lunedì 6 agosto 2012

Ristorazione, recensioni online : verità o manipolazioni?


Quanti di noi, almeno una volta nella vita, abbiamo consultato un sito di recensioni online per verificare la bontà o meno di un ristorante? Forse, la domanda che non ci siamo posti è fino a che punto i giudizi possono considerarsi attendibili o manipolati ad arte per esaltare o denigrare un ristorante in particolare. Infatti, proprio in questi giorni, sul web sta montando una querelle sull’attendibilità o meno di alcuni siti resi celebri proprio per il servizio offerto al grande pubblico della rete. Questo perché, si è notato, da parte anche di grandi personaggi della cultura gastronomica nazionale (e non solo), di alcune “anomalie” nel giudizio del proprio lavoro e delle proprie attività.  Queste “incongruenze” hanno creato una rete di relazioni e di comunicazioni proprio tra coloro che si sentono  danneggiati da questo sistema fin troppo democratico, nel quale qualsiasi persona può dare un qualsiasi giudizio dell’operato di un ristoratore senza conoscerlo né esserci mai stato. Il problema sorge nel momento in cui questo sistema, non solo  viene utilizzato da imprenditori senza scrupolo che nel loro piccolo denigrano i propri colleghi, ma quando viene creata ad arte e scientificamente una struttura volta ad essere essa stessa motivo di guadagno. Mi spiego meglio : pagare un’organizzazione per recensire negativamente o per ricevere dei giudizi super positivi.  E ora, una volta innescato il meccanismo, questa discussione sembra non avere più freni o censure. Addirittura si è scomodato “El pais” che ha redatto proprio oggi un articolo su questo fenomeno (http://cultura.elpais.com/cultura/2012/08/05/actualidad/1344185088_820913.html ), ma anche il Corriere della Sera, Panorama, la rivista “Italia a tavola” che stanno cercando di aprire una vera e propria discussione che potrà portare conseguenze rivoluzionarie. Ad esempio, in Toscana il duo Cursano – Capria (il primo presidente regionale e vicario nazionale Fipe, il secondo patron e chef dei ristoranti Baccarossa e Baccabianca di Firenze) stanno cercando di portare avanti un discorso che vorrebbe coinvolgere non solo la propria regione d’appartenenza, ma anche il fior fiore della ristorazione italiana (basti pensare anche che chef stellati come il maestro Bottura hanno palesato delle storture nel sistema delle recensioni). Questa crociata viene portata avanti per tutelare proprio chi, nel mondo dell’enogastronomia, fa una ragione di vita, s’impegna quotidianamente affinché il made in Italy riscuota sempre più successo, e, ovviamente, si crei una regolamentazione precisa e seria in un mondo dove la confusione la fa da padrona e dove bisogna lottare contro veri e propri colossi mondiali. Ovviamente anche e soprattutto a vantaggio del consumatore finale. Questo non significa assolutamente mettere il bavaglio alla libera informazione oppure alla meritoria arte della critica, ma limitare il più possibile, la deplorevole e aberrante incontrollata macchina del fango.