giovedì 29 dicembre 2011

Vellutata di porri e patate

Durante i bagordi natalizi l'ideale sarebbe concedersi un attimo di tregua e ristorazione per il nostro corpo. Le vellutate e le zuppe mi piacciono particolarmente e quella che andrò  postare è una delle mie preferite. Gustosa, sana, semplice ed econonomica. Dosi per 2/3 persone :5 porri medi, 2 patate, olio extavergine d'oliva qb, sale qb, pepe qb. Pulite bene i porri sotto acqua corrente e tagliateli in modo da creare delle rondelline (non vi fermate alla parte verde, tagliate anche quella). In una pentola possibilmente con il fondo alto versate l'olio, i porri  e lasciate cuocere a fuoco lento. Chiudendo con il coperchio si creerà l'umidità, comunque versate un paio di bicchieri d'acqua calda e fate stracuocere. La cottura è approssimativamente di una mezz'ora.

Dopo una ventina di minuti andrete a inserire le patate pelate e tagliate a cubetti. Una volta cotto il tutto, con il frullatore ad immersione andrete a creare la crema. Potete, a piacere, anche aggiungere un bicchiere di latte, regolate di sale e servite in un piatto fondo. Un giro d'olio a crudo, una macinata di pepe e buon appetito!Facile, gustosa e veloce! ps ovviamente la vellutata si sposa benissimo con dei crostini di pane che andrete a tagliare a cubetti e a renderli croccanti nel forno o in padella.


martedì 27 dicembre 2011

Gli struffoli


Caldi, morbidi e profumati, uno tira l'altro, impossibile resistere. Ecco l'identikit di uno dei dolci natalizi con il più alto indice di gradimento, un vero toccasana per il corpo e per l'anima. Semel in anno licet insavire dicevano i latini, almeno una volta all'anno bisogna fare qualche strappo alle regole, e questo è un gran bello strappo, garantito!Per chi non li avesse mai assaggiati consiglierei di pendere subito nota degli ingredienti e correre al supermercato.

Dosi per quattro persone: 400 gr. di farina - 200 gr. di zucchero - 4 uova intere - 2 cucchiai di marsala (va bene anche cognac, ruhm o vino liquoroso), miele. In un contenitore inserite tutti gli ingredienti (tranne il miele) e fateli amalgamare. Lasciate riposare il composto per una mezz'ora. Infarinate ben bene la spianatoia e con le mani prendete un pezzo del vostro impasto, fatene una palla e lavoratelo con i palmi delle mani sulla spianatoia allontanandole pian piano dal centro in modo tale da formare una corda che andrete a tagliare a cubetti. Fate questo per il resto dell'impasto, facendo cadere un po' di farina a pioggia per non far attaccare i singoli struffoli. Portate l'olio ad una temperatura di 180 gradi circa e fate friggere un pò alla volta i vostri struffoli. Quando avranno preso un colore brunastro saranno pronti. Una volta fritti, in una pentola fate sciogliere del miele e tuffateci gli struffoli all'interno, amalgamate bene il tutto e servite in tavola. Ci sono molte varianti per la presentazione, però a me piacciono senza aggiunta di canditi o zuccherini colorati. Si mantengono abbastanza morbidi per giorni. Sono come le ciliegie....uno tira l'altro, attenzione!!!!Allora, buon appetito!

mercoledì 21 dicembre 2011

A colazione con Marco Bianchi

Ricercatore presso un importante centro di ricerca di oncologia molecolare di Milano, è il volto nuovo della piattaforma sky con la trasmissione “tesoro salviamo i ragazzi”. Per i più appassionati della materia  già conosciuto per il suo libro “I magnifici venti”, una vera e propria guida per i cultori della nutraceutica.

-  Quando nasce la tua passione per la ricerca scientifica applicata al mangiar sano?

La mia passione per la cucina nasce all'età di 7-8 anni grazie al nonno che mi ha trasmesso questo amore per gli alimenti e per la combinazione tra loro, insomma un amore a prima vista di pentola! Ricordo la passione con cui alla domenica si metteva ai fornelli a preparare il pranzo, il suo sugo curato dal primo all'ultimo minuto. Questa mia passione mi ha sempre seguito, anche durante il mio percorso di formazione scientifico che negli ultimi anni si è maggiormente focalizzato alla divulgazione scientifica, ingrediente fondamentale per uno “scienziato”.

- Cosa vuol dire per te “mangiar sano”?

Mangiare sano significa rispettare se stessi e il più possibile l’ambiente che ci circonda. Mangiar sano significa acquistare prodotti e cucinare con la testa, ragionando e pensando a ciò che andiamo a preparare. Personalmente non mangio carne e derivati, limito moltissimo latte, derivati tra cui formaggi troppo grassi (adoro caprino e ricotta che per fortuna rientrano nei formaggi a ridotto contenuto lipidico) ma al contrario consumo costantemente cereali integrali, legumi, ortaggi e frutta. Il pesce e le uova sono presenti poche volte al mese nel mio piatto, ogni giorno mezzo litro o poco più di spremuta di arancia rossa non zuccherata!

- Stai notando un’inversione di tendenza nelle persone a individuare i cibi giusti per una corretta alimentazione, rispetto al passato quando nel carrello della spesa ci si trovavano alimenti e preparazioni dannosi per il nostro organismo?

La società è sempre più consapevole del valore che ha l’alimentazione. Mangiar sano e con la testa significa ridurre l’insorgenza di molte patologie, dai problemi cardiovascolari ai tumori. Tantissimi sono coloro che prestano attenzione alla propria spesa, ma non sono ancora soddisfatto: si può fare di più  e dovremmo informare ,informare, informare. Non basta quanto si fa!

- Davvero il cibo ha un potere così importante sulla prevenzione e cura delle malattie in generale e nel caso in questione dei tumori? Puoi farci un esempio?

Sono diversi gli alimenti che la “scienza” sta studiando come possibili alleati alla salute e prevenzione in campo oncologico. Primi tra tutti i broccoli e tutta la loro famiglia, le cipolle, i frutti rossi (melograno, lamponi, fragole, ribes….) ma ancora le tanto profumate spezie (curry, pepe nero, curcuma, peperoncino….) e i semi oleoginosi (semi di zucca, girasole, papavero, sesamo….).

- Un consiglio ai nostri lettori?

Portatevi in tavola, ogni giorno, l’arcobaleno della natura! Sempre, sempre, sempre tanto colore e poco condimento di origine animale: prediligere l’olio extravergine di oliva e poco sale!

-  Metodo di  cottura preferita?

Preferisco quella a vapore ma non sempre è consentita.

- Regalaci una ricetta.

Adoro in questo periodo la vellutata di cavolfiore che potrete anche preparare bicolore utilizzando oltre al cavolfiore anche il broccolo: le preparate separatamente e poi le servite insieme. Servitele tiepide con sesamo tostato e funghi, preferibilmente Shiitake. La ricetta? La trovate nei “Magnifici 20”, il mio primo libro edito da Ponte alle grazie nel 2010 (“Le ricette dei Magnifici 20” è il mio secondo e ricco ma ricchissimo di sane e gustose e semplici ricette).

- Un alimento da eliminare assolutamente dalla tavola e uno da preferire.

L’alimento da evitare? Ogni condimento di origine animale: sono dei killer per il nostro sistema cardiovascolare. Stessa cosa per gli olii vegetali tropicali (olio di colza, palma, cocco…). L’alimento da preferire? Gli ortaggi, ancora troppo sottovalutati perché sinonimo di dieta!

- Progetti per il futuro?

Un libro nuovo  o anche due e corsi di cucina salutare colmi di formazione e informazione!

 - Un tuo sogno?

Vedere commercializzare soltanto prodotti “sani” ed arrivare a dieci stagioni di “Tesoro, salviamo i ragazzi!”.

-  A casa chi cucina?

Rigorosamente io! Vietato l’accesso a mia moglie Veruska.

Vorrei ringraziare pubblicamente Marco per la disponibilità concessami e la celerità con la quale ha risposto alle mie domande, merce veramente rara tra chi si occupa di informazione e comunicazione, quando poi si dovrebbe sapere (e dovrebbe essere scontato) che il proprio lavoro viene valorizzato dal pubblico che ne usufruisce e che fa “audience”.

martedì 20 dicembre 2011

Calamaro ripieno di ricotta e pesto con contorno di piselli

Ecco a voi un’altra idea da poter sfruttare per le festività natalizie. Una versione alternativa al classico calamaro ripieno, una variante davvero deliziosa. Mai come questa volta sento davvero di consigliarvi questo piatto, roba da leccarsi i baffi davvero!La procedura è molto semplice, la cottura davvero veloce. Andiamo con gli ingredienti per quattro persone: due calamari grandi – 500 gr. di ricotta di pecora freschissima e saporita –olive kalatama (se avete altre olive in casa andranno benissimo) – pesto – 4 spicchi d’aglio- olio d’oliva extravergine –un bicchiere di vino bianco -sale qb- pepe qb. Partiamo con la preparazione del pesto (che io faccio in casa perché è velocissimo – ma se non avete voglia e tempo potete prenderlo già preparato, ovviamente il sapore sarà più aggressivo): un bel mazzetto di basilico fresco, lavato e asciugato, una manciata di pinoli, olio evo, qualche noce pelata, una manciata di parmigiano reggiano grattugiato, sale (io l’aglio non l’aggiungo nel pesto perché risulta abbastanza indigesto).
Con il frullatore ad immersione frullate gli ingredienti e aggiungete man mano l’olio a filo fino a quando non raggiungete la densità desiderata. Ponete la ricotta in un recipiente capiente e versate il pesto fresco e le olive. Assaggiate di sale e mettetelo da parte. Secondo step: pulite il calamaro, togliete le interiora e la pelle, mentre i tentacoli li andate a tagliare al coltello e li aggiungete al composto precedentemente realizzato. Asciugate il calamaro e con un cucchiaio riempitelo della ricotta al pesto,  avendo cura di non gonfiarlo troppo in quanto in cottura potrebbe fuoriuscire il composto. Sigillate con uno stecchino. Se preferite, conservate a parte un po’ della ricotta, vi tornerà utile nella cottura del calamaro. Prendete una padella capiente e fate soffriggere il calamaro con due spicchi d’aglio andando a sfumare con il vino bianco (mi raccomando non scegliete un vino in bric di quelli super economici, vi rovineranno il piatto!). Se preferite aggiungete la crema di ricotta e chiudete con un coperchio facendo cuocere a fuoco lento. Ogni tanto date un’occhiata che il sugo di cottura non sia troppo secco, in questo caso aggiungete un mezzo bicchiere di acqua calda. Tempo venti/venticinque minuti il vostro calamaro sarà pronto. Fatelo raffreddare qualche minuto, in modo tale che quando lo andrete a tagliare a fette (se preferite servirlo intero comprate dei calamari più piccoli, il procedimento sarà lo stesso) il composto non uscirà dai vari anelli che andrete a creare.

 Contemporaneamente alla cottura del mollusco andrete a cuocere i piselli. Io di solito uso quelli congelati, sono ottimi. Fate soffriggere dell ‘aglio, aggiungete i piselli, il sale e il pepe e fate cuocere una ventina di minuti con il coperchio. Vi assicuro che con questo piatto il successo a tavola sarà garantito! Buon appetito. 

lunedì 19 dicembre 2011

Il baccalà del Veliero

Il baccalà o stoccafisso è uno dei piatti che maggiormente verranno consumati durante le festività natalizie. All’insalata, fritto (quello che preferisco più di tutti), con le patate, sono le classiche portate che troveremo sulle tavole imbandite del Natale. Oggi, però, vorrei proporvi una ricetta diversa, giusto per invogliarvi a cambiare un po’ e a provare questo nuovo modo di preparare questo delizioso alimento. E’ un piatto che ho provato più volte al mio ristorante di pesce preferito, il Veliero. E’ una preparazione molto semplice, ovviamente la materia prima è di fondamentale importanza affinchè la riuscita sia ottimale.



 Dosi per quattro persone: 1 kg di filetto di baccalà – due barattoli di pomodori datterini – una manciata di capperi di Pantelleria sotto sale – una manciata di olive taggiasche - una cipolla – olio extravergine d’oliva – sale qb. Fate “ammollare” il baccalà per qualche ora (il tempo dipenderà anche dal grado di sapidità del pesce, comunque un giorno dovrebbe bastare, cambiando a più riprese l’acqua). Fate soffriggere una cipolla e aggiungete i due barattoli di pomodori datterini (prendete la qualità migliore perché dovranno essere dolcissimi), poi i capperi dissalati e le olive. Una volta che il sugo si ritira ed è quasi pronto, adagiate i filetti di baccalà e con un cucchiaio irroratelo con il sugo. Coprite il tutto con un coperchio e lasciate andate per qualche minuto (la cottura è molto veloce). Il sale è facoltativo, perché tra il pesce, i capperi e le olive non dovreste avere la necessità di salare il piatto. Magari a parte preparate una bruschetta strofinando sul pane un aglio fresco e un giro d’olio, la scarpetta per questo piatto è indispensabile!Buon appetito!


venerdì 16 dicembre 2011

Gli gnocchi all'acqua


Qualche mese fa ho sperimentato un nuovo modo di preparare gli gnocchi. Non i classici di patate, non i soliti acqua e farina sulla spianatoia, ma i cosiddetti gnocchi all’acqua. Il risultato è stato davvero sorprendente. La consistenza è quella degli gnocchi di patate, ma la ricetta prevede solo acqua e farina. Un consiglio: provate ad usare farine differenti, farine non raffinate, di cerali insoliti, scoprirete gusti e odori che non immaginavate esistessero. La realizzazione di questa ricetta è di una semplicità unica.

Ma andiamo con ordine.  

Dosi per 5 persone (ovviamente il consiglio è quello di prepararne in abbondanza e poi riporre nel congelatore: 

500 ml di acqua350 gr. di farina di grano tenero biologica e integrale – 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva – un pizzico di sale. 

Mettete a bollire in una pentola i 500 ml di acqua con l’olio e il sale. Una volta portata a bollore l’acqua inserite la farina (senza setacciarla, non c’e’ bisogno) e girate con un mestolo di legno possibilmente. Continuate a girare fino a quando la massa non si attaccherà più alle pareti della pentola. Spegnete il fuoco e mettete il tutto su una spianatoia infarinata. Aspettate che il tutto si raffreddi un pochino e iniziate ad impastare fino a quando non si sarà creata una massa omogenea. Lasciate riposare per una mezz’ora e poi iniziate a dare  forma ai vostri gnocchi (con il classico procedimento).     


Io ho utilizzato la farina integrale perché trovo che abbia un gusto delicatissimo al palato, tendente quasi al dolce e con un buonissimo profumo. La trovo eccezionale per queste preparazioni. Per quanto riguarda il condimento potete sbizzarrirvi come volete. Io ho fatto un sughetto con della cipolla e dei pelati di pomodoro, in seguito ho aggiunto una manciata di capperi e sciolto due acciughe salate. Poi al supermercato ho trovato della ricotta infornata siciliana e non ho resistito, così, a piatto completato, una spolverata di ricotta è stata la ciliegina sulla torta. Invito tutti a provare questi gnocchi, sono davvero eccezionali!Buon appetito dal viaggiatore!





lunedì 12 dicembre 2011

I miei quattro salti in padella: ravioli di pesce con zucchine

Quando vi viene la voglia di pasta fatta in casa, approfittatene e fate un investimento per il futuro. Parola d’ordine: congelare.  Questo vale per quasi tutte le preparazioni che possono essere messe nel freezer, quindi approfittatene e fatene una quantità maggiore di quello che vi serve al momento. Oggi avevo voglia di ravioli di pesce e mi sono ricordato che in un cantuccio del mio piccolo freezer ne avevo congelati quattro qualche settimana fa.  E’ bastato far saltare in padella due zucchine con la cipolla e un po’ di menta, che in qualche minuto il mio desiderio si è realizzato. Il raviolo di pesce si presta a molteplici interpretazioni.  Il ripieno può essere realizzato con le patate, con la ricotta o semplicemente utilizzando la polpa di un pesce (procedura abbastanza delicata). Ovviamente quanto più sarà saporito e delicato il raviolo, tanto più dovrà essere leggero il condimento. Premesso che non amo per niente la panna da cucina, a volte basterebbe anche un filo d’olio “novo” e un po’ di basilico per rendere i vostri ravioli perfetti. In questo caso il mio ripieno è costituito da del semplice merluzzo insaporito in padella con olio e cipolla. Senza fronzoli, semplice e saporito. Ovviamente, il raviolo pretende un’ottima ricotta. E’ inutile sacrificare ore ed ore del vostro tempo se avete a disposizione una ricotta che non sa di nulla. Non prendete in considerazione minimamente quelle industriali, è una crema bianca senza un pizzico di sapore. La cucina semplice acquista valore solo quando gli ingredienti sono di ottima qualità, sennò uno spaghetto aglio, olio e peperoncino vi darà maggiori soddisfazioni (ovviamente fatto come Dio comanda, ma per questo faremo un post a parte).






Per la sfoglia dei vostri ravioli (un trentina): 400 gr. di farina di semola rimacinata – 100 gr. di farina 00 – 200 ml di acqua tiepida (ovviamente il quantitativo d’acqua può essere inferiore o superiore a seconda del grado d’umidità presente)- un pizzico di sale. Aggiungete l’acqua a filo nella farina e mescolate fino a quando l’impasto non sarà omogeneo ed elastico. Lasciatelo riposare una mezz’ora e poi tirate la sfoglia. Per il ripieno: 250 gr. di ricotta di pecora – 250 gr. di merluzzo – cipolla – sale qb – olio extravergine d’oliva. Fate appassire la cipolla in una padella con l’olio, di seguito adagiate il merluzzo e lo fate cuocere lentamente per qualche minuto con un pizzico di sale. Spegnete il fuoco e aggiungete la ricotta nella padella, in modo tale che possa assorbire tutti gli umori del merluzzo e dell’olio. Lasciate raffreddate e poi andate a mettere il vostro ripieno sulla sfoglia che poi ricoprirete con altra sfoglia. Con le dita fate uscire l’aria in eccesso e date la forma che piu’ vi piace per i vostri ravioli.  Per quanto riguarda il condimento (per otto ravioli): due zucchine, qualche foglia di menta, una manciata di capperi di Pantelleria, cipolla e olio extravergine d’oliva. Fate appassire la cipolla, aggiungete le zucchine tagliate a dadini e i capperi. Vi consiglio di mangiarle croccanti, conservano ancora tutto il loro sapore. A fine cottura poi andrete ad aggiungere le foglioline di menta. Servite in un piatto piano, magari stappate quel prosecco che avete in frigo e…buon appetito! Ps la cottura dei ravioli, sia freschi, sia congelati è di circa quattro minuti. 

sabato 10 dicembre 2011

Seppie fresche con piselli e funghi porcini

Con mia grande gioia ieri sono riuscito a trovare al supermercato delle seppie fresche a chilometro zero (non abitando in un posto di mare è una grandissima soddisfazione) e ho deciso di cucinarle in bianco con i piselli (non avendo troppo tempo a disposizione ho scelto una delle ricette più semplici e veloci). Mi sono fatto pulire la seppia, guadagnando tempo e inchiostro sparso per la cucina, e sono corso a casa. Davvero questa è una delle ricette più semplici, economiche ma anche delicate che possiamo trovare nella cottura del pesce.
Due raccomandazioni : la prima, come da sempre sostengo, adattate le vostre voglie al pesce che trovate e non viceversa! La seconda: a volte si trovano nei supermercati delle seppie giganti scongelate, bianche,pallide, tristissime, anonime, che solo a guardarle fanno passare l’appetito, fatevi uno spaghetto aglio,olio e peperoncino, ne guadagnerete in salute e in gusto (quelle seppie lì andrebbero bene solo per la raccolta differenziata della plastica).Aggiungo,  siccome la cucina è creatività e non ci sono ricette precostituite, mentre stavo cucinando questa ricetta mi sono ricordato di avere nel freezer dei funghi porcini congelati e ho voluto fare 
un esperimento (riuscitissimo!!!).
!!!).  Ma andiamo con ordine. Ingredienti per 2 persone: 500 gr. di seppia fresca, 300 gr. di piselli (vanno bene anche quelli congelati, sono molto pratici), uno scalogno medio, olio extravergine di oliva, sale qb, pepe qb, una manciata di funghi porcini tagliati a dadini.

Pulite o fatevi pulire per bene la seppia, eliminando l’osso, le interiora, la pelle e l’inchiostro. Tagliatela a listarelle e tenetela da parte. Nel frattempo fate soffriggere per pochi secondi lo scalogno (in questo caso lo preferisco alla cipolla perché è meno aggressivo) e tuffateci i piselli mescolandoli giusto per qualche secondo per farli insaporire con l’olio e infine la seppia. La cosa più importante è che i piselli e la seppia siano entrambi freddi in modo tale da non far indurire il mollusco, in quando poi risulterà immangiabile. Aggiustate di sale e di pepe. Girate di tanto in tanto (mi raccomando cerchiamo di usare una pentola con una base di alto spessore a fuoco medio/basso) e qualche minuto prima di servire aggiungete i funghi porcini tagliati a cubetti e lasciate cuocere con molta delicatezza. Impiattate e, se di vostro gradimento, un giro di olio extravergine d’oliva andrà  a completare questa preparazione davvero gustosa. Buon appetito!



mercoledì 7 dicembre 2011

Appunti di viaggi culinari : Londra

Fare un viaggio nella capitale londinese è come sfogliare un compendio dell’intera umanità. A giusta ragione definita “l’ombelico del mondo”, Londra racchiude in sé tutte le contraddizioni della natura umana,  ed  è proprio questa la sua straordinarietà. Per chi è appassionato di viaggi e per chi ama il cibo, questa città offre l’opportunità di potersi confrontare  con tutte le cucine del mondo, scoprendo sapori lontani e odori sconosciuti. Bisogna saper scegliere,ovviamente. Essere viaggiatori e non turisti, soprattutto. Fuggire assolutamente dalle catene culinarie preconfezionate, dai fast food che vendono sempre gli stessi sapori, che avvelenano il corpo e l’anima, questo dev’essere l’imperativo per chi abbia voglia di viaggiare da una parte all’altra del mondo pur restando nella stessa città. Ovviamente la pianificazione di un viaggio è fondamentale, soprattutto per chi abbia intenzione e voglia di scoprire luoghi insoliti, spulciando tra i vari siti e blog non istituzionali, dove viaggiatori appassionati descrivono le loro scoperte “culinarie” tralasciando i menù turistici e i cibi preconfezionati . Nel mio piccolo posso consigliare due luoghi “culinari” dove poter sperimentare la cucina del posto e quelle etniche. Camden town, conosciutissima per i suoi mercati, è un luogo che pullula di diversa umanità. 








Una fitta rete di bancarelle dove si può trovare l’inverosimile, dal pezzo di antiquariato al vestito vintage. Ma quello che lo caratterizza maggiormente, secondo il mio punto di vista, è il numero smisurato di banchi gastronomici che ti permettono di viaggiare da un capo all’altro del mondo nel giro di pochi metri. Dal fish and chips alle samosas indiane, dalla pizza con i pepperoni al pollo al curry, profumi inebrianti, crogiuolo di razze, lingue incomprensibili. Un posto meraviglioso dove perdersi e dove mangiare a poco prezzo ottimo cibo. Un consiglio, non guardate l’orologio e lasciatevi trasportare in questo dedalo di profumi e colori. Un altro luogo, per certi versi più commerciale è Covent garden. L’aspetto caratteristico di questo mercato, oltre all’ottimo cibo che viene servito nei vari locali e anche all’aperto, è il considerevole numero di saltimbanchi che si alternano dando origine a spettacoli vari. Passare una giornata in questo luogo è come essere contemporaneamente in una taverna tipica, tra gente del posto e a teatro, potendo anche scegliere il tipo di spettacolo a cui assistere. 




Per concludere, un consiglio ai viaggiatori: Londra è una delle città più care al mondo, cercate di muovervi tanto a piedi e se soggiornate per qualche tempo, acquistate la Oyster card per la metro e gli autobus, una carta ricaricabile che vi farà risparmiare un po’ di soldi, magari da investire in qualche pub del posto e in qualche pinta di ottima birra!

venerdì 2 dicembre 2011

Polpettine vegetariane di quinoa - gluten free

Nel nostro percorso alla scoperta di nuovi cibi che possono cambiare, o meglio, integrare il nostro modo di intendere l'alimentazione, troviamo la "quinoa". E' una pianta originaria del sudamerica, vicinissima alla famiglia degli spinaci, ricca di carboidrati e proteine di altissimo valore biologico, ricca di ferro, fosforo, potassio, manganese e di altre sostanze che la equiparano all'olio di semi di lino come proprietà benefiche. Insomma, per dirla tutta, una forza della natura, Ed è priva di glutine! La quinoa mi è stata "presentata" dal Dott. Marco Bianchi (persona veramente squisita) che nel suo libro la presenta cucinata in questo modo:
300 gr. di quinoa
200 gr. di zucchine
200 gr. di carote
olio evo qb
2 cucchiai di salsa di soia (che va a sostituire il sale).


Portate a ebollizione l'acqua in una pentola e fate quocere la quinoa per circa venti minuti. Scolatela e lasciatela raffreddare. A parte, tagliate a dadini le zucchine e le carote, le fate sbollentare e poi saltare in padella con un paio di cucchiai d'olio e la salsa di soia. Passate al minipimer la quinoa e aggiungete le carote e lezucchine creando con le mani un unico impasto. Accendete il forno a 200 gradi, create delle polpette con il composto e adagiatele su una teglia con della carta forno. Attendete venti minuti che siano dorate e...buon appetito! ps. potete accompagnarle anche con una salsina, ad esempio senape, aceto balsamico o con una fresca insalatatina.

mercoledì 30 novembre 2011

Il moscardino "affogato"

Una premessa: per realizzare questo piatto così semplice eppure così gustoso abbiamo assolutamente bisogno di prodotti di qualità. Ottimi pelati di pomodoro (non lesinate sul prezzo, non è tanta la differenza tra un’ottima e una scarsa qualità) e ovviamente pesce freschissimo. Secondo la mia filosofia bisognerebbe realizzare piatti di pesce solo quando ne troviamo di fresco e adattare le nostre voglie alla disponibilità di materia prima. 
Ingredienti per due persone: 500 gr. di moscardini freschissimi, due barattoli di pomodori pelati, due spicchi d’aglio, olio extravergine d’oliva, prezzemolo fresco, sale qb. Puliamo e laviamo i moscardini in acqua fredda, privandoli degli organi interni e della pelle; in una casseruola dal fondo alto mettiamo i pelati, i moscardini, gli spicchi d’aglio, il sale e l’olio d’oliva. Facciamo cuocere a fuoco lento per circa tre quarti d’ora (ovviamente andrete ogni tanto a girare i molluschi e a verificarne la consistenza). Una volta cotti li disponete in un piatto fondo con una spolverata di prezzemolo fresco.



 Un consiglio: io ci metterei anche un po’ di peperoncino e dei crostini caldi di pane precedentemente sfregati con aglio fresco. Provare per credere, una vera delizia. Buon appetito!


martedì 29 novembre 2011

Seitan alla piastra con scaglie di parmigiano e riduzione di aceto balsamico su letto di spinaci


 Oggi vi propongo un alimento particolare, ancora poco conosciuto e lontano dalle tavole “classiche”. Il mio è solo un invito, non una forzatura ovviamente, a scoprire nuovi sapori, a percorrere strade diverse, che per un motivo o un altro non avete mai avuto l’idea di percorrere. Magari risvegliare il palato anestetizzato da anni e anni dai soliti cibi, pasta, pane bianco, carne, insaccati, cucinati sempre allo stesso modo, senza nessuna sorpresa, senza nessuna novità. Vi invito a provare nuovi sapori, nuovi alimenti, ma anche nuovi modi di cucinare, magari più sani e gustosi. A volte cambiare strada può aprirci un mondo, del quale poi non se ne potrà più fare a meno, senza far male al portafogli.


Ecco una ricetta semplice, gustosa e ricca di proteine, carboidrati e sali minerali. Ma cos’è il seitan? E’ un alimento che deriva dal grano,  che lavorato a più riprese dà origine al glutine. Dopo la sua bollitura, l’impasto prende il nome di kofu che una volta lavorato con alghe kombu e salsa tamati diviene seitan.  Nei negozi si presenta in panetti e l’uso che se ne puo’ fare in cucina è molteplice. Saltato in padella, come se fosse uno spezzatino, alla piastra ecc. La ricetta che andrò a postarvi è molto semplice. Prendete un panetto di seitan (di solito già è suddiviso a metà), accendete la vostra griglia e fatelo cuocere circa tre minuti da un lato e tre da un altro e tagliatelo a rettangoli. Prendete degli spinaci, lavateli e tagliateli come preferite,  adagiate il seitan, grattugiate delle scaglie di parmigiano reggiano e infine la riduzione di aceto balsamico (o comprate quella già pronta nei supermercati o mettete a bollire dell’aceto balsamico fino alla consistenza che preferite). Per finire un giro d’olio extravergine d’oliva e….buon appetito! Ps io lo preferisco senza aggiunta di sale!





lunedì 28 novembre 2011

Un pranzo a sorpresa al Lobs in pieno centro a Firenze

Il pranzo che non ti aspetti, una sorpresa più che gradita al centro di Firenze. Diciamocelo, è davvero difficile trovare un ristorante che abbia pesce fresco e cucinato come Dio comanda. Sarò troppo pignolo, ma ultimamente quando voglio mangiare del buon pesce vado al mercato e me lo cucino a dovere. Ovviamente, sedersi, essere serviti e riveriti e mangiare bene in un posto accogliente da’ sempre un certo piacere.  Al corpo e all’anima. Ma andiamo con ordine. Avevamo acquistato un pranzo a sconto su uno dei siti maggiormente alla moda e che propongono di tutto e di più a prezzi scontatissimi. Ovviamente si rischia di trovare il ristorante mediocre (che rimane mediocre anche senza sconto) e quello di qualità, basta saper scegliere. Siamo d’accordo tutti che se si vuol mangiare pesce fresco e cucinato bene bisogna mettere mano al portafogli, questo è pacifico. Siccome siamo dei curiosi e degli sperimentatori (anche se negli ultimi mesi le nostre visite ai ristoranti sono sempre più sporadiche per una questione qualità/prezzo), abbiamo deciso di acquistare questo coupon. Sembrava di essere in una tipica trattoria marinara, luci soffuse, tavoli di legno molto spartani, tovaglie di carta e un ottimo profumo di pesce nell’aria. Solo che aprendo la porta per uscire ti trovavi davanti la chiesa di Santa Maria del Fiore in pieno centro a Firenze.  Primo punto a favore? La pulizia del bagno. Se un ristorante avesse un bagno sporco (luogo accessibile a tutti) come pensate sarebbe la cucina?Meglio non pensarci. A servire ai tavoli due ragazze disponibili, professionali e per niente invadenti. Per iniziare due calici di vino bianco ghiacciato (finalmente) e per niente annacquato. Gli  antipasti compresi nel coupon erano un piatto di calamari con pomodorini, cruditè di spigola e insalata di calamaretti con julienne di finocchi. Finalmente pesce freschissimo. Una critica ai calamari con i pomodorini. Erano serviti su un letto di insalata mista con della senape. Coraggioso l’esperimento, ma secondo me il calamaretto con il pomodoro (caldo) va’ servito da solo in una terrina, in modo da finirlo con una bella scarpetta (anche se va’ contro il galateo).  Da aggiungere che i piatti avevano un’ottima presentazione.  Il nostro menù continuava con una frittura di calamari,gamberi e alici con verdure in pastella e grigliata mista. Raramente ho mangiato una frittura così leggera, croccante e morbida allo stesso tempo. La pastella, simile alla tempura, dava ai molluschi una leggerezza veramente piacevole. Altrettanto la grigliata mista, con un gamberone, uno scampo, filetto d’orata, una seppia e un filetto di spada e salmone.  Abbiamo poi concluso il tutto con un sorbetto a limone e uno sgroppino (molto rinfrescante) e due caffè (il tutto a 39 euro in due!!!). Visto l’esperimento riuscitissimo abbiamo ordinato anche una crema al mascarpone veramente deliziosa. Che dire, consigliato a tutti coloro che avessero voglia di mangiare pesce fresco cucinato molto bene senza allontanarsi dalla città. Io ci tornerò per la prova del nove: gli spaghetti con le vongole, la mia personale cartina di tornasole! Vi farò sapere. www.lobsrestaurant.com .  Il viaggiatore.

venerdì 25 novembre 2011

Cotolette di fagioli cannellini e rucola

Riallacciandomi a quanto scritto ieri, al potere curativo e preventivo che ha il cibo sul nostro organismo, oggi propongo una ricetta presa dal libro “I magnifici 20” del Dott. Marco Bianchi e che ieri sera ho sperimentato (con ottimi risultati). Unica variante, ho sostituito gli spinaci con la rucola che abbondava nel mio frigorifero (e che ha ottime proprietà anch’essa).  
Ecco le dosi per quattro persone:
200gr. di fagioli cannellini
40 gr. di farina integrale
40 gr. di grana grattugiato
50 gr. di pane grattato
1 spicchio d’aglio
1 uovo
1 pizzico di peperoncino
1 cucchiaio di prezzemolo
Olio extravergine di oliva qb
Sale qb (io non l’ho messo perché l’impasto già era saporito).
Passate i cannellini e ricavatene una crema, poi aggiungete l’uovo, il grana, la farina, lo spicchio d’aglio schiacciato, il prezzemolo e il peperoncino. Formate 6-8 fettine dandogli la forma con le mani (oppure  gli stampini per gli hamburger andranno benissimo) e adagiatele su una teglia leggermente unta in forno caldo per 15-20 minuti a 200°. A parte condite la rucola come più vi piace ed ecco un piatto “diverso” ma ricco di proteine vegetali,  di vitamine e sali minerali. Un suggerimento: se volete rendere le cotolette ancora più appetitose potete utilizzare una riduzione di aceto balsamico una volta cotte oppure della senape. Buon appetito!
ps questa volta la foto non è un granchè, sto aspettando elisa che mi porti il caricabatteria della reflex :)

giovedì 24 novembre 2011

A tavola non s’invecchia, o si invecchia bene?

Sono sempre più convinto che il messaggio da far passare, soprattutto alle nuove generazioni, sia legato all’educazione alimentare. La natura ci offre tutti gli strumenti, ma proprio tutti, affinché possiamo crearci una corazza talmente forte da essere quasi invulnerabili. La nutraceutica, ossia la disciplina che mette in relazione i cibi con il loro potere curativo e preventivo, andrebbe insegnata a scuola. Uno stile alimentare corretto ci farebbe vivere di più e meglio e farebbe risparmiare milioni e milioni di euro al servizio sanitario nazionale per le cure delle varie malattie.  La parola d’ordine è prevenzione, soprattutto a tavola. E’ un investimento che si fa per il futuro, ma che ci fa vivere meglio anche il presente. E poi, mangiare sempre gli stessi alimenti, addormentare il palato, porta davvero alla noia. Dovremmo aprire le nostre dispense a prodotti nuovi, anche molto economici, ma con una forza preventiva e curativa straordinaria. Malattie cardiovascolari, tumori e tante altre dovrebbero, anzi devono, essere combattute e prevenute anche e soprattutto a tavola. Alcuni cibi dovrebbero essere eliminati dalle nostre tavole o consumati una tantum. E’ una questione di abitudine, nulla più: partendo dall’eliminazione (o dal consumo sporadico) di carne, dei grassi animali, di alcuni tipi di cottura come il fritto (una volta ogni tanto è concesso), introducendo spezie nuove coma la curcuma o l’olio di semi di lino. Nei post successivi mi farebbe piacere analizzare alcuni alimenti che hanno un forte potere antinfiammatorio e antitumorale, notizie che rigorosamente prenderò da libri e articoli pubblicati dai più grandi scienziati del settore, allegando anche la bibliografia, in modo tale da fare anche un po’ di “sana” informazione e magari far incuriosire qualcuno di voi a provare delle nuove ricette allo stesso tempo gustose e curative per il nostro organismo.  Per chi abbia voglia di approfondire : “I magnifici 20”, un libro scritto dal dott. Marco Bianchi che lavora presso la Fondazione Italiana per la ricerca sul cancro,  ed. Ponte alle grazie. Buona lettura!

mercoledì 23 novembre 2011

Ravioli di crema di porcini con ricotta di pecora su letto di fonduta di taleggio





Il raviolo è un’arte. Che sia fatto solo con acqua e farina o che sia pasta all’uovo, dev’essere un incontro di amorosi sensi, bisogna mettere amore e passione. La sfoglia è una scusa. Per il ripieno. Sottilissima, quasi trasparente, ad accogliere un impasto cremoso a cui tocca la parte da protagonista. Come al teatro, al cinema, l’involucro dev’essere come un’ottima spalla senza la quale il grande attore si sentirebbe perso. Ma andiamo con ordine. Dosi per una trentina di ravioli di grandezza media.
Per la sfoglia. 400 gr. di farina di semola rimacinata – 100 gr. di farina 00 – 200 ml di acqua tiepida (ovviamente il quantitativo d’acqua può essere inferiore o superiore a seconda del grado d’umidità presente)- un pizzico di sale. Aggiungete l’acqua a filo nella farina e mescolate fino a quando l’impasto non sarà omogeneo ed elastico. Lasciatelo riposare una mezz’ora affinché il glutine faccia il suo lavoro.
Per il ripieno. 500gr di ricotta di pecora  - 300 gr. di porcini – due spicchi d’aglio – un ciuffo di prezzemolo – sale qb. Fate soffriggere due spicchi d’aglio in camicia in olio extravergine d’oliva e adagiate i porcini. Lasciate cuocere a fuoco lento per qualche minuto, dopo di che togliete l’aglio, spegnete il fuoco e cospargete il tutto con il prezzemolo. Frullate i funghi e aggiungete il tutto alla ricotta affinchè non diventi un composto cremoso. Ovviamente assaggiate e iniziate a pregustare la delizia che sta per nascere.
Per la fonduta di taleggio. 200 gr. di taleggio – una noce di burro – un bicchiere di latte – 50 gr. parmigiano reggiano. A bagnomaria fate sciogliere la noce di burro nel latte, aggiungete il taleggio tagliato a cubetti e, una volta sciolto il tutto, aggiungete il parmigiano reggiano. Se il composto dovesse sembrare troppo liquido, aggiungete un cucchiaio di maizena setacciata (ma attenzione ai grumi!).


Stendete un velo di sfoglia, adagiate a mucchietti la crema di porcini con la ricotta e poi coprite il tutto con un altro velo di sfoglia. Fate uscire bene l’aria e con un coppa pasta o un bicchiere andate a dare al raviolo la forma desiderata. Portate l’acqua ad ebollizione (attenzione ad aggiustare bene di sale perché la fonduta di taleggio è molto saporita), tuffate con delicatezza i ravioli e dopo circa quattro minuti scolateli. Prendete un piatto piano e create una base con la fonduta, poi i ravioli e ancora fonduta a coprire. Vi è venuta fame? Buon appetito dal viaggiatore!











venerdì 18 novembre 2011

Un pranzo alla Perlamora

Mi piace gratificare chi lavora bene, chi mette passione in quello che fa, chi cura i particolari e usa prodotti di ottima qualità, chi, soprattutto, mette al centro della sua filosofia il cliente, ma senza esagerare e usare tanti salamelecchi. Qualche settimana fa sono stato con alcuni amici dalla “Perlamora”, un ristorante immerso nel Chianti, nel comune di Figline Valdarno a pochi passi da Firenze, quindi adatto anche a chi volesse fare una vacanza nella città di Lorenzo il magnifico o anche un week end. Situato su una collina che domina la vallata del valdarno, è un luogo d’incontro intimo, per nulla chiassoso, ospitale, dove la titolare accoglie in maniera unica i propri ospiti. Dotato anche di tre camere dove poter alloggiare, è un vero e proprio centro culturale che cerca di valorizzare quelle che sono le tradizioni e i prodotti del territorio. Il menù fisso permette di avere sempre pietanze con prodotti freschi, di stagione e di altissima qualità. Una serie di antipasti, dalla pappa al pomodoro alla ribollita, dal tagliere di affettati a quello dei formaggi freschi, dai crostini toscani alla polenta con il cinghiale. Due primi a seconda della stagione e carne alla brace a volontà, bistecca, tagliata, salsiccia, galletto ruspante, rosticciana e quant’altro. Per concludere, il dolce della casa, caffè e liquorini vari. Prezzo fisso venticinque euro, un rapporto qualità prezzo davvero eccezionale. Per chi avesse problemi di celiachia, la cucina offre la possibilità di usufruire dello stesso menù (anche il dolce!) e questo dimostra anche una certa sensibilità rispetto a questo problema. Concludendo, chiunque fosse interessato a far “visita” alla Perlamora ecco i riferimenti:  www.perlamora.it – 055951904 (prenotazione consigliata). Buon appetito!


mercoledì 16 novembre 2011

Soufflé di zucca

La zucca o la ami o la odi. Non c’è una via di mezzo.  Esistono decine e decine varietà di questo splendido ortaggio, che si presta benissimo a preparazioni sia salate che dolci. (e anche ornamentali). Il 94% è fatto di acqua, ma è ricca di vitamina , betacarotene e sali minerali. Insomma, un alimento davvero portentoso che può contribuire ad aiutarci ad affrontare il clima invernale, prevenendo e curando raffreddori e acciacchi vari. Per chi amasse particolarmente quest’ortaggio,  ecco a voi una ricetta deliziosa anche se un po’ laboriosa ma molto semplice.
Dosi per 4 persone:
500gr di zucca
60 gr burro
Una tazza di latte
Parmigiano reggiano qb
2 cucchiai fecola di patate
3 uova
Sale, pepe e rosmarino qb
Una cipolla rossa


Essendo la zucca ricchissima d’acqua, vi consiglio di tagliarla a cubetti e farla asciugare in forno. Fatela poi saltare e insaporire in una padella con la cipolla, con aggiunta di sale, pepe e rosmarino. Frullatela e una volta lasciata raffreddare aggiungete il burro, il latte, il parmigiano, la fecola di patate (che contribuisce a rendere il composto più omogeneo), le chiare d’uovo montate a neve e i tuorli. Una volta realizzato il composto infornate a 180 gradi per una mezz’ora. Ovviamente il tempo è relativo perché ogni forno ha caratteristiche differenti, quindi vi consiglio di  bucarla ogni tanto con uno stuzzicadenti o uno spaghetto per vedere il grado d’umidità interno. E allora…buon appetito!


martedì 15 novembre 2011

Nutella fatta in casa, una ricetta inedita!

Non ho mai incontrato nessuno a cui non piacesse la nutella. Ditemi quello che volete, ditemi che fa male, che è grassa, lanciatemi qualsiasi anatema, ma la mia difesa sarà strenua e senza cedimenti. Ovviamente con moderazione. Ed è per questo che ho deciso di postare una ricetta inedita che si avvicina moltissimo alla più nota crema spalmabile e che ho trovato scartabellando tra le ricette di mia mamma. Ed è fatta in casa e sapete cosa mangiate! Andiamo con ordine. 
Dosi per un bicchiere:
20 nocciole pelate e tostate (io ho usato la nocciola tonda dop di Giffoni – si trova nei supermercati di tutta italia)
6/7 amaretti
1 cucchiaio di cacao amaro
2 cucchiai di zucchero
1 tazzina di latte
1 tazzina olio di semi


Tritate finemente (il più possibile) le noccioline e gli amaretti. Aggiungete il cucchiaio di cacao e i due di zucchero. Poi alternate il latte con l’olio di semi continuando a mescolare fino a che il composto sia cremoso e ben amalgamato.  Nel caso vi accorgiate che è troppo liquida, aggiungete un goccio d’olio e volendo anche un po’ di cacao. Il risultato è meraviglioso, garantito dal viaggiatore!