giovedì 27 ottobre 2011

La mia Africa

L'Africa. L'Africa che ti aspetti ma che ti lascia senza fiato. Povertà, certo, non di spirito. Ricchezza inestimabile di sorrisi, di occhi profondi, di donne fiere con i loro cuccioli in spalla, uomini d'ebano orgogliosi della propria terra e delle proprie radici. Tramonti da togliere il fiato, cieli notturni tanto grandi da raccogliere tutto il firmamento. Terra rossa come il fuoco più cocente, fertile come la madre più feconda. Quando ti accoglie ti mette alla prova, ti fa guardare il suo lato più duro, che ti toglie il fiato, ti accartoccia lo stomaco. Poi si lascia andare, mostrandoti il suo viso meraviglioso solcato da rughe bellissime, il suo corpo sinuoso, così fragile ma anche così forte, i frutti della sua terra, degni del paradiso terrestre, la sua cucina, così povera ma straordinariamente gustosa. Non c’è via di mezzo. O la ami e non potrai fare a meno di lei o non ti entrerà nel cuore, ma fino ad ora non ho mai conosciuto qualcuno che sia stato in questo meraviglioso continente e che non abbia sofferto al suo ritorno del “mal d’Africa”.  E’ un magone che ti prende allo stomaco, una nostalgia che non puoi descrivere, perché ti manca quel profumo, quell’aria magica, i colori dei suoi tramonti, ma soprattutto i sorrisi color latte della gente, che ti accoglie e ti fa sentire a casa tua. Questa estate ho conosciuto il Kenya, ho mangiato i frutti della sua terra, il mango, la papaya, il cocco. Sapori indescrivibili, colori vivi e accecanti. Ho gustato i piatti tipici, i chapati, il riso al cocco, la polenta ugali, le deliziose samosas. Ho vissuto per due settimane con una famiglia del posto, ho vissuto la vera Africa, non quella dei villaggi turistici e del menù occidentale. Ho calpestato la loro terra, ho respirato la loro aria, quella dei mercati fangosi ma meravigliosi, quella dei villaggi poveri ma con  una dignità senza fine. E le emozioni e le sensazioni che ho provato sono riassunte nella foto postata, una mamma fiera, dura, ma allo stesso tempo tenera e protettiva. Asante sana mama Africa, kwaheri!

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