venerdì 19 dicembre 2014

Salerno, Luci d'Artista 2014 vista da un drone

Anche quest'anno a #salerno si svolge la manifestazione #lucidartista. Per chi abbia la voglia e la curiosità di fare un giro virtuale attraverso la città, ecco un video suggestivo girato con un #drone#enjoy




giovedì 18 dicembre 2014

Un week end a Francoforte e dintorni. Prima parte: posti da visitare e cibi da gustare




Conoscere i luoghi, vicino o lontani, non vale la pena, non è che teoria;
 saper dove meglio si spini la birra, è pratica vera, è geografia. 
(Goethe – Francoforte 28 Agosto 1749, Weimar 22 Marzo 1832)

Non penso a tutta la miseria, ma alla bellezza che rimane ancora. 
(Anna Frank – Francoforte 12 Giugno 1929, Bergen–Belsen Marzo 1945)



Grazie all'economica Ryanair che offre prezzi sempre vantaggiosissimi sulla tratta per Francoforte, è possibile trascorrere un week end in questa parte della Germania davvero con un low budget. C'e' poi da aggiungere che questa compagnia negli ultimi mesi sta facendo una politica verso il cliente davvero positiva. Nel check in online viene assegnato il posto (in questo modo si evitano scene di persone che con i trolley gareggiano per i cento metri per accaparrarsi il posto migliore) e anche sul bagaglio a mano c'e' stata un'inversione di marcia, eliminando quei controlli nel peso e nel calcolo volumetrico che mettevano una discreta ansia all'imbarco. Un tiratina d'orecchie andrebbe fatta ad alcuni controlli negli aeroporti italiani che sono molto più elastici rispetto a quelli stranieri, dove il lavoro viene svolto alla perfezione, per la sicurezza di tutti. 

- Come arrivare a Francoforte città dall'aeroporto di Hahn

Ovviamente scegliere un volo low cost significa adattarsi e avere un po' di pazienza. Infatti l'aeroporto di Hahn dista circa un'ora e quaranta di bus dal centro della città. C'e' una sola compagnia, la Bohr, che effettua il transfert che costa 15 euro per tratta. Gli annunci vengono fatti in tedesco e  in inglese ed effettua due fermate, una all'aeroporto di Francoforte città e l'altro accanto alla stazione centrale (Hauptbahnhof). Per info e orari: http://www.bohr.de/ .
Se il vostro volo di ritorno fosse troppo presto da non poter usufruire dello shuttle, potreste prendere in considerazione di alloggiare per l'ultima notte nell'albergo che è proprio accanto all'aeroporto di Hahn (qualche minuto a piedi): https://www.hotelbb.de/de/frankfurt-hahn-airport

- Dove alloggiare

L'economia tedesca è una delle più forti in Europa e i prezzi degli alloggi sono di livello medio alto. Consiglio sempre di dare un'occhiata al sito di Airbnb, mentre sconsiglio vivamente di alloggiare nella zona antistante la stazione, soprattutto se avete una famiglia o volete fare spiacevoli incontri quando cala il sole. Francoforte è anche negativamente famosa per la più ampia circolazione di droga in Germania, in particolare nella zona del Bahnhofsviertel, il quartiere davanti alla stazione centrale.” Fonte wikipedia. Ma nessun allarmismo, l'importante è sapere letteralmente dove mettere i piedi

- Cosa vedere

Purtroppo la seconda guerra mondiale ha cancellato il settanta percento degli edifici della città, pochi sono quelli storici rimasti intatti. E' sede della banca europea e proprio per questa sua vocazione finanziaria viene anche chiamata Mainhattan (gioco di parole che nasce dal fiume Meno e dalla Manhattan newyorkese). La presenza di grattacieli offre una visione dalla parte opposta del Meno molto accattivante (soprattutto di notte).






Mercatini di Natale: i tedeschi sono maestri in questo. Ogni città, ogni paese ha i suoi mercatini natalizi, si respira a pieno l'atmosfera natalizia girando per i banchini, che offrono ogni sorta di prelibatezza e manufatti tipici. Molto piacevole passeggiare sorseggiando un vino caldo che rinfranca il corpo dal freddo teutonico.




Via dei musei: in questa zona, chiamata Sachsenhauser, si trovano la maggior parte dei musei della città: quello del cinema, di architettura, della comunicazione, per citarne alcuni. Unica nota dolente, il lunedi sono tutti chiusi. Per la cronaca, potreste visitare anche la casa di Goethe, purtroppo bombardata e distrutta durante la guerra, fu uno dei primi edifici ad esser stati ricostruiti. Quindi non è quella originale.




Cattedrale di San Bartolomeo: è la chiesa cattolica maggiore di Francoforte. La sua importanza è più storica che clericale, in quanto dal 1356 al 1562 è stata sede d'incoronazione dei sacri romani imperatori germanici. Prima un incendio nel 1867 poi i bombardamenti del 1944 hanno obbligato quasi una ricostruzione ex novo negli anni cinquanta. La caratteristica di questo complesso religioso è che i mattoni interni alla struttura sono disegnati.




Ex Chiesa di San Paolo: nata come chiesa protestante, oggi rappresenta uno dei simboli della democrazia tedesca, in quanto, appunto, accolse le prime sedute del primo parlamento democratico tedesco, il Parlamento di Francoforte

Eventi d'interesse: 

Mercatini natilizi e la famosa fiera del libro.

Cosa Mangiare: 

Faccio una premessa. Non posso suggerire locali della città perchè in questa due giorni i miei spacciatori preferiti di cibo sono state le bancarella dei mercatini natalizi e ho mangiato da Dio! Per fortuna ho camminato davvero tanto e ho smaltito una parte di quei milioni di calorie che ho accumulato in quarantotto ore. Cose da fare e mangiare pochissime volte l'anno.

Wurstel. Il classico insaccato tedesco che cambia nome a secondo degli ingredienti e della zona di provenienza. Miei preferiti il “Frankfurter” e il Wurst Kase, ripieno di formaggio, una vera libidine per il palato. Ovviamente tutto accompagnato da Birra Weiss, poco alcoolica, fresca e dissetante.
Consiglio per chi volesse portarsi a casa qualche confezione di questi insaccati. Ci sono delle salumerie in centro che li preparano artigianalmente e li mettono sottovuoto. Nessun problema con il bagaglio a mano in aeroporto.






Fritelle di patate (Kartoffelpuffer): golosissime patate grattugiate con cipolla e fritte in olio, accompagnate da una salsa di mele o all'aglio. Da provare almeno una volta nella vita.




Bretzel: che siano salati, dolci o ripieni di formaggio, ti salvano sempre la giornata se si ha un attacco di fame. Ma anche se non lo si ha. Sono buonissimi!



Patate con salsa verde (grune sosse). Non è la nostra classica salsa verde, ma è un intingolo di molte erbe officinali emulsionate con panna acida. Di solito si servono con patate al forno oppure con patate e uova sode tagliate a spicchi. Da provare.


Sidro di mele (Apfelwine, letteralmente vino di mele). Bevanda ufficiale di Francoforte, alcolica e a base di mele. E' piuttosto acidula e rinfrescante, arriva anche a 5/7 gradi  ed è prodotta con mele autoctone. Caratteristica, agli inizi di Marzo, la festa del sidro, che raccoglie più di duecento varietà di sidro proveniente da tutta Europa. Mi hanno consigliato, ma purtroppo non ho avuto tempo per visitarla, la trattoria “Da Adolf Wagner”, dove si dice servano il miglior sidro della città (per info: http://www.apfelwein-wagner.com/)



Vino caldo o vin brule' (gluhwein). Per riscaldarsi dalle fredde giornate non può mancare una tazza di ottimo vino caldo. Con aggiunta di spezie tra cui cannella e chiodi di garofano vi accompagna nelle stradine dei mercatini. Attenzione, è molto alcolico, facilmente potrebbe girarvi la testa...



mercoledì 17 dicembre 2014

Un week end a Francoforte e dintorni - Premessa : la macchina del tempo



Il locale era uno dei centinaia sparsi in città. Tutti con nomi italiani di proprietari di seconda e terza generazione. Si dice che lì alcuni di noi abbiano fatto tanti soldi con la ristorazione, perchè ci sappiamo fare, perchè siamo più simpatici, perchè nella cucina mettiamo amore e trattiamo con amore i clienti. E non perchè siamo furbi, non perchè vogliamo fregare il prossimo. E questo ai tedeschi piace, tanto.
La stradina era deserta, una pioggerellina gelida e fastidiosa mi accompagnava in quel quartiere sinistramente silenzioso. Avevo voglia di visitare la città, di mangiare cibo del posto, avevo pensato a tutto tranne che partecipare ad un ritrovo di italiani emigrati in Germania e di varcare la soglia di un ristorante dall'insegna luminosa tricolore dove si cucinavano gli spaghetti alla bolognesi e la pizza con i pepperoni. Mi sono dovuto ricredere. Mi hanno attraversato molteplici stati d'animo, che dapprima ho accolto con malvolenza, ma nei quali poi ho sguazzato fino alla tristezza più assoluta. Ho ripercorso cento anni di storia italiana in una serata. Ho ascoltato canzoni che pensavo non fossero mai state scritte, ho discusso amabilmente di politiche marxiste che non ho mai visto appassionare cosi' tanto le persone, ho visto la bella Italia, quella della brava gente, quella delle opportunità, ma anche della disperazione e dei sacrifici, perchè lasciare il proprio luogo in cui si è nati non fa mai piacere, mai.
La porta di quel ristorante era una vera e propria macchina del tempo. Un “Non ci resta che piangere” del duemilaquattordici, quasi duemilaquindici.
L'aria che si respirava era quella delle antiche taverne di paese maldestramente rimodernate. Alle pareti listarelle di plastica marroni cozzavano con luci Ikea che mostravano uno slancio verso un futuro più luminoso, un vero e proprio riscatto sociale. I tavoli, le fotografie, i quadri, perfino il contenuto del menù erano un'istantanea dell'Italia anni sessanta, quella che hanno lasciato migliaia di italiani per cercare fortuna altrove. Anche i volti sembravano essere stati teletrasportati in quegli anni. Anche il profumo del cibo, misto a quello dell'arredamento e delle persone erano una meravigliosa foto ingiallita di un album che viene aperto una volta all'anno. Un perfetto “Pane e cioccolata”, film del grandissimo Nino Manfredi.
Dopo attimi d'imbarazzo, era davvero come sentirsi a casa. Il maggior pregio di noi italiani è proprio quello di far sentire a proprio agio gli sconosciuti e varcata quella porta io oramai ero uno di loro. Osservavo ogni singolo viso che cambiava in base alla musica che veniva suonata, ogni tanto il cuoco faceva capolino dalla cucina e si appoggiava sullo stipite della porta con un'aria mista di stanchezza e malinconia. Il dialetto friulano si mescolava a quello siciliano e al tedesco che oramai per tutti era di casa, come sui tavoli il nostro vino si alternava alla birra locale. Le quarte generazioni, i piu' piccoli, assolutamente e ovviamente fuori da quel contesto erano più dediti a giocare con gli smartphone che non ad ascoltare la musica dei loro genitori, dei loro nonni. Questione di generazione, appunto.
Ero partito con dei preconcetti, pregiudizi e mi sono trovato a vivere una serata emozionante che mi ha insegnato più di tanti libri e film messi insieme. E uscendo da quella porta, con una fisarmonica in mano, mi sono sentito molto più ricco di quando sono entrato.


A Melanie, Brigitte e Dario. Grazie

mercoledì 10 dicembre 2014

Irresistibili e fragranti croissant sfogliati




Faccio una premessa: per la realizzazione di questi croissant sono necessarie 24 ore di maturazione dell'impasto e circa 8 di lievitazione più la sfogliatura. Per me è il vero modo di ottenere un prodotto di altissima qualità, che nulla a che vedere con quelli che troviamo nella stragrande maggioranza dei bar quando facciamo colazione la mattina. Spesso ci troviamo davanti prodotti mal cotti, sfogliati male, pieni di grassi vegetali come la dannosissima margarina e a me, sinceramente, passa anche la voglia di fare colazione in questo modo. Quindi, chi fa da sè fa per tre e non spaventiamoci davanti questo genere di preparazione, perchè con un pò di manualità e allenamento possiamo realizzare prodotti davvero eccezionali che mantengono anche la loro fragranza per qualche giorno (se conservati bene).
Per correttezza, la ricetta originale l'ho presa dal blog Anice e Cannella, facendo delle mie modifiche personali e sostanziali, in termini di tempo e utilizzo delle materie prime. 
Di ricette dei croissant sfogliati (francesi e italiani) ne circolano parecchie sul web, infatti mi ripropongo di poterne sperimentare altre appena ne avrò il tempo.



Ingredienti per 12 croissant:

500 gr. di farina bio di tipo 1
1 gr. di lievito di birra fresco
10 gr. di sale
90 di zucchero semolato
1 tuorlo
170 gr. di acqua
120 gr. di latte
30 gr. di burro
1 arancia bio 
1 cucchiaino di estratto di vaniglia o il contenuto di una bacca (non usate la vanillina!)
290 gr. di burro per la sfogliatura (uso il Milbona della Lidl o Jager dell'Eurospin)
1 tuorlo e un po' di latte per spennellare i croissant prima della cottura



Procedimento:

Portate tutti gli ingredienti a temperatura ambiente (tranne il burro per la sfogliatura)


 Nel pomeriggio preparare il lievitino con 170 gr. di acqua (in cui scioglierete il grammo di lievito) e 150 gr. di farina. Girate energicamente e fatelo riposare per circa un'ora coperto ermeticamente. 
Montate la foglia nella planetaria, aggiungete il lievitino con un paio di cucchiai di farina e iniziate ad impastare. Aggiungete il tuorlo, lo fate assorbire e poi aggiungete 45 gr. di zucchero. Una volta assorbito lo zucchero, aggiungete due o tre cucchiai di farina, altri 45 gr. di zucchero e lavoratelo fino ad assorbimento. Aggiungete, alternando, latte e farina, poi il sale fino a che l'impasto risulti liscio. Incorporate la vaniglia e la buccia d'arancia grattugiata e infine il burro fino a incordatura. Sostituite la foglia con il gancio e continuate ad impastare, non perdendo l'incordatura. Mettete l'impasto in una ciotola capiente, coprite ermeticamente e lasciate riposare in frigo per circa ventiquattro ore. 

Il pomeriggio successivo, prendete il vostro panetto di burro, mettetelo tra due fogli di carta forno e con il mattarello picchiettate fino ad avere un rettangolo di circa 26*20 cm. Ponetelo in frigo per qualche minuto e poi stendete l'impasto fatto il giorno prima su una spianatoia infarinata facendo un rettangolo di 40*20 cm avendo cura di tenere il lato piu' corto davanti a voi (ovviamente non stiamo a guardare i millimetri). 
Prendete dal frigo il burro, toglietelo dalla carta forno e appoggiatelo sul vostro impasto steso in modo tale da lasciar scoperti i due terzi dell'impasto. Prendete il lato superiore e portatelo al centro, poi quello inferiore andando a coprire il tutto. Avete ottenuto un rettangolo di pasta all'interno del quale c'e' il foglio di burro. Ponete in frigo per un quarto d'ora. 
Ora appoggiate il panetto con il lato piu' lungo aperto verso la vostra destra e picchiettate con il mattarello per distribuire il burro e allungate leggermente l'impasto fino ad arrivare ad uno spessore di 7/8 millimetri. Piegate al centro il lembo inferiore e poi chiudete con quello superiore. Coprite con pellicola e mettere in frigo per un'ora circa. Fate altre due pieghe come spiegato in precedenza (impasto con il lato piu' lungo alla vostra destra,picchiettate e poi prima lato inferiore e poi superiore) e mettete in frigo per un'altra ora. 
Bene, ora diamo finalmente forma ai nostri croissant. Prendiamo il panetto e con il mattarello stendiamolo nel senso della lunghezza fino a raggiungere uno spessore di 7 mm. Con un coltello affilato o un taglia pizza ricaviamo dei triangoli di 15 centimetri di base e 7 di altezza. Diamo la classica forma dei croissant tirando la punta e arrotolando a partire dalla base. Mettiamoli a lievitare con pellicola affinchè non si secchino (io ho usato le cassette in plastica per i panetti delle pizze) per tutta la notte.
Al mattino successivo, i vostri croissant saranno belli gonfi e lievitati (con solo 1 grammo di lievito!!!). Spennellateli con una mistura di latte e il tuorlo d'uovo e infornateli a 220° per una decina di minuti e poi a 180° fino a che non siano completamente dorati. Purtroppo il tempo di cottura è molto soggettivo, l'importante è non avere fretta e toglierli solamente quando la doratura è completa. Spolverizzateli con zucchero a velo e lasciateli raffreddare su una grata. 
Ci vuole tanta passione, ma vi assicuro che il risultato sarà strabiliante!
Buona colazione a tutti
ps potete conservarli in una scatola di latta o congelarli prima della lievitazione finale.

Posso ritenermi moderatamente soddisfatto del risultato, visto che era la prima volta in assoluto che usavo la tecnica della sfogliatura. Mi dispiace non avere a disposizioni immagini per la realizzazione del panetto, provvederò la prossima volta!



martedì 9 dicembre 2014

La prima collaborazione di Viaggi Culinari. L'Azienda Agrigenus: spaghetti al pomodoro



Da quando ho aperto il blog ero fermo su una decisione : evitare di riempire la pagina di banner pubblicitari ed "elemosinare" qualche prodotto gratuitamente in cambio di promozioni. Questo perchè il mio è stato sempre un hobby solo mosso da una grandissima passione per i viaggi e la cucina. Fortunatamente le cose cambiano, in meglio. Negli anni è maturata sempre di più la convinzione che l'utilizzo di materie prime eccellenti fosse il percorso giusto per ottime preparazioni e per una vita sempre più sana a vantaggio della buona salute. Così mi sono messo alla ricerca di aziende di eccellenza, che facessero prodotti di altissima qualità, biologici e provenienti dal nostro bellissimo paese. Ho cominciato ad eliminare farine come la manitoba o prodotti eccessivamente raffinati, dannosi per l'ambiente e per la nostra salute.
Così mi sono rivolto all'Azienda "Agrigenus",presidio Slow Food e indicata come una delle migliori in Italia per la produzione di conserve di pomodori San Marzano (ritenuto uno dei migliori pomodori al mondo, grazie alle sua caratteristiche organolettiche e alla terra fertile grazie alla quale  cresce rigoglioso). Ma anche altri prodotti, quali il fagiolo di Acerra, per fare un esempio.
La risposta è stata celere, sono stati ben lieti di iniziare questa collaborazione e mi hanno spedito una campionatura dei loro prodotti.

Partendo dal pomodoro San Marzano, ho passato qualche giorno a capire quale ricetta valorizzasse al meglio questo splendido frutto della terra e, dopo vari ripensamenti, sono giunto alla conclusione di realizzare uno dei piatti più conosciuti al mondo: gli spaghetti al pomodoro. Questa pietanza permette di testare al meglio il pomodoro, verificare la sua acidità, la presenza di succo, la capacità di legarsi alla pasta. Assaggiandolo da crudo già si percepisce la dolcezza, i pomodori sono turgidi, sodi, di un rosso acceso e il liquido è denso, per niente acquoso. La cottura è velocissima in quanto il preparato non essendo acquoso rende il sugo denso e saporito, dolce e per niente acido (quante volte compriamo dei pelati a cui dobbiamo aggiungere dello zucchero per coprire l'acidità?). Il preparato si lega perfettamente alla pasta, dà l'impressione del pomodoro fresco, non si sfalda e la dolcezza non esagerata esplode tutta nel palato.



Insomma, grazie alla trasmissione "Report" ho conosciuto quest'azienda e volendo testare con mano, non posso far altro che sostenere che i pomodori Agrigenus sono i migliori che abbia mai mangiato.
Questo, per far capire che, nonostante i paesi facenti parte della cosidetta "terra del fuoco" stiano subendo una campagna mediatica negativa senza precedenti, ci sono luoghi e aziende che lavorano prodotti di altissima qualità che possono essere considerati il vanto del nostro made in Italy.

Per info: wwww.agrigenus.com
Contatti:
Agrigenus
via G. Soriano
80011  - Acerra (Napoli)
Tel  +39 081 5202064
Fax +39 081 3606281
Email info@agrigenus.com









lunedì 1 dicembre 2014

Baguette croccanti e profumate di farina integrale bio



Panificare è un'arte meravigliosa. Giocare con la farina, i lieviti, conoscere le tempistiche, superare i propri limiti studiando e realizzando prodotti sempre migliori. Questa volta ho provato a fare le baguette di farina integrale e il risultato è stato eccezionale. Un prodotto croccante, profumato, morbido e non pesante (cosa che potrebbe succedere con la panificazione se non si seguono delle regole scrupolose come l'azione del "piegare").

Ingredienti per tre baguette di 250 gr. circa:

500 gr. di farina integrale bio
350 gr. di acqua
1 gr. di lievito di birra
2 cucchiai di olio evo
sale 1 cucchiaino 
malto d'orzo o di riso 1/2 cucchiaino (facoltativo)

Procedimento (24 ore di maturazione e 3 di lievitazione)

Ore 14. Nella planetaria montate la foglia, inserite la farina e aggiungete a filo l'acqua nella quale avete sciolto il vostro lievito e il malto. Quando la massa si sara' attaccata alla foglia, montate il gancio e continuate a impastare. Aggiungete il sale e l'olio a filo, fate incordare e spegnete la macchina. Date delle pieghe a tre due o tre volte, ungete una ciotola e ponete il vostro impasto che lascerete maturare per ventiquattro ore in frigo coperto da pellicola da cucina o con il coperchio (l'importante che la chiusura sia ermetica). Ore 14 del giorno dopo. Prendete l'impasto e suddividetelo in tre panetti che andrete a piegare altre due o tre volte. Lasciatelo lievitare per un paio di ore a temp. ambiente coperto da un canovaccio bagnato (almeno fino al raddoppio). Delicatamente con la punta delle dita allungate i vostri panetti formando un rettangolo e piegatelo verso l'interno e dategli la classica forma del filoncino. Con un coltello praticate dei tagli sulla superficie e lasciatelo lievitare un'altra ora (io ho usato lo stampo per baguette). Accendete il forno a 200° gradi, ungete i filoncini con olio e fate cuocere per 10 minuti, poi abbassate la temperatura a 180 e finite di cuocere fino a doratura. Le baguette saranno cotte quando si saranno scurite e avranno fatto la crosticina croccante (in tutto una mezz'ora, poi dipende dal vostro forno). Lasciatele raffreddare su una gratella in modo che l'aria circoli anche sotto la base e poi...buon appetito!
ps è un procedimento un po' lungo, ma quando si panifica bisogna rispettare i tempi, pena un prodotto scadente e immangiabile!