giovedì 26 luglio 2012

Meravigliose polpette di melanzane

Ad ogni boccone un’esperienza nuova, scoprire ogni singolo ingrediente, sentire il crunch della crosta dorata e profumata, affondare i denti e le labbra nella polpa saporita e soda.  Queste le mie sensazioni  delle meravigliose polpette di melanzane. Potete utilizzarle come apetizer (dandole una forma più piccola), ma anche servirle come un vero e proprio secondo accompagnato da una fresca insalata di pomodori o con dello yogurt greco e, perché no, farsi un succulento panino.

Ecco a voi la ricetta per 6/8 polpette.

Ingredienti:

2 melanzane lunghe
1 mazzetto di basilico fresco
2 fette di pane (anche raffermo va bene)
Pan grattato qb
Olio evo qb
1 albume d’uovo



Preparazione:

Fate cuocere le melanzane in forno a 200° per circa una mezz’ora.  Schiacciatele con una forchetta in modo da creare un composto omogeneo (non frullatele, vi verrebbe una crema che non sarebbe utilizzabile per questa preparazione) e aggiungete tutti gli ingredienti rimanenti : il basilico spezzettato con le mani, l’olio, il sale, il pane (prima ammollato nell’acqua e poi strizzato per bene) e infine l’albume d’uovo per tenere legata la preparazione.  La bellezza di questa ricetta è che potete aggiungere ingredienti a piacimento : ci starebbe molto bene dell’aglio tritato fresco o della menta, io preferisco una preparazione semplice ma molto profumata grazie al basilico. Una volta amalgamato il tutto, fare la classica forma delle polpette e passarle nel pan grattato.  Fate riscaldare in una padella l’olio evo e soffriggete le vostre polpette prima da un lato e poi dall’altro. Ovviamente potete variare la forma di cottura in base alla vostre esigenze, ad esempio potete disporre le polpette su carta forno e accendere il grill per dorarle prima da un lato e poi dall’altro, magari usando uno spruzzino e vaporizzando dell’olio in maniera uniforme. Questa volta, il consiglio è di soffriggerle nell’olio caldo e creare una crosticina croccante, saporita e profumatissima.  Farete impazzire i vostri ospiti, buon appetito!

martedì 24 luglio 2012

La migliore “amatriciana” dal Varesino a Roma


Entrare nel ristorante di “sor Fernando” è come sfogliare un album di fotografie in bianco e nero, magari ingiallito non per il tempo ma per la quantità di persone che l’hanno visto, scrutato, vissuto. Scendere quei pochi scalini significa entrare in una macchina del tempo che ti riporta da Mamma Roma, la città eterna piena di contraddizioni, la Roma dei papi, degli aristocratici, ma anche del popolo, di Pasquino, di Fellini, della dolce vita. Le pareti, il pavimento, le volte talmente basse quasi a toccarti la testa, la cucina a vista, il dialetto romanesco che ti fa compagnia, il vicino che ti mangia accanto come se fossi in un’unica famiglia.  E passa tutto in secondo piano, sei trasportato in un’altra epoca, tutto come in un film : e così ti immagini Aldo Fabrizi seduto ad un tavolo a discutere con la Sora Lella, Sordi a litigare con gli spaghetti, Pasquino a scrivere sui muri poemetti contro il Papa Re. Esperienze che solo e solamente la cucina, il cibo, possono regalare, momenti che solo a tavola possono essere evocati. Sor Fernando trottola tra i tavoli, alza la voce, ma ti regala anche un sorriso tra le mille pieghe di un volto che ha servito migliaia di persone. E lo fa per passione, non per altro. In questa scenografia felliniana, tra l’ingegnere e l’operaio, il politico e il disonesto, l’oscar come migliore attore va sicuramente dato ad un piatto che non ha eguali. Ho vissuto per qualche mese a Roma, ci ritorno sempre volentieri, ma gli spaghetti alla amatriciana che ho mangiato ieri, ma in vita mia. In un piatto non molto largo ma tanto profondo, lavato e rilavato centinaia di migliaia di volte, era stato adagiato un nido di spaghetti numero cinque, il numero perfetto. Cotti magnificamente, legavano alla perfezione con il sugo pomodoro e guanciale, un’esperienza divina che veniva sugellata da una spolverizzata abbondante di pecorino romano dop.  Amerigo mi aveva fatto percorrere tutta la città assicurandomi un’esperienza culinaria di primissimo livello e ne abbiamo discusso tutta la giornata. Grazie Fernando il Varesino,  questi ristoranti andrebbero tutelati come delle vere e proprie creature in via d’estinzione.

Trattoria "Il Varesino" - via Varese 5, Roma

venerdì 20 luglio 2012

Filetti di peperoni alla Giusi con capperi,acciughe, olive e pan grattato


I peperoni, così squisiti e pure così indigesti, vero? Provate questa ricetta e li potrete mangiare in gran quantità anche di sera, garantisce il sottoscritto. Il problema è che sono tanto buoni che un filetto tira l’altro, l’accompagnamento con pane fresco è d’obbligo e mangiarli con una mozzarella di bufala fresca è davvero l’apoteosi. Ovviamente ogni volta che li faccio non riesco mai ad eguagliare la maestria di Giusi, ma ci vado vicino. Ecco a voi la ricetta

Ingredienti:

2 Peperoni
Capperi sotto sale una manciata
6/7 Filetti di acciughe sott’olio
Pan grattato qb
10/15 olive nere (taggiasche o kalamata vanno benissimo)
Olio evo qb
Niente sale!

Preparazione:

Adagiate i due peperoni su una teglia con carta forno e fate cuocere 30/40 minuti in forno caldo a 200 gradi (saranno cotti nel momento in cui li vedrete sgonfiarsi e la pelle inizierà a staccarsi da sola). Fateli raffreddare e poi spellateli ed elminate i semi (in questo modo i peperoni saranno digeribilissimi). In un recipiente mettete  i capperi, le olive sminuzzate, i filetti di alici tagliati a pezzettini e infine un giro d’olio. Unite i peperoni e fate amalgamare il tutto. Ora versate lentamente in pan grattato e fategli assorbire tutti gli umori ei profumi del composto e fermatevi nel momento in cui non riuscirà ad essere umido. Nel caso in cui abbiate esagerato con il pan grattato, aggiungete un filo d’olio evo.  Semplicemente gustosi, buon appetito!

mercoledì 18 luglio 2012

La pappa al pomodoro – ricetta originale!




Piatto di recupero, comfort food, cucina regionale, come la si voglia chiamare la “pappa al pomodoro” fa parte del patrimonio nazionale gastronomico italiano. Quando non c’era nulla da mangiare, il pane secco, i pomodori maturi e qualche foglia di basilico si riusciva sempre a trovarli e così nasce la pappa al pomodoro. Mi ci è voluto un po’ di tempo per postarla, perché avevo intenzione di chiedere a più persone la ricetta, per rendermi conto degli ingredienti base e delle variazioni sul tema. E sono così giunto a questa ricetta, che nel mio piccolo definitivamente caratterizza questo splendido piatto.  E’ il periodo giusto per realizzarla, in quanto i pomodori sono al massimo della maturazione e del sapore, ma volendo potete farla anche d’inverno usando degli ottimi pelati. Ecco a voi gli ingredienti e la preparazione

Ingredienti  per sei persone:

1 kg. di pomodori maturi
1 litro di brodo vegetale (non di dado, ma fatto in casa)
600 gr. di pane raffermo, possibilmente toscano o senza sale
Basilico fresco abbondante
Olio evo qb
Sale qb
Triplo concentrato di pomodoro a scelta
3 spicchi d’aglio


Preparazione:

Fate soffriggere gli spicchi d’aglio nell’olio extravergine e poi aggiungete i pomodori maturi tagliati a tocchetti. Fate rosolare il tutto, salate e cuocete per una decina di minuti. Aggiungete, se volete, due cucchiai di triplo concentrato di pomodoro per dare più forza al piatto. Passate al setaccio il vostro sugo per eliminare semi e scorze del pomodoro (a discrezione potete lasciare l'aglio o eliminarlo) e aggiungete un paio di mestoli di brodo vegetale (acqua, carote, sedano, prezzemolo, cipolla). Assaggiate di sale (fatelo prima perché dopo sarà  alquanto difficoltoso con la presenza del pane che assorbe velocemente tutto) e iniziate ad aggiungere dei tocchetti di pane raffermo continuando a girare il tutto. Alternate il brodo al pane e continuate a girare fino a completo assorbimento. Il piatto sarà pronto quando tutto il pane si sarà ammorbidito e vi si presenterà in forma di pappa, appunto. Lasciate raffreddare il composto, poi ponetelo in frigo per qualche ora (mi piace mangiarla fredda). Al momento di servirla, spezzettate le foglie di basilico (non c’e’ una quantità precisa ma a me piace abbondare con questa pianta) e impiattate. Buon appetito.

lunedì 16 luglio 2012

“DivinPeccato”, passione e amore per la cucina


Quando ad ogni boccone che gusti riesci ad assaporare non solo il cibo, ma senti  l’amore come ingrediente principale, allora si fa centro, sempre e comunque.  Non appena incontri il gestore della sala di un qualsiasi ristorante capisci se mangerai bene o no. Questione di sesto senso. Almeno il mio. I particolari fanno la differenza.  E’ difficile spiegarlo, ma tra amanti della cucina ci si capisce anche senza parlare. A pochi chilometri dal lago Trasimeno abbiamo scoperto il “DivinPeccato”. A guardarlo sembrava di recente apertura, guidato da due giovani con una marcia in piu’, uno in sala e l’altro in cucina. Pane caldo fatto in casa, disponibilità alla spiegazione dei piatti ordinati, pulizia e cortesia, l’inizio prometteva bene. Gli antipasti avevano mantenuto la promessa: una parmigiana di cipolle di Cannara delicatissima, profumatissima, mai provata fino ad ora e un flan di pecorino di Pienza su composta di pere mi avevano messo davvero di buonumore, dovevo continuare quel viaggio culinario.  Come primo dei gustosissimi taglierini (al dente) al tartufo umbro (si badi bene, il tartufo era quello vero, non lasciava nessuna scia “chimica”) e ravioloni di pasta all’uovo con pesce persico del Trasimeno, davvero particolari e dal sapore deciso. Tutto meravigliosamente delicato e saporito.  Per concludere, una caramella di pasta sfoglia con ricotta e cioccolato, un “divin peccato” ovviamente! Il tutto innaffiato da due vini locali e giovani, uno rosso e l’altro bianco. Caffè (miglioriamo?) e conto equo a concludere questa cena inaspettata. Se questo è l’inizio, siamo sulla buona strada per un cielo…stellato. Complimenti!

RISTORANTE DIVINPECCATO | V. TRASIMENO 95 - PANICAROLA - CASTIGLIONE DEL LAGO (PG) - 
Cel. 347 1562289 - Cel. 347 9150248 

giovedì 12 luglio 2012

Lasagnetta di melanzane e pecorino fresco di Pienza




Nel mio ultimo week end culinario sono stato in Val d’Orcia. Posto incantevole che consiglio a tutti, la Toscana non finisce mai di stupire con i suoi colori, le sue colline, i suoi profumi.  Ho la fortuna di viverci e di godere quasi quotidianamente di questi paesaggi  e dei suoi sapori. Ovviamente, essendo i miei viaggi “culinari”, non potevo non portare con me un souvenir, gli unici che il mio trolley oramai accetta. Niente cartoline, ninnoli, orpelli inutili che vanno ad ingrassare il turismo di massa, ma solamente prodotti tipici del luogo, magari cercati e ricercati in piccole fattorie e strade “dissestate” (vero Elisa?).  Un trittico di pecorino di Pienza, apprezzato e conosciuto in tutto il mondo, contenente un formaggio fresco, uno stagionato e un altro messo a “riposare” sotto le foglie di noce.  Avendo a casa delle melanzane appena colte dall’orto ho approfittato e realizzato questa ricetta.

Per quattro lasagnette:

due melanzane tonde
pecorino fresco qb
due pomodori
una manciata di foglie di basilico fresco
sale qb
olio evo qb

Procedimento:

Lavate ed asciugate bene le melanzane e tagliatele a rondelle di mezzo centimetro circa. Passatele sulla piastra molto calda, prima da un lato e poi dall’altro, salatele e mettetele  raffreddare. Nel frattempo tagliate a dischetti il vostro pecorino fresco (va bene anche un altro formaggio fresco e filante), lavate le foglie di basilico e tagliate e a rondelle i vostri pomodori. Ora procedete all’assemblaggio: un dischetto di melanzana, uno di pecorino e una foglia di basilico, ancora un altro dischetto di melanzana, pecorino e basilico. Concludete con l’ultimo disco di melanzana e infine il pomodoro fresco e un’ultima foglia di basilico. Cospargete il tutto con un giro d’olio extravergine d’oliva e un pizzico di sale. Infornate a 180° gradi per qualche minuto, non appena vedete che il pecorino inizia a sciogliersi potete impiattare e servire. Buon appetito!

giovedì 5 luglio 2012

Torta ricotta e pere di Silvia




Questo torta è straordinaria nella sua bontà e semplicità. Quando Dario la portò a casa mia per una cena, subito gli chiesi la ricetta, dovevo assolutamente pubblicarla sul blog. Non conosco quella dell’inventore della classica “ricotta e pere”, ma vi assicuro che questa versione è ugualmente eccezionale.



Ingredienti per il ripieno:

500 gr. di ricotta di bufala o pecora
250 gr. di zucchero a velo
250 ml. di panna da montare
2 confezioni di pere sciroppate
Ingredienti per il biscotto:
250 gr. di farina 00
100 gr. di burro
1 uovo
50 gr. di nocciole tritate
1 stecca di vaniglia
1 pizzico di sale
1 pizzico di bicarbonato
½ bustina di pan degli angeli

Procedimento per il ripieno:

Montate la ricotta con le fruste e un po’ alla volta amalgamatela con lo zucchero a velo. A parte, montate la panna (mi raccomando panna fresca e fredda di frigo, non comprate quella spray). Unite i due composti delicatamente e non con le fruste (rischiereste di smontare la panna e avere una consistenza liquida) e infine il contenuto di una scatola di pere sciroppate tagliate a dadini. Conservate il tutto momentaneamente in frigo.

Procedimento per il biscotto:

Setacciate la farina, unite il burro a temperatura ambiente, l’uovo (anch’esso a temperatura ambiente),il sale, il bicarbonato, le nocciole tritate e il lievito. Impastate e create una massa omogenea (non impastate troppo, sennò rischiate di cuocere gli ingredienti con il calore delle mani). Avvolgete l’impasto in un panno umido e ponete in frigo per una mezz’ora.

Assemblaggio della torta:

Tirate fuori dal frigo l’impasto e dividetelo in parti uguali. Delicatamente,  con il mattarello tirate un biscotto di circa venti centimetri  di diametro che farete cuocere in forno caldo a 180° per circa venti minuti. Farete lo stesso con l’altra parte dell’impasto. Una volta raffreddati i dischi, togliamo il ripieno dal frigo e procediamo ad assemblare la torta. Io preferisco assemblarla in una tortiera con cerniera e poi sformarla. Prendete un disco che sarà la base e, delicatamente, versatevi tutto il ripieno, coprendolo poi con l’altro biscotto. Nel caso in cui dobbiate servire la torta subito, allora potete guarnirla con zucchero a velo e, con le altre pere sciroppate, fare una decorazione a vostro piacimento. In caso contrario, conservatela nel frigo e poi, al momento opportuno, la andrete a decorare. Vi assicuro che il risultato sarà superlativo. Ovviamente, un grazie di cuore a Silvia!

Questa ricetta partecipa al contest "Un dolce al mese- la ricotta" -
http://morenaincucina.blogspot.it/2013/03/un-dolce-al-mese-sfida-di-marzo-2013.html?showComment=1363794315681#c1757979033702134402

martedì 3 luglio 2012

Scrigno di melanzane e alici fresche con cuore morbido di mozzarella e basilico




Questo esperimento culinario mi ha sorpreso più del previsto. Per una cena con amici amanti della cucina volevo un piatto semplice ma efficace, d’impatto. Spulciando tra i miei appunti mentali sono arrivato alla sua realizzazione, davvero sorprendente. Ho usato materia prima stagionale e di altissima qualità e poi tutto nel congelatore per cene future, piccoli segreti di Pulcinella. E ora voglio condividere con voi questa piccola delizia.

Ingredienti per sei tortini:

2 melanzane lunghe
200 gr. di mozzarella o fiordilatte (se preferite provola fresca affumicata)
400 gr. di alici fresche
6 foglie di basilico fresco
Olio evo qb
Sale qb
Un bicchiere di succo di pomodoro
Sei pomodori pachino
Sei stampini  di alluminio per muffin usa e getta



Preparazione:

tagliate per la lunghezza le melanzane (circa mezzo centimetro),  friggetele in olio caldo (potete anche farle sulla piastra per un piatto più salutare), salatele e lasciatele raffreddare.  Nel frattempo pulite le alici dalle interiora e dalle lische cercando di non dividerle. Foderate gli stampini inserendo le melanzane per la lunghezza, poi aggiungete le alici (sempre per la lunghezza) e infine, al centro, il cuore di mozzarella e la foglia di basilico. Richiudete su se stesse le melanzane e le alici, sigillate e ponete in forno caldo a 150° per circa sei minuti. Nel frattempo preparate lo specchio con il succo di pomodoro. Conditelo con sale, olio e fate una base sui piatti sui quali adagerete i tortini appena pronti. Per concludere, il pomodoro pachino sulla sommità per la decorazione del piatto. La dolcezza delle melanzane si sposa alla perfezione con la carnosità delle alici, fino ad arrivare alla morbidezza della mozzarella profumata al basilico. Il tutto, in contrasto con l’acidità del succo di pomodoro (servito freddo mi raccomando), che crea una sorta di dicotomia tra il freddo e il caldo, l’acidità e la dolcezza. Stupirete tutti, garantisce il viaggiatore. Buon appetito!

Questa ricetta partecipa al contest "Se avessi un ristorante"

http://www.lepellegrineartusi.com/2012/05/se-avessi-un-ristorante.html