martedì 23 luglio 2013

Totanetti ripieni di ricotta e pesto per il contest "I sapori di casa mia", secondi a base di pesce.






La straordinarietà di questo piatto sta nella sua semplicità ed eccezionale resa. Se volete stupire i vostri ospiti senza perdere ore a spadellare realizzando sempre i soliti piatti, questo è quello che fa per voi! La dolcezza della ricotta si sposa perfettamente con il sapore forte del pesto e quello caratteristico del pesce. Tempo di cottura? Cinque minuti contati! Tempo di preparazione? Pochissimi minuti e risultato garantito. Non voglio dilungarmi nella sua descrizione, ma solo dirvi che con questa ricetta potete realizzare un finger food, un antipasto oppure un secondo.



Ingredienti per 4 persone:

12 totani piccoli
500 gr. di ricotta di pecora o bufala
2 confezioni di pesto

Preparazione:

Pulite i totanetti sotto acqua fredda corrente. Nel frattempo montate la ricotta con una frusta e aggiungete il pesto, creando una mousse morbida. Di solito io non aggiungo sale, però bisogna sempre assaggiare le preparazioni, quindi testate la sapidità ed eventualmente aggiustate di sale. Uno strumento indispensabile per questa preparazione è la sac a poche, nel caso in cui non l'abbiate potete usare una di quelle bustine per congelare i prodotti andando a tagliare un angolo. Riempite la vostra sacca e procedete alla farcitura dei totani. Preriscaldate il forno a 180°/200° e fate cuocere per cinque minuti! Ora aspetto i vostri commenti a questo piatto meraviglioso! Buon appetito.








venerdì 12 luglio 2013

Parmigiana di cipolle 2.0 : la ricetta perfetta!


Il 22 maggio scorso avevo per la prima volta cucinato la parmigiana di cipolle ed ero rimasto molto soddisfatto. Ma c'era un neo: le cipolle tendevano a essere troppo croccanti per i miei gusti, cosi' ieri sera ho riprovato a farla facendo una modifica. Prima di creare i vari strati ho stufato le cipolle fino a renderle morbidissime e il risultato è stato strabiliante. Il gusto è rimasto immutato, ad ogni boccone le cipolle si scioglievano in bocca e avevano un gusto delicatissimo. Ora si che posso dire di aver trovato la ricetta perfetta. Niente frittura, quindi un piatto gustosissimo, molto delicato, facilmente digeribile e molto sano. Vi consiglio di provarla assolutamente, ne rimarrete sorpresi!

Ecco il link della parmigiana, dovete solo cambiare la cottura delle cipolle:

http://viaggiculinari.blogspot.it/2013/05/deliziosa-parmigiana-di-cipolle-di.html






lunedì 8 luglio 2013

Il mio Nord Africa...


I mercati orientali mi affascinavano tantissimo. In uno dei miei stanziamenti in Africa settentrionale adoravo passeggiare per i quartieri della casbah e della medina. Al bando ogni forma di cartina e indicazione stradale, mi piaceva perdermi in quel dedalo di viuzze, in quei labirinti magici, affascinanti, unici al mondo. Solo i souk riuscivano a darmi quelle sensazioni. Camminavo lentamente, assaporavo ogni singolo metro della strada. In sacchi di iuta scorgevo ogni specie di spezia,di erba e di frutta secca, era come vedere la tavolozza di un pittore pronto a mettersi all’opera. Il nero dei semi di papavero che mescolati al miele avevano un sapore divino, il pepe di diversi tipi, grandezza e tonalità, dal verde al rosa pallido, il giallo oro della curcuma, dal colore del sole e con un sapore lievemente piccante ed estremamente volatile come un temporale estivo. L’inconfondibile odore della noce moscata, con il suo gusto dolce e il profumo di bosco, il coriandolo, il rosso accecante del peperoncino. Il profumo d’incenso e la musica frenetica degli artisti di strada donavano alla mia anima momenti di euforia, ma al tempo stesso di pace interiore. Camminavo e mi sentivo parte di
quella cultura, di quella gente, di quei luoghi magici, affascinanti, pieni di mistero e saggezza. Pietre preziose, galli che lottavano strenuamente in piccole gabbie di legno, stoffe che avrebbero arredato chissà quale casa in chissà quale parte del mondo, sguardi fieri e al contempo sottomessi di donne che osservano il mondo da una fessura di stoffa, e non lo giudicavano. Mille colori, mille sfumature di una cultura millenaria, di gente che ha sofferto, che ha fatto conoscere al mondo i segreti dei numeri, dell’astronomia, delle scienze. Il momento che preferivo maggiormente era la sera. Quando potevo, affacciandomi dalla finestra del mio appartamento, riuscivo a sentire il profumo del deserto, il mio viso veniva accarezzato da una leggera bava di scirocco e il mio sguardo si posava sull’orizzonte. Immaginavo scene di mille e una notte, storie di principesse arabe e cavalieri erranti, di tuareg e nomadi del deserto, di un silenzio e di un cielo così scuro da poter contare le stelle ad una a una. Avvicinando i miei occhi alla città, ritornavo alla realtà svegliato dal luccichio di mille lampadine, da un vociare incessante e dal profumo delle braci ardenti e dei pentoloni fumanti che mi invitavano a uscire e a seguire le loro scie di vapore per soddisfare il mio palato.