sabato 31 agosto 2013

Alici di Cetara ripiene di mozzarella di bufala o provola affumicata

 Può un cibo cambiare sapore a seconda del posto dove lo mangi e la compagnia con cui ti trovi? Può darti delle sensazioni diverse a seconda della latitudine in cui viene cucinato, anche se per prepararlo utilizzi sempre gli stessi accorgimenti? La risposta è sicuramente affermativa. Un viaggio culinario è anche questo. Esperire sensazioni diverse, cogliere sfumature nuove cambiando sedia, tavola e apparecchiatura. Questioni di metafore. Questioni di impiattamenti della vita. Un piatto squallido, scarno, anche se riempito di cose prelibate ma presentate male non avrà mai lo stesso sapore di uno preparato con cura, con amore, anche con semplicità, mai in maniera banale. L’amore di quel pensiero che lo ha ideato, le mani che lo hanno preparato e servito, gli occhi che hanno cercato conferme, anche questo è un viaggio culinario, anche questo rende il piatto unico. E chi se ne ciba lo sente, sempre. Che sia uno spaghetto col pomodoro o un’insalata, un complesso risotto di pesce o una ingombrante lasagna domenicale, tutto assume un sapore diverso se fatto con amore. Amore per la cucina, per i propri cari, per la propria compagna, la propria famiglia o per se stessi.
Questa ricetta è davvero semplicissima e la resa eccezionale. Basta pulire le alici dalle interiora, la testa e le lische, aprirle delicatamente a libretto e farcirle con mozzarella o provola affumicata. Le chiudete sigillandole bene, le passate nella farina, nell’uovo sbattuto e nel pangrattato. Friggetele e servitele calde spolverizzando con del sale, ma soprattutto usate tanto, ma tanto amore. Buon appetito!





 











venerdì 30 agosto 2013

Appunti di viaggio: meravigliosa Istria (parte III)



Penultima puntata dell’avventura istriana dedicata all’approfondendo del “viaggio culinario”.  La cucina del nord  della Croazia, per ovvie ragioni, è molto simile a quella italiana:  un mix di cultura ittica, “carnivora” e vegetariana, che davvero riesce ad accontentare tutti i gusti. Cosa cambia? La qualità nella quantità. Mi spiego meglio : in quella zona l’adriatico rimane un mare ancora molto pescoso, abbondano le sardine, i branzini e le orate, quindi per forza maggiore, a meno che non siate proprio sfortunati, al ristorante troverete sempre pesce freschissimo (responsabilità dello chef trattarlo nel migliore dei modi).Così anche per la carne. Terra ricca di allevamenti di suini che girano liberi per i campi a grufolare beatamente, quindi carne davvero saporita. Da qui le famose porchette che si vedono nei girarrosti lungo la strada oppure il prosciutto istriano molto simile al patanegra spagnolo, grasso e oleoso al punto giusto, davvero ottimo.  Se siete onnivori, vi consiglio caldamente di alternare delle mangiate di pesce con quelle di carne, il vostro palato e il vostro animo vi ringrazieranno. Accettate consigli? Sardine, orate e branzini a profusione (soprattutto alla griglia, per me il miglior modo di apprezzare il pesce). Noterete una differenza abissale con quelle di allevamento, è inutile sottolinearlo (attenzione ai condimenti all’aglio, hanno la mano un po’ pesante) . Per quanto riguarda la carne, la porchetta, i cevapcici (salsiccette di maiale accompagnate da patate fritte di solito) e il prosciutto istriano non dovranno mancare nella lista delle vostre pietanze.  Per esperienza personale posso indicarvi tre posti che non deluderanno le vostre aspettative, quindi se siete interessati tenetevi pronti per un copia e incolla o con carta e penna. In questo caso parlo di due posti a Rovigno e uno a Fazana, a circa una mezz’ora di auto. 

-          Ristorante Balbi: ubicato nel centro storico di Rovigno, in via Matteotti, si trova questo ristorante gestito da un italiano davvero in gamba e da una brigata di camerieri attenti, cortesi e, per me un punto a favore, non troppo deferenti, diciamo informali al punto giusto.  Non accetta prenotazioni, ma vale la pena attendere venti minuti, mezz’ora, magari prendendo un aperitivo al bar di fronte. Punti di forza? Pesce freschissimo, trattato con rispetto, pochi tentativi di modernizzazione (come la zuppa di cozze zenzero e arancia, da provare sicuramente) e tempi di attesa giusti per capire che i piatti sono espressi.  Il rapporto qualità prezzo, per gli standard istriani, è leggermente alto, per niente paragonabile a quello italiano, quindi volentieri ho pagato qualcosina in più (soprattutto la seconda volta) e mi sono alzato da tavola completamente soddisfatto. La mia grigliata mista era davvero favolosa, come anche il condimento della pasta, veramente ben fatto. Appunto, la pasta. Piccola critica personale, ma questi sono gusti, ci mancherebbe. Uno spaghetto numero cinque per me non  è adatto ad un sugo di pesce, preferisco uno spaghettone, un vermicello oppure una linguina. La prima volta troppo al dente, la seconda leggermente scotti. Peccati veniali.  Se andate a Rovigno, ve lo consiglio.





















-          Taverna il “Tugurio”: rispetto al nome, che potrebbe risultare inquietante, questo posto tutto può sembrare tranne che un tugurio. Una casetta in legno, tavoli all’aperto immersi nel verde, cucina a vista, clima da sagra di paese. Camerieri super veloci, conto davvero onesto e prodotti di ottima qualità. Clientela mista, italiani, austriaci e tedeschi. Non capita raramente che allo stesso tavolo vi troviate a mangiare con degli estranei, visto il clima informale che si respira. Il piatto forte è la porchetta, che per ore gira nello spiedo, è davvero sublime: morbida, profumata, saporita, con una crosticina croccante al punto giusto, davvero eccellente. Con una porzione ci mangiano tranquillamente due persone, anche i cevapcici sono ottimi, ma non andate troppo tardi (dopo le 21.00), correrete il rischio di non trovare la porchetta  (è sempre strapieno). Una porzione di cevapcici (circa dieci salsiccette e abbondanti patate fritte), una di porchetta e due birre siamo intorno ai venti euro circa, anche questo da provare. 






-          Fast food da Antonio (Fazana): l’asso nella manica di Antonio? Cinque tavolini lungo la strada, pesce freschissimo e l’olio per la frittura cambiato regolarmente. Risultato: una frittura di calamari davvero eccezionale, croccante, saporita, leggera  e una grigliata mista con cottura perfetta. Nota dolente: per me l’aglio è come la kriptonite, quindi la salsetta di accompagnamento mi ha messo ko per tutta la giornata. Per il resto, davvero bravo Antonio! (un vero eroe, in una cucina angusta e a vista a friggere e padellare con quaranta gradi all’esterno). Il prezzo? Anche qui irrisorio, una frittura, una grigliata, due birre e il pane a circa quindici euro in due, incredibile vero?


















Quando fate un viaggio, fatevi guidare dall'istinto, date ascolto alla vostra anima, al vostro palato e ai vostri occhi, i vostri sensi non vi deluderanno!



giovedì 29 agosto 2013

Appunti di viaggio: meravigliosa Istria (parte II)



Il mare che non ti aspetti, quello che incontra la pineta grazie a una lingua di roccia e sassi, quello trasparente del mattino, quasi a non essere lì, quello verde smeraldo del pomeriggio. Estasi cromatica, profumo di salsedine mista al caratteristico odore dei pini. Inspirare profondamente tutta la calma, la tranquillità e la meraviglia di questa terra.  Sulla strada secondaria si susseguono paesini di campagna, borghi marinari fino ad arrivare a piccole città come Porec, Rovigno e infine Pula. E nel mezzo il fiordo e il bellissimo borgo di Fazana.  Fortunatamente, a parte qualche ovvia eccezione, la “fauna” turistica tratta con rispetto questa terra, le strade sono pulite, le spiagge anche, non risultano passaggi distruttivi di barbari invasori che, purtroppo, vediamo costantemente sulle nostre coste. Italiani, tedeschi e austriaci animano i paesi, i camping, i villaggi di queste zone. Ma è un pullulare silenzioso, rispettoso, c’è la voglia di preservare lo stato quasi selvaggio di questi luoghi. Ma andrebbe fatto così, sempre, comunque e dovunque. Trovare un alloggio non è difficile, anzi. La Croazia, e in questo caso l’Istria, anche se con grandissima difficoltà, regge  ancora al boom dei prezzi, che sicuramente avverrà quando ci sarà il passaggio definitivo all’euro. Certo, un pieno di diesel a sessanta euro crea ancora una certa emozione, si stenta davvero a crederci.  L’offerta è variegata in tutto: alberghi e ville costose, camping per tutte le tasche e appartamenti  dignitosi e confortevoli a pochissimi euro giornalieri. Se non si hanno troppe pretese, il consiglio è quello di arrivare in loco e affittare un appartamento dalle tantissime agenzie turistiche che trovate per strada. E se andate in macchina vi consiglio vivamente di portare una bicicletta (stranamente il costo di affitto in loco è abbastanza alto), sarà il vostro asso nella manica. Potrete godere di luoghi che con l’automobile sono inaccessibili (fortunatamente!) e contemporaneamente farete anche un po’ di sport che non guasta mai (sennò sarete costretti a fare chilometri a piedi come il sottoscritto!).  Altro consiglio è quello di non cambiare l’euro in kune ma prelevare direttamente dopo la frontiera. Da un lato eviterete un cambio sicuramente sfavorevole e dall’altro, anche potendo pagare in euro, non andrete incontro a cambi volanti che arrotondano un po’ troppo a vostro sfavore. L’ideale sarebbe prelevare con un bancomat e pagare, quando si può, con carta di credito.  Se partite in tanti e se la vostra è una vacanza low cost potete affittare un appartamento o una stanza con bagno dotata di un cucinino. La terra è molto fertile e le verdure e gli ortaggi sono ottimi, per non parlare del mare che stranamente è ancora pescoso. Quindi,  per chi avesse voglia e volesse guardare anche al portafoglio, una spesa al mercato vi permetterà un bel risparmio e tanto buon cibo da gustare. E per chi, come me, ama cucinare, ama i mercati e i prodotti tipici, risulta essere davvero il top. 

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mercoledì 28 agosto 2013

Appunti di viaggio : meravigliosa Istria (parte I)




Il confine che separa la Croazia istriana dall’Italia è solo politico, c’è contiguità, in tutto.  Terra svenduta, regalata, violentata da dittature di diverse lingue, offesa da patti stipulati da pochi in stanze piene d’ignoranza, ipocrisia , prive di umanità. Non nascondo una certa tristezza a valicare un confine che qualche decennio fa non esisteva, prolungamento naturale ad est di una meravigliosa Italia unificata da qualche decennio. C’è contiguità nelle distese di vigneti che danno vita ad un meraviglioso bianco, c’è contiguità nell’azzurro del mare e nella costa frastagliata, c’è contiguità nella lingua e nei volti delle persone. Appunto, i volti di questi italiani nel  sangue ma non per la legge. Forse, preso dalla suggestione, intravedo sempre un velo di tristezza e di rabbia per quel torto subito e mai perdonato da chi ha avuto la famiglia decimata da ideali raccapriccianti. Un legame mai spezzato, nella cultura, nel cibo, nelle abitudini e persino nella lingua, quella lingua italiana che viene utilizzata ancora per indicare le strade, i paesi e i negozi, come un cordone ombelicale mai completamente reciso. Viaggiare in Istria è allora come viaggiare in Italia? Forse si, forse no, ma non è questo il punto.  Abbandonare l’autostrada per esplorare le strade di comunicazione interne fidandosi solo delle segnalazioni locali e di una cartina è roba d’altri tempi, roba da viaggiatori. Di necessità virtù. Un navigatore satellitare che smette di funzionare può rappresentare una risorsa più che un danno. E allora ti trovi a percorrere strade che di turistico non hanno niente, a scoprire paesi a picco sul mare, a scrutare i visi di uomini e donne stravolti dalla fatica, questo è il vero senso del viaggiare. Non amo i villaggi, non amo l’organizzazione, vivo alla giornata e questa insicurezza è la vera risorsa per un viaggio che può risultare indimenticabile.  Percorrere quelle strade con i finestrini tirati giù, respirare profondamente e contemporaneamente l’aria della campagna e del mare dona attimi di pace e di eccitazione.  E’ proprio vero che il viaggio conti ugualmente, se non di più, della destinazione da raggiungere. Mentalmente fotografi attimo per attimo, immagazzini in una memoria virtuale scorci, volti, profumi, sensazioni che terrai per sempre con te e proverai a raccontare ad altri, sperando di riuscire a comunicare almeno una piccola percentuale di quello che hai provato e visto. Mi sono sentito a mio agio dal primo momento, la gentilezza e la bontà di questo popolo ti fa sentire come a casa e non c’e’ cosa migliore che iniziare una nuova avventura in maniera rilassata e con le porte dei sensi completamente spalancate.
Segue…