuove coma la curcuma o l’olio di semi di lino. Nei post successivi mi farebbe piacere analizzare alcuni alimenti che hanno un forte potere antinfiammatorio e antitumorale, notizie che rigorosamente prenderò da libri e articoli pubblicati dai più grandi scienziati del settore, allegando anche la bibliografia, in modo tale da fare anche un po’ di “sana” informazione e magari far incuriosire qualcuno di voi a provare delle nuove ricette allo stesso tempo gustose e curative per il nostro organismo.  Per chi abbia voglia di approfondire : “I magnifici 20”, un libro scritto dal dott. Marco Bianchi che lavora presso la Fondazione Italiana per la ricerca sul cancro,  ed. Ponte alle grazie. Buona lettura!

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