martedì 31 gennaio 2012

Pane fragrante ai semi


Per chi ama cucinare e ne fa una passione, credo che sfornare il pane caldo e gustarlo con i propri cari sia un’esperienza quasi mistica. Non credo di esagerare, il motivo credo risieda nella storia millenaria che ha questo alimento e nei molteplici modi in cui viene preparato, ma anche utilizzato come metafora della vita.  Questo è anche il motivo per cui accanto alla scritta “Viaggi culinari” ci sia una spiga di grano, simbolo millenario di fertilità, comunità, amore per la vita e che quindi non rimanda solo all’aspetto alimentare del termine. Spiga anche come lavoro inteso come fatica, come risultato di un percorso che è passato ma che ha un futuro da scoprire. Dopo questa divagazione filosofica, sarebbe mio grande piacere che cucinaste questo pane. Ha un sapore fuori dal comune, croccante all’esterno e morbido all’interno, per poi diventare di nuovo croccante grazie ai semini  che scrocchiano sotto ai denti. Mangiato con un filo d’olio a crudo o accompagnato agli  affettati, ma anche bruschettato e con calde minestre.


Ecco a voi le dosi per due pagnotte di medie dimensioni. 300 gr. di farina 0 – 150 gr. di farina di segale – 30 gr. di farina 00 – 1 cucchiaino di lievito secco – 100 gr. di semi misti (girasole, lino, zucca, sesamo) – 2 cucchiai olio extravergine d’oliva – 1 cucchiaino di sale – 300 ml di acqua. Prima di tutto tenete in ammollo per circa 30 minuti i vari semi e poi scolateli. Mescolate le farine  e aggiungete il lievito, l’olio e l’acqua a filo continuando ad impastare.  Continuate l’impasto aggiungendo il sale e i semini precedentemente ammollati in acqua.  Mi raccomando impastate bene perché questa è una fase molto delicata affinchè il pane lieviti. Ora lasciate riposare per una decina di minuti e poi rimpastate di nuovo. Altro riposo di 30 minuti su una teglia oleata e poi in forno a 220° per 55 minuti circa. Aspetterò i vostri commenti! Buon appetito


lunedì 30 gennaio 2012

La vellutata di zucca



Gustosa, delicata, dolce al punto giusto, la vellutata di zucca è uno dei miei piatti preferiti. Facile da cucinare, molto economica e ricca di vitamine e sali minerali, adatta sia per il pranzo che per la cena in queste fredde giornate invernali. Ma non perdiamoci in chiacchiere, ecco a voi la ricetta. 500gr. di zucca gialla molto matura (vi consiglio di usarne tanta così la potete congelare) – una cipolla – due patate di media grandezza – olio evo – sale qb – peperoncino – rosmarino qb. Pulite per bene la zucca e tagliatela a dadini, fate soffriggere la cipolla fino quasi a caramellarla e aggiungete la zucca con il sale, il peperoncino e il rosmarino. Coprite il tutto con acqua bollente e lasciate cuocere.
 Dopo una ventina di minuti aggiungete le patate tagliate a dadini (la patata contenendo amido renderà la vostra vellutata più cremosa) e lasciate cuocere. Dopo una decina di minuti (comunque il tempo necessario affinché le patate sia sfaldino), spegnete il fuoco e azionate il frullatore ad immersione. Rendete il composto cremoso, assaggiate di sale ed eventualmente aggiungete altro rosmarino se vi sembra poco. Servite bollente in un piatto fondo, un giro d’olio novo con crostini caldi e….buon appetito!


venerdì 27 gennaio 2012

Dadolata di tofu all’indiana con cipolle e finocchi – Vegan/gluten free

Il frigo vuoto,  alcuni ingredienti mi imploravano di essere cucinati e di finire in padella pur di non scadere, la stanchezza dopo una giornata di lavoro che prendeva il sopravvento  e m’impediva di uscire ed andare al supermercato. Lo stomaco borbottava e la sua eco rimbombava nel frigo, un mazzetto di prezzemolo mi osservava stranito, la desertificazione gelida del frigorifero.
 In un cantuccio una confezione di tofu improvvisamente mi aveva fatto accendere una lampadina. Mi bastavano solo delle cipolle, un finocchio e qualche spezia. La cena è servita! Tre cipolle rosse e un finocchio tagliati a fette e fatte rosolare in padella con olio extravergine d’oliva. Una ventina di minuti di tempo per appassire e caramellare e poi un cucchiaino di curcuma, di garam masala e di cumino, sale e pepe. Un piatto a dir poco buonissimo e sanissimo. La dolcezza della cipolla che si sposa perfettamente con la freschezza del finocchio e la morbidezza del tofu,  le spezie che danno sempre una marcia in più. Facile, veloce, economico e gustoso, buon appetito!


giovedì 26 gennaio 2012

Gnocchetti di kamut con carciofi


Adoro i carciofi, quelli compatti, dalle mie parti li chiamano “le mammarelle”, per intenderci il carciofo tondo di Paestum igp. Gustoso e benefico per il fegato e le vie biliari, può essere mangiato crudo, al forno, fritto, con la pasta. E’ un ortaggio molto versatile e ha un costo relativamente contenuto.  Il kamut è una tipologia di grano riscoperta a metà del secolo scorso. Rispetto al grano tradizionale ha dei chicchi molto più grandi (viene anche chiamato grano gigante)  e un contenuto maggiore di proteine e sali minerali. 
Anche il sapore è differente, molto più delicato e dolce del comune grano. Questa ricetta che vi andrò a proporre è un compendio di sapori e benessere, rapida nell'esecuzione e facile nella preparazione. Ma andiamo con ordine. 


Dosi per quattro persone. Per gli gnocchi: 500 ml. di acqua – 350 gr. di farina di kamut – 2 cucchiai di olio evo – un pizzico di sale. Fate bollire l’acqua con l’olio e il sale e versatevi la farina di kamut e iniziate a mescolare. Quando la farina si staccherà completamente dalle pareti la verserete su una spianatoia infarinata. Con molta cautela impastate per qualche minuto e procedete alla preparazione classica degli gnocchi. Per il condimento: 4 carciofi di media dimensione, 1 cipolla, olio evo, sale qb, peperoncino. Sfogliate i carciofi fino ad arrivare alle foglie più morbide, tagliate a striscioline e mettete il tutto in una ciotola piena d’acqua con mezzo limone (che impedisce al carciofo di scurirsi). Nel frattempo fate imbiondire la cipolla e aggiungete i carciofi sminuzzati, sale, peperoncino e coprite con un coperchio.
 Fate cuocere per una decina di minuti e nel frattempo portate a ebollizione una pentola d'acqua con la quale andrete a cuocere gli gnocchi. Tuffateli in acqua salata e appena saliranno a galla metteteli nella padella con i carciofi a insaporirli per qualche secondo. Il piatto è pronto! Se volete potete aggiungere del parmigiano reggiano e servire bollenti a tavola. Buon appetito!

martedì 24 gennaio 2012

La pizza casalinga perfetta! (per veri intenditori)

Finalmente ce l'ho fatta, dopo decine e decine di tentativi, un'innumerevole tipologia di farine e lieviti provati, domenica sera è arrivata, come la volevo io! Ovviamente tutto può essere perfettibile, ma lei era quella che cercavo, che da anni rincorrevo, che sapevo che prima o poi sarebbe arrivata. Chi la dura la vince! La problematica principale per gli appassionati della pizza fatta in casa è una e una sola: le temperature dei forni casalinghi, che oltre 250° non vanno. Con questo non voglio dire che la pizza casalinga sia da “disprezzare”, anzi, voglio solo affermare che chi abbia voglia di sfornare una pizza come quelle professionali sarà molto, ma molto dura.

Questo empasse l'ho superato facendomi regalare a Natale il mitico forno Ferrari per pizze. Purtroppo questa ditta ha avuto delle disavventure ed è stato estremamente difficile trovarne uno, se non di rimanenza in un piccolo negozio. La straordinaria caratteristica è che questo forno arriva anche a superare i 400°, con la resistenza molto vicina alla pizza da cuocere (ergo bastano pochi minuti e il vostro cornicione si gonfierà come quello delle pizze cotte nel forno a legna!). Una volta sistemato il “problema” forno, mi sono dedicato all'impasto. Dopo aver provato un molteplice numero di farine (più forti, meno forti, ma mai quelle con il lievito incorporato), la mia attività di ricerca si è fermata sull'esperimento “70% di manitoba – 30% farina di semola rimacinata” con 48 ore in frigo e circa 8 di lievitazione a temperatura ambiente. Il risultato è stato elasticità e morbidezza dei panetti con conseguente facile stesa della pizza senza l'aiuto del mattarello (la pizza va' stesa a mano!). 

Andiamo per gradi. Ecco gli ingredienti per 6 pizze: 700 gr. di manitoba – 300 gr. di farina di semola rimacinata – ¾ di un panetto di lievito di birra – 650 ml. di acqua tiepida – 3 cucchiaini di sale – 2 cucchiai di olio evo. Ovviamente gli altri ingredienti variano a seconda di come volete farcire le pizze. Io ne ho fatte due broccoli e salsiccia, una margherita, una tonno e cipolle, una marinara e una mista (le ultime due le ho congelate, così appena mi viene voglia, cinque minuti e sono pronte). Procedimento. Mischiate le due farine in un recipiente molto capiente, aggiungete l'olio e fate sciogliere il lievito nei 600 ml di acqua e versatelo a filo mentre con una mano iniziate ad impastare. Quando si inizia a formare la massa allora versate i tre cucchiaini di sale (ricordo che sale e lievito vanno messi sempre lontano l'uno dall'altro, in quanto il sale inibisce la lievitazione). Impastate almeno per una decina di minuti (mi raccomando il tempo d'impasto è fondamentale, la fatica verrà ripagata con quello che andrete a sfornare). Ora riponete il vostro impasto in una ciotola molto capiente, spennellatelo d'olio affinché non si secchi, copritelo con un panno umido e mettetelo in frigorifero.

 Dopo 24 ore controllate che la superficie sia sempre umida (eventualmente risulti secca passateci ancora dell'olio). Alla quarantottesima ora il vostro impasto sarà raddoppiato se non di più, lo adagiate su una spianatoia e lo coprite con la classica coperta di lana. Fatelo lievitare per un paio d'ore e poi preparate i panetti. Fateli di circa 260/270 grammi, non di meno, in questo modo avrete più possibilità di stenderli senza che si rompano. Una volta realizzati i panetti, spennellateli con olio e adagiateli sulla spianatoia infarinata. Attendete 5/6 ore e iniziate a realizzare le vostra fantastiche pizze! Nel caso in cui le facciate nel forno tradizionale, mettetelo alla massima potenza e ricordatevi di scolare bene l'acqua delle vostre mozzarelle, sennò vi verrà una pizza “allagata”. Anche per il pomodoro, ricordatevi di asciugarlo tenendolo qualche minuto in una pentola a bollire sul gas. Ora però fatemi sapere con questo procedimento come sono venute le vostre pizze! Buon appetito!




Ps. questa volta ci siamo concentrati poco sulle foto, la pizza va' mangiata bollente ed era troppo buona per farla freddare!!!!

lunedì 23 gennaio 2012

Plumcake mele e mirtilli senza zucchero – vegan


Oltre a non prevedere latte, burro e uova, questa deliziosa ricetta esclude l'utilizzo dello zucchero. Il risultato è davvero sorprendente e questo ci insegna che anche i dolci possono essere gustosi e allo stesso tempo sani, senza dover utilizzare ingredienti grassi e calorici:

250 gr. di farina 0, 50 gr. di farina di riso, 250 ml di latte di soia, 100 ml di spremuta d'arancia, 2 cucchiai di miele (o succo d'acero), 3 mele, 60 gr. di olio evo, 1 bustina di lievito per dolci, 200 gr di marmellata di mirtilli senza zucchero.




Procedimento: setacciate le farine e unitele, aggiungete il lievito, l'olio, la spremuta d'arancia (non comprate quelle preconfezionate, basta spremere due arance fresche) e il latte. Amalgamate bene il tutto e aggiungete le mele tagliate a tocchetti. Versate in una forma oleata e con delicatezza appoggiatevi la marmellata aiutandovi con due cucchiai. Infornate a 180° per circa 40 minuti. Ottimo per la colazione o per un delizioso spuntino di primo pomeriggio accompagnato da una tazza ti te' verde.  




sabato 21 gennaio 2012

Mousse acqua e cioccolato 70%, per gli amanti del fondente! vegan/gluten free



Quando ho intravisto la possibilità di realizzare una mousse di cioccolato fondente al 70% senza usare né panna e né uova sono andato in trepidazione. Per un amante del cioccolato fondente come me, non “sporcare” il cioccolato con altri ingredienti, ma gustarlo nella sua purezza, rappresenta davvero il massimo. Miracoli della chimica. Questa preparazione parte dal presupposto che l'effetto mousse possa avvenire grazie alla percentuale di grasso che si trova nella panna e siccome il cioccolato fondente ha già inglobato una certa quantità di grasso (lecitina di soia), attraverso una semplice operazione aritmetica possiamo trovare la quantità d'acqua giusta da aggiungere al nostro cioccolato affinchè possa montare nel miglior modo possibile. Di base partite da un cioccolato fondente al 70% (ma potete usare anche uno con una percentuale minore e quindi con una parte maggiore di grasso), dietro la tavoletta troverete scritta la quantità di grassi presenti nel composto per 100 gr. di cioccolato. Pensando ad una mouse con circa il 34% di grassi, fate questa operazione. 45.5 (percentuale di grasso della mia tavoletta) * 100/34 – il risultato che verrà fuori è sarà il quantitativo di acqua necessario da inglobare nel cioccolato fuso.

Nel mio caso sarà: 45.5 * 100 / 34 = 133 (ml di acqua necessari per la realizzazione della mousse per 100 gr. di cioccolato). Procedimento. Sciogliete il vostro cioccolato in una casseruola con il fondo alto (a fuoco lentissimo eviterete anche la scocciatura di scioglierlo a bagnomaria). Una volta fuso, aggiungete l'acqua e togliete dal fuoco e continuate a mescolare in modo tale che la lecitina possa fare il suo lavoro. A parte, peparate una bacinella immersa nel ghiaccio esternamente (mi raccomando, dev'essere freddissima) e immergetevi il composto di acqua e cioccolato. Con una frusta elettrica sbattete il composto e il risultato sarà questo......

ps nel caso in cui vi venisse troppo liquida e non montasse, rimettete il tutto sul fuoco e aggiungete cioccolato fino ad avere una consistenza piu' che densa, nel caso contrario aggiungete acqua. Miracoli della chimica.
Pps per correttezza, aggiungo, che ho trovato questa ricetta sul blog di Dario Bressanini, che sperimenta la chimica in cucina.



venerdì 20 gennaio 2012

La scarola stufata



Piatto tipicamente invernale che appartiene alla cucina di un tempo, fatta di cibi profumati e semplici, senza orpelli, diretti, ma che ti riscaldano il cuore e l'anima. Un piatto profumatissimo, ricco di sapore, puo' essere mangiato da solo oppure da accompagnamento a formaggi poco stagionati o a pesci con carni bianche. La preparazione è altrettanto semplice e il costo contenutissimo. Per due persone: un mazzo di scarola liscia – una manciata di capperi sotto sale – olive taggiasche – qualche acciuga sotto sale o sottolio – due spicchi d'aglio. Fate soffriggere i due spicchi d'aglio in camicia e scioglietevi le acciughe, aggiungete i capperi e infine la scarola lavata e asciugata. Coprite con un coperchio e lasciate stufare per circa venti minuti. Già finito? Ebbene si, ogni tanto date un'occhiata alla scarola e giratela nella padella in modo tale che si insaporisca. Un consiglio: i capperi sotto sale non passateli sotto l'acqua corrente, così non aggiungerete altro sale a un piatto saporito e profumatissimo! Buon appetito!



giovedì 19 gennaio 2012

Frittata di zucchine senza uova! Vegan/gluten free






Quando l’ho tolta dal forno ha ingannato anche me che l’avevo preparata. Sembrava una vera e propria frittata di zucchine, senza se e senza ma. Al palato era morbida, soffice e saporita. Riuscivo a distinguere i sapori della salvia, del pepe, delle zucchine e dei ceci, una squadra perfetta per un piatto sorprendente. Preparate la frittata non frittata a un vostro ospite, lo farete rimanere a bocca aperta, troverà qualcosa di diverso e magari, ammaliato dalle spezie e dagli aromi, penserà si tratti davvero di una frittata. Qual è la differenza? Gusto e salute, scusate se è poco. Potete sbizzarrirvi con tutte le spezie e le erbe che volete, cambiando di volta in volta il secondo ingrediente principale, in questo caso le zucchine. Particolarmente indicata per la filosofia vegana e per chi ha problemi di celiachia, ma dedicata a tutti coloro che vogliono mangiare sano, cercando anche di limitare il consumo di uova (che troviamo in una serie illimitata di alimenti, purtroppo). Le andremo a sostituire con la farina di ceci, sana e ricca di proteine e sali minerali.
 Ecco le dosi per una frittata non frittata di medie dimensioni. Otto cucchiai di farina di ceci – acqua quanto basta a fare un preparato liquido – 4 zucchine – salvia – sale e pepe qb.  Mettete la farina di ceci in un recipiente e versate a poco a poco l’acqua mescolando continuamente. Quando il composto lascia la fase densa e diventa liquido potete fermarvi con l’acqua. Prendete le zucchine e grattugiatele crude nel composto, aggiungete la salvia (o fresca o secca va benissimo), il sale e il pepe. Ovviamente a vostro piacere potrete aggiungere anche altre spezie, de gustibus. Se avete tempo, lasciate riposare un’ora il composto,  mettetelo in una teglia antiaderente e infornate a 180° per una mezz’ora. La via più veloce sarebbe cuocerlo in una padella con un filo d’olio, tre minuti da una parte e tre dall’altra. Servite bollente e buona appetito!

mercoledì 18 gennaio 2012

Budino di mele per tutti!




Un misto tra frutta e dessert, senza zuccheri aggiunti, da consigliare soprattutto a quei genitori che hanno difficoltà a far mangiare la frutta ai propri bambini. La realizzazione è veramente semplicissima, la resa è di effetto assicurato, sia in termini visivi che di soddisfazione del palato.

Dosi per circa diciotto budini : 2 mele – 1 l. di succo di mela bio non zuccherato – una bustina di agar agar (importante: non uso la colla di pesce perché è un gelificante animale preso dalla cotenna del maiale, a dispetto del suo nome!) - 4 cucchiai di granella di nocciole – 2 cucchiai di cannella in polvere.


 Fate sciogliere a caldo l'agar agar in polvere in un pentolino con un bicchiere di succo di mela, poi aggiungete il resto del succo nel pentolino stesso (rircordatevi che l'agar agar, gelificante vegetale,  prevede di aggiungere il liquido freddo a quello caldo e non il contrario!), poi aggiungete le mele tagliate a dadini e la cannella. Versate il liquido negli stampini e riponete in frigorifero per circa tre ore.

Una volta che il budino si è rappreso, adagiatelo su un piatto e cospargetelo di granella di nocciole. Semplice, delicato e gustoso!













martedì 17 gennaio 2012

Gli "gnudi" di barbabietola





Mai termine fu più appropriato per una pietanza. Gli gnudi, privi del loro vestito, della loro sfoglia, si offrono al commensale senza scuse, senza se e senza ma. Provati per la prima volta ad un banchetto nuziale toscano, mi colpirono per la loro delicatezza e forza allo stesso tempo. Le varianti sono molteplici, ma credo che i più originali, sia in termine di gusto che di presentazione, siano quelli con la barbabietola. De gustibus. Tendono a stupire il commensale con il loro retrogusto dolce e delicato, possono essere catalogati come un primo piatto pur non contenendo carboidrati. Parenti lontani delle quenelle, più per l'aspetto e la cottura che per il sapore, li consiglio vivamente per un pranzo nel quale vogliate sorprendere i vostri ospiti.



Ecco le dosi per una ventina di gnudi: 300 gr. di barbabietola (al supermercato la si trova già cotta e messa sottovuoto) – 250 gr. di un'ottima ricotta di pecora – 35 gr. di parmigiano reggiano – 40 gr. di pangrattato – 25 gr. di fecola di patate – 1 uovo – sale e pepe qb.

 Procedimento: scolate bene la barbabietola e frullatela, aggiungetela alla ricotta e fate ridurre il composto per qualche minuto in un pentolino, stando attenti che non si attacchi. Bisogna cercare di ridurre il più possibile la quantità liquida, affinché in cottura non si sfaldino. Fate raffreddare il tutto a temperatura ambiente e poi aggiungete il resto degli ingredienti. Amalgamate bene il composto e fatelo riposare per una ventina di minuti. Nel caso in cui vi sembri ancora leggermente liquido, potete aggiungere uno o due cucchiai di fecola di patate per renderlo più compatto. Portate ad ebollizione una pentola d'acqua (non salatela) e iniziate con due cucchiai a fare delle quenelle e tuffatele con delicatezza nell'acqua bollente. Aspettate una trentina di secondi e con molta delicatezza appoggiatele su di un piatto. Possono essere servite con una spolverata di parmigiano e un filo d'olio oppure con burro e salvia. Da provare, sono davvero ottimi! Buon appetito!


lunedì 16 gennaio 2012

Una meravigliosa "cioccopere" vegana





Come è possibile realizzare una simile bontà senza utilizzare latte, uova e burro? Come è possibile crearla così soffice e così favolosamente delicata? Prendete carta e penna che ve lo dimostro:

150 gr. di amaretti secchi – 150 gr. di farina 0 – 50 gr. di farina integrale – 100 gr. di frumina (è l'amido del frumento) – 350 gr. di cioccolato fondente al 70% - 500 ml. di latte di riso o soia – 1 bustina di lievito per dolci – 3 pere mature e due scatolette di pere sciroppate -90 gr. di zucchero di canna.



Miscelate le tre farine con gli amaretti polverizzati, il lievito, lo zucchero. A parte fate sciogliere il latte con il cioccolato fondente a bagnomaria. Versate quest'ultimo composto nella miscela di farine e amalgamate bene. Nel frattempo avete sgocciolato le pere e tagliate a tocchetti. Versate metà del composto (farina + latte) in uno stampo per torte precedentemente oleato e aggiungete le pere a cubetti, coprite con il restante composto. Nel frattempo avevate acceso il forno a 200° e quindi potete infornare la vostra torta. Non aprite assolutamente lo sportello del forno durante la cottura, sennò la vostra torta si sgonfierà. Fate cuocere per 40 minuti e raffreddare per una decina di minuti. Provare per credere, è una bontà unica!

Ps ricetta presa dal libro “Le ricette dei magnifici 20” del mio caro amico Marco Bianchi
pps. Provate ad aprirla a metà e spalmatela di marmellata all'albicocca senza zucchero, attenzione a non svenire per il piacere! :)


venerdì 13 gennaio 2012

Polpette vegane di farro


La settimana scorsa ho comprato presso un negozio di cibi naturali delle crocchette di farro (cereale che amo particolarmente) ed essendo un curioso di natura sono andato a leggere l’etichetta (cosa che consiglio a tutti voi di fare con tutti i cibi che comprate): ebbene, su cento grammi di prodotto, solo il 5 percento era costituito da farro! Per carità, il resto erano patate, broccoli e altri vegetali, ma io avevo chiesto delle crocchette di farro! Così ho deciso di prepararmele da solo e metterle nel congelatore, così in una mossa ho risparmiato denaro (i prodotti con la scusa del naturale te li fanno pagare cari) e ho in frigo un piatto preparato da me e quindi so cosa vado a mangiare.

 Ecco la ricetta per circa diciotto polpette medie : 300 gr. di farro della garfagnana -  2 carote medie – una manciata di spinaci crudi – una patata – tre cucchiai di semi di lino – un cucchiaio di cumino o garam masala in polvere – due cucchiai di olio evo – sale qb. Fate cuocere il farro per circa 30 minuti a partire dall’ebollizione, scolatelo e fatelo raffreddare (negli ultimi cinque minuti di cottura inserite la patata a cubetti in modo che possa lessarsi e scolatela con il farro).

 Con il frullatore ad immersione create una crema (per quanto possibile, visto che i chicchi del farro non si prestano facilmente a questo lavoro). A parte tritate gli altri ingredienti rimanenti e aggiungete l’olio, il cumino e il sale. Incorporate il farro e la patata schiacciata e create un composto omogeneo. Se dovesse risultarvi troppo denso potete aggiungere dell’amido di mais o del pan grattato. Con il composto create delle polpette di media grandezza, passatele nel pan grattato e adagiatele su una teglia con carta da forno spennellata di olio. Nel frattempo avrete riscaldato il forno a 200 gr. con il grill, inserite la teglia nella parte più alta in modo tale da creare la crosticina e dorare le polpette. Tempo cinque, dieci minuti e saranno pronte. Ottime accompagnate da un’insalatina fresca o dallo yogurt greco. Buon appetito! 

giovedì 12 gennaio 2012

Un delizioso plumcake vegano






E’ possibile creare un dolce senza latte, uova e burro? La risposta è inequivocabile: si! E la resa sarà la stessa?  Certo, anche migliore per alcuni versi.  Non sono né vegano, né vegetariano, ma apprezzo molto alcuni cibi che, non utilizzando né latte e suoi derivati né uova, ci permettono di vivere in maniera più sana. Questo plumcake è di semplicissima preparazione, è leggero e ha un ottimo sapore. Adatto per la colazione oppure accompagnando una tazza di tè, ci permette di fare anche il bis grazie a un numero contenuto di calorie (ovviamente tenendo presente che rimane sempre un dolce). 

Ecco a voi le dosi: 200 gr. di farina integrale – 250 ml. di latte di soia – 250 gr. di mirtilli  - 60 gr. di olio evo – 150 gr. di zucchero di canna – un pizzico di sale – un pizzico di cannella - ½ bustina di lievito.

Incorporate in un contenitore ampio la farina con lo zucchero, aggiungete l’olio a filo, il pizzico di sale e poi il latte di soia, continuando a mescolare. Infine i mirtilli e la mezza bustina di lievito.  Nel caso in cui l’impasto fosse troppo solido o troppo liquido, non preoccupatevi! Nel primo caso aggiungete altro latte di soia, nel secondo altra farina, fino a raggiungere la densità ottimale. Infornate a forno caldo a 180° per 40 minuti. Lasciate raffreddare per qualche minuto e servite, vi assicuro che rimarrete a bocca aperta per la sua bontà! Buon appetito




giovedì 5 gennaio 2012

Una focaccia veloce veloce!

Post dedicato agli amanti del “salato”, a tutti coloro che non possono fare a meno di pizze, pizzette, calzoni, rustici e focacce!Questa volta non mi perdo in convenevoli , ecco a voi le dosi. Se volete una focaccia bella alta, con un diametro di 25 cm circa (in modo tale da poterla farcire come un panino), raddoppiate le dosi. 450 gr. di farina 0, 220 ml di acqua, 1 cucchiaino di lievito in polvere, 1 cucchiaino di zucchero, 1 cucchiaio di sale, un cucchiaio di olio evo, salvia o rosmarino a piacere. Setacciate la farina e aggiungete il cucchiaino di lievito, lo zucchero, l’acqua e l’olio. Mescolate per bene e aggiungete il sale (sempre lontano dal lievito mi raccomando) e la salvia o il rosmarino. Lavoratela per qualche altro secondo e stendetela su una spianatoia infarinata.
 Nel frattempo prendete una teglia, spalmate il fondo di olio e adagiatevi la focaccia. Spennellatela con dell’olio e copritela con della carta da cucina trasparente. Fatela lievitare per circa venti minuti in un posto caldo e poi la infornate a 200 gradi. Il tempo di cottura si aggira sui venti/venticinque minuti a secondo del forno che avete. Una volta cotta qualche granello di sale grosso la renderà più gustosa, buon appetito! Ps consiglio anche la variante con fettine di cipolla messe prima della cottura della focaccia, davvero speciale!



martedì 3 gennaio 2012

Sapori toscani: i cantucci


Conosciuti come cantucci, altrimenti detti biscotti di Prato, rappresentano uno dei vanti culinari della toscana. Da accompagnare con il più famoso Vinsanto, allietano il dopo pranzo della popolazione toscana e non. La ricetta che posterò, dell’autentica tradizione toscana, è molto semplice e veloce, ma necessita di due accorgimenti speciali : la stesa dell’impasto e la cottura. Per quanto riguarda il primo accorgimento, essendo l’impasto molto, molto morbido, si attacca alle mani, quindi armatevi di pazienza e infarinatevi le mani prima di andare a stendere. Per quanto riguarda la cottura, va’ fatta in due momenti, il primo per solidificare i filoncini e il secondo per andare a tagliare e a dare la classica forma del cantuccio. In questa seconda fase si può scegliere se creare dei biscottini più morbidi o più croccanti (ovviamente più croccanti li si vuole, maggiore sarà la cottura in forno).





Ma andiamo per gradi. Ingredienti: 300 gr. di farina – 2 uova intere – 50 gr. di burro – 1 cucchiaio di latte – 2 cucchiaini di lievito – la scorza grattugiata di un’arancia non trattata – 200 gr. di mandorle (o nocciole) – 250 gr. di zucchero.  Per abbreviare i tempi posso consigliare di non tostare le mandorle o le nocciole (io preferisco quelle già pelate), perché la fase di tostatura avverrà con la cottura dei biscotti. Preparazione: sciogliete il burro nel latte e aggiungete il composto nella farina setacciata, poi tutti gli altri ingredienti, ricordando di mettere per ultimo il lievito e poi le mandorle o le nocciole. Impastate per bene (magari facendovi aiutare da un mestolo di legno) e create dei filoncini che andrete ad adagiare con molta cura su una teglia da forno. Ovviamente a forno caldo (200°), andrete a far cuocere per circa 20 minuti. Quando iniziano a prendere colore, con un coltello andateli a tagliare e a dare la forma dei cantucci. Fate cuocere per un’altra decina di minuti e assaggiatene uno se necessario. La cosa più importante è che l’impasto all’interno sia cotto, poi starà a voi decidere se continuare la cottura per averli più croccanti o fermarla per mantenerli più morbidi. Se fate il doppio o il triplo dell’impasto, vi consiglio di metterli in scatole di latta, in modo tale da conservarne la fragranza per qualche giorno (ovviamente essendo privi di conservanti non rimarranno freschi a lungo). Sono davvero speciali, consigliato!