giovedì 22 novembre 2012

Panna cotta alla crema di pistacchio “Cioccolato Italiano”


 Ogni promessa è debito, anche se in ritardo. Quando ho incontrato Marco Bianchi a Firenze ho avuto anche il piacere di conoscere una bella persona, la proprietaria di “Cioccolato Italiano”, un’azienda italiana che realizza creme spalmabili in maniera assolutamente artigianale,  senza grassi aggiunti, né aromi artificiali, “sfruttando” materie prime di altissima qualità, come la mandorla di Avola e le nocciole del Piemonte.  Un incontro molto piacevole,  durante il quale abbiamo discusso di sapori, cucina e mangiar bene e sano.  Avendomi omaggiato di un barattolo dal colore accattivante, avevo promesso di realizzare una ricetta e postarla.
Il prodotto in questione è una crema spalmabile al pistacchio di Bronte, una vera delizia per il palato. Volevo realizzare una ricetta originale e golosa allo stesso tempo. E così è nata la panna cotta alla crema di pistacchio.

Per una decina di pirottini:

1 litro di latte intero
½ litro di panna fresca
350 gr. di crema al pistacchio Cioccolato Italiano
1 cucchiaino di agar agar
Cioccolato fondente qb

Procedimento:

Fate riscaldare a fuoco lento la panna fresca e il latte e, lentamente, incorporate la crema di pistacchio facendola sciogliere tutta. Nel frattempo, in un pentolino sciogliete l’agar agar in un po’ di latte e fatelo bollire per circa cinque minuti.  Versate questo composto in quello con il latte,la panna e la crema di pistacchio e fate amalgamare il tutto.  Fate scaldare il tutto ma non portatelo ad ebollizione, poi spegnete il fuoco, filtrate il composto  e versatelo nei vostri pirottini. Fateli riposare per qualche ora in frigorifero affinché si solidifichino e poi servite con del cioccolato fondente fuso che potrete fare sciogliere in una boule nel microonde (ricordatevi che quando fate questa operazione dovete dare venti secondi alla volta al microonde sennò vi si brucia tutto e controllate di volta in volta). Nel caso in cui vi avanzassero, potete tranquillamente congelarli e magari poi servirli successivamente come se fossero un semifreddo. Il sapore leggermente salato del pistacchio si sposa alla perfezione con quello del cioccolato fondente, provare per credere!

lunedì 19 novembre 2012

Profumatissima focaccia di farro con zucca e mozzarella


E’ raro che vada al supermercato già con un’idea della prossima ricetta per il blog. Mi piace perdermi tra le gondole, farmi conquistare da un prodotto, ammaliare da una verdura, ammiccare dal banco dei formaggi. Vado a istinto, costruisco all’istante, così non resto deluso dalla mancanza di un ingrediente determinante. Ultimamente l’arancione acceso delle zucche spicca su ogni altro ortaggio e siccome ne vado ghiotto e sono amante delle stagionalità, questo magnifico ortaggio nelle ultime settimane è gradito ospite a casa mia. La voglia era quella di pizza, forse più di una focaccia, la volevo croccante, scrocchiarella come si dice da queste parti. Volevo un aroma particolare anche per la pasta, non la solita farina di grano, volevo un gusto più marcato, più profumato. Converrete, nulla a che vedere con la pizza. In una mia incursione nel chianti pisano (posto davvero incantevole, soprattutto in primavera), mi ero fermato a comprare della farina di farro biologica, con produzione integrata, completamente macinata a pietra, con un profumo davvero eccezionale. Si sarebbe sposata perfettamente con la mia zucca e la mozzarella. Già sentivo il profumo e il sapore in bocca dopo l’effetto “crunch”. Ma bando alle ciance...

...a voi gli ingredienti per una teglia da forno: 

500 gr. di farina di farro
300 gr. di acqua
1 bustina di lievito secco (o mezzo panetto di lievito di birra)
500 gr. di zucca fresca
3/400 gr di mozzarella o fiordilatte
Sale qb
Olio evo qb

Preparazione:

Preparate l’impasto con la farina di farro, un giro d’olio evo,l’acqua, il lievito e il sale (ricordatevi di tenere sempre lontano il lievito dal sale e di inserirli in momenti differenti). Impastate per una decina di minuti e lasciate lievitare per circa due ore in un posto caldo (il forno spento con la luce accesa è perfetto) e con un panno umido a coprire il tutto. Trascorse le due ore, stendete il vostro impasto (senza stressarlo troppo) su una teglia da forno e fatelo lievitare per un’altra ora. Accendete il vostro forno e portatelo a 220 gradi, condite la vostra focaccia con abbondante mozzarella, la zucca tagliata finemente, un giro d’olio e sale. Dopo circa venti/venticinque minuti la vostra focaccia sarà pronta. Croccante, saporita, dolce e profumata. Buon appetito!

martedì 13 novembre 2012

Biscott(on)i da tè con marmellata e cioccolato fondente


Il tè delle cinque non avrebbe nessun significato senza questi biscotti (che, diciamocela tutta, andrebbero bene in qualsiasi momento della giornata per come sono buoni). Ovviamente, bisogna andarci cauti per i loro ingredienti, ma ogni tanto concedersi qualche stravizio fa bene al corpo e soprattutto all’anima (e con l’avvicinarsi delle vacanze natalizie gli stravizi aumentano di numero!). Con questa ricetta volevo imitare quei piccoli pasticcini ripieni di marmellata, cioccolato fondente e granella di nocciole, ci sono riuscito quasi perfettamente, al di là della grandezza (una persona avendomi sequestrato i  coppapasta rotondi mi ha costretto ad arrangiarmi con delle tazzine da caffè:) ). Visto il tempo di spazzolamento dei suddetti pasticcini, direi che l’esperimento è perfettamente riuscito! A voi gli ingredienti e il procedimento.

Per una ventina di pasticcini

Per la pasta frolla:

300 gr. farina 00

150 gr. di burro freddo

150 gr. di zucchero

1 uovo

Per il ripieno:

Marmellata di albicocche qb

Cioccolato fondente min 50% qb

Nocciole tritate qb

Procedimento:

Amalgamate gli ingredienti (se avete una planetaria è meglio, così evitate che il calore delle mani sciupi il composto) create una massa e ponetela in frigo per un’ora circa. Stendetela su un piano infarinato (non fatela né troppo sottile, né troppo spessa, poco meno di mezzo centimetro) e create le forme che più vi piacciono (aggiungete ora le noccioline tritate). Mettete il tutto in forno caldo a 170 gr per 10 minuti circa. Fate raffreddare i biscottini e poi dedicatevi con pazienza al loro assemblaggio, facendo sciogliere il cioccolato fondente a bagnomaria oppure nel forno a microonde e tuffandoci di biscottini, facendoli poi raffreddare per un’ora circa nel frigorifero. Buon appetito!

giovedì 25 ottobre 2012

Parmigiana di melanzane sciuè sciuè con focaccine di kamut (altrettanto sciuè sciuè)

Il termine “sciuè sciuè” a cui fa riferimento il titolo della ricetta, nel mio dialetto sta a indicare una cosa fatta veloce veloce. Infatti, questa preparazione è stata pensata in macchina nel tragitto dall’ufficio a casa, facendo anche la conta di quei pochi ingredienti che sopravvivevano nel mio frigorifero  : mezza melanzana viola, un bicchiere di pomodori pelati, un tubetto di doppio concentrato di pomodoro e del parmigiano reggiano fresco.  Tempo un quarto d’ora e avevo preparato tutto. Due fuochi a disposizione : sul primo una padellina con i pomodori pelati e due cucchiai di concentrato di pomodoro, un filo d’olio e un pizzico di sale.  Sul secondo fuoco la piastra bella calda con tre fette di melanzane viola a cuocere. Nel mentre i due fuochi facevano il loro lavoro, ho preso una manciata di farina di kamut, un pizzico di sale, di olio e l’acqua e ho impastato il tutto. Nella padella con il pomodoro ho grattugiato tutto il parmigiano, poi ho adagiato una fetta di melanzana e uno strato abbondante di pomodoro, l’altra fetta di melanzana e altro pomodoro e infine l’ultima fetta con il pomodoro rimanente, chiudendo la preparazione con una bella spolverata di parmigiano e di pepe. Approfittando della piastra rovente, ho diviso in due il mio impasto di kamut e l’ho steso sulla piastra, tempo due, tre minuti per lato ed era pronta la focaccia, calda e profumatissima. Beh, che dire, il risultato è stato davvero ottimo, un piatto saporito, salutare ed economico, più di così! Buon appetito!

Per due porzioni di parmigiana:

1 melanzana viola
1 barattolo di pomodori pelati
3 – 4 cucchiai di concentrato di pomodoro
200 gr. di farina di kamut
Acqua qb
Olio evo qb
Sale qb
Pepe qb
Parmigiano reggiano qb



mercoledì 10 ottobre 2012

Ravioli all’acqua con ricotta e pomodoro, ricetta inedita


Mi piace sperimentare, mi piace usare nuovi ingredienti e provare tecniche di cottura mai utilizzate e adoro essere sorpreso dal risultato. Per una persona curiosa come me, la cucina diventa spesso e volentieri un laboratorio e, come tale, causa di fallimenti ed esperimenti riusciti. Sulla scorta degli gnocchi all’acqua, preparazione che ha riscosso grandissimo successo, ho voluto provare i ravioli, modificando, ovviamente, il rapporto tra quantità di farina e acqua. Mi avanzava della ricotta di pecora e così ho approfittato per buttarmi nella preparazione di questo piatto, con il rischio di fallire, anche perché nel web non avevo trovato traccia di questa ricetta. Partendo dal risultato, devo dire che sono molto, ma molto soddisfatto! La pasta dei ravioli è risultata molto delicata, arrendevole al palato e si scioglieva in bocca. La consistenza è simile ai ravioli a vapore del ristorante cinese, infatti la prossima volta che li farò proverò la cottura al vapore, modificando la forma.

 Ecco gli ingredienti per quattro persone:

400 gr. di farina 00 (da provare con kamut o farro)
400 ml. di acqua
2 cucchiai di olio evo
350 gr. di ricotta di pecora o bufala
2 barattoli di pomodori pelati
Basilico qb
Sale qb
1 cipolla

Procedimento:

Portate ad ebollizione l’acqua con l’olio evo e il sale. Aggiungete, senza setacciare, la farina e mescolate vigorosamente fino a quando il composto si stacchi completamente dalle pareti della pentola. Fate raffreddare il composto per una mezz’ora e nel frattempo preparate un sugo classico con cipolla e pomodoro. Stendete la pasta come un velo (io ho usato il matterello, ma se avete la sfogliatrice è molto meglio) e preparate i vostri ravioli con il metodo che più vi è comodo. Portate ad ebollizione l’acqua, salatela e tuffateci i vostri ravioli per circa quattro minuti . Fateli amalgamare con il pomodoro e serviteli su un piatto piano, magari con del parmigiano fresco e tanto basilico. Buon appetito!

giovedì 27 settembre 2012

La focaccia messinese




 
Volevo tornare bambino, a quando andavo in Sicilia a trovare mio nonno e, nelle caldi sere d’estate, quando un albero di eucalipto riempiva l’aria del suo profumo, spesso e volentieri mangiavamo questa focaccia. Ricordo ancora le teglie enormi in rosticceria, il profumo che mi faceva gorgogliare lo stomaco e l’ansia di arrivare a casa e mangiarla calda. Ho provato a fare un salto nel tempo, trent’anni in pochi minuti e come per incanto sono tornato lì.  Quando l’ho tolta dal forno il mio viso ha fatto la stessa espressione di quando m’imbambolavo davanti le vetrine della rosticceria e, quando ho assaggiato il primo pezzetto, per la prima volta dopo trent’anni, mi si è aperta una finestra spazio temporale.  Adoro la potenza evocatrice del cibo, nel bene e nel male.

Dosi per una teglia da forno:

1 kg. di pasta per pizza (per ogni chilo di farina, 500 gr. di acqua, mezzo panetto di lievito di birra, qb di sale)
1 cespo di scarola riccia
10,15  acciughe sottolio
400 gr. di Tuma (tipico formaggio siciliano) – in alternativa Edamer
250 gr. di fiordilatte (se si vuole avere l’effetto filante, ma nella ricetta originale non c’e’)
250 gr. di pomodori freschi
Olio evo qb
Pepe qb
Sale qb

Procedimento:

Stendete sulla teglia (usate la carta forno o oleatela) la pasta con le mani  e aggiungete gli ingredienti secondo questo’ordine: le acciughe, il formaggio, la scarola lavata e asciugata e infine i pomodori tagliati a cubetti. Concludete con un giro d’olio evo e sale (non troppo perche’ sul fondo ci sono le acciughe che danno sapore). Forno caldo a 230° gradi per circa mezz’ora. E’ veramente deliziosa! Buon appetito!













lunedì 24 settembre 2012

Polpo gratinato al forno











Croce e delizia della cucina, la difficoltà maggiore sta nel cuocerlo a puntino e renderlo morbido, che sia fresco oppure congelato. Fortunatamente ho un metodo infallibile, anche se devo sperimentare il modo di cottura “il polpo deve cuocere nella sua acqua”, ma per quello c’è bisogno di un mollusco freschissimo e di una grande attenzione : la teoria vuole nel mettere il polpo fresco in pentola (una pentola dal fondo alto ovviamente) e accendere il gas, inizierà a secernere la sua acqua e si cuocerà così. Il mio metodo consiste in due accortezze. La prima è il tempo, ossia quaranta minuti di cottura per ogni chilo di prodotto (e va inserito con acqua a bollore), la seconda è tenere nel congelatore per qualche minuto il polpo, fargli iniziare il processo di congelamento e poi inserirlo nell’acqua bollente: in questo modo lo sbalzo termico farà si che le fibre si rompano e si ammorbidiscano. Risultato garantito. Potete anche metterlo completamente congelato, il risultato sarà sorprendente. Vi consiglio anche di aromatizzare l’acqua con un paio di carote, qualche foglia di salvia, una cipolla magari. Una volta cotto, lasciatelo raffreddare nella sua acqua e poi procedete a tagliarlo come più vi aggrada. Adagiatelo su carta forno, aggiungete olio evo, poi pan grattato ed infine il sale. Tenetelo in forno caldo (i soliti 180 gradi) per cinque/dieci minuti e servite con un fresco contorno e delle salsine. Semplice e gustoso, buon appetito.

Per quattro persone:


1 polpo di 800 gr. circa
Sale qb
Olio evo qb
Pan grattato qb
2 carote
½ cipolla
3 o 4 foglie di salvia

giovedì 20 settembre 2012

Strabiliante tortilla spagnola vegana


Si può preparare una tortilla spagnola senza uova e senza friggere le patate, per lo più cotta al forno? Non stupitevi, la risposta è affermativa. Uno dei simboli della gastronomia spagnola, che accompagna le cene e gli aperitivi (tapas) di milioni di spagnoli, può anche essere gustata in maniera differente e il risultato è davvero strabiliante. Provare per credere. La ricetta originale vorrebbe che si friggessero le patate e le cipolle (bianche o dorate), si aggiungesse il tutto alle uova sbattute e si cuocesse in padella. Nella mia tortilla sperimentale, ho provato ad eliminare le uova, ho lessato le patate e ho aggiunto qualche spezia. Credetemi, il risultato è meraviglioso. 

Ecco gli ingredienti per quattro persone:

6/8 patate a pasta gialla di media dimensione
2 cipolle (quelle bianche sarebbero l’ideale ma in casa avevo le rosse)
15 cucchiai di farina di ceci
Acqua qb
Sale qb
Pepe qb
Sale qb
Olio evo qb
Salvia, rosmarino e altre spezie a piacimento

Preparazione:

Sbucciate le patate, tagliatele a dadini e lessatele. Nel frattempo, tagliate finemente le cipolle e fatele cuocere in una padella con due dita d’acqua fino a che non saranno diventate trasparenti. Poi mescolate la farina di ceci all’acqua fino a quando non create un composto liquido. Pepatelo, aggiungete le spezie a piacimento, un giro d'olio evo ed infine salatelo (aggiungendo il sale alla fine ne useremo di meno perché la preparazione sarà già saporita di suo con le spezie). Ora versate le patate e le cipolle nel composto, mettete tutto in una padella alta foderata da carta da forno e  infornate a 180 gradi per una mezzora. Rimarrete sorpresi dalla delicatezza e bontà di questa tortilla vegana e potrete anche sbizzarrirvi sulla tipologia di spezie e condimenti da utilizzare. Gli spagnoli mi perdoneranno! Buon appetito

lunedì 17 settembre 2012

Cibo e salute : a Firenze con Marco Bianchi


Finalmente ci siamo conosciuti. Sabato scorso ho avuto il grandissimo piacere di conoscere Marco, incontrandolo per caso in stazione (mi avrà preso per uno stalker) e poi ad una conferenza sul rapporto tra cibo e salute (che si sintetizza con una parola difficilissima: nutrigenomica – ossia il ruolo che hanno gli alimenti nell’evoluzione delle cellule).  Quando ascolti persone mosse dalla passione del proprio lavoro, quando vedi nei loro occhi l’ardore, quando ti accorgi che per loro è una vera e propria missione di vita, allora ti rendi conto le cose possono ancora cambiare. E  non è mai troppo tardi, per noi, ma soprattutto per i nostri figli. Basterebbe solo un po’ di curiosità e un’occasione, anche fortuita, che ti permetta di venire a conoscenza di determinate cose. E ti si apre un mondo.  E poi diventa anche per te una missione. L’ho sempre scritto su questo blog: non consumiamo sempre gli stessi alimenti, non utilizziamo sempre le solite cotture, ampliamo i nostri orizzonti, modifichiamo il nostro punto di vista. E’ semplicemente una questione di abitudine. Quando scopri che l’uso quotidiano di latticini aumenta del 40% i problemi orofaringei (ad esempio infiammazioni alla bocca), che i pinoli contengono una quantità enormemente più grande di fosforo rispetto al pesce azzurro, quando un bicchiere di latte di mandorla tre volte il contenuto di ferro nel latte e così via, allora davvero la tua vita prende un’altra piega. E, badate bene, stiamo ragionando con dati scientifici, oggettivi e inconfutabili. E allora la parola “nutrigenomica” fa meno paura, risulta essere meno ostica. Se pensiamo che il 65% delle malattie è dato dal cattivo stile di vita, allora capiamo quanto un’alimentazione sana possa contribuire a farci vivere a lungo e, soprattutto, bene. Perché non conta solo la quantità, ma anche e soprattutto la qualità della vita. Cambiare stile alimentare porterà dei benefici non solo al nostro corpo, ma anche al nostro portafoglio. Basti pensare a sostituire la carne con i legumi, ad esempio. E, ripeto, non è mai troppo tardi. Facciamolo per noi stessi, ma soprattutto per  i nostri figli, li faremo crescere sani e forti, ricordandoci che i primi anni di vita condizionano il resto dell’esistenza , la prevenzione primaria crea le basi, le fondamenta per il benessere psicofisico del resto della vita! Meditate gente, meditate!

giovedì 13 settembre 2012

Friggitelli gustosi al pomodoro


Ogni volta che li trovo al supermercato devo comprarli, ne vado ghiotto. Per me vanno cucinati rigorosamente con il pomodoro, ma anche in purezza sono ottimi e ripieni di formaggio!  Potete usarli anche come finger  food oppure adagiati su un tocchetto di pane a mo’ di tapas. Di solito li pulisco prima, li apro, elimino i semini e il picciolo, ma stavolta li ho solo lavati, asciugati e messi in padella.  



Per quattro persone:


500 gr. di friggitelli
1 confezione di pomodori pelati o pomodori freschi
2 spicchi d’aglio
1 mazzetto di basilico fresco
Olio evo qb
Sale qb

Procedimento:

Fate soffriggere gli spicchi d’aglio e aggiungete i friggitelli. Lasciateli cuocere per un quarto d’ora, venti minuti (ovviamente il tempo di cottura dipende dalla grandezza dei vostri peperoncini) e quando si saranno ammorbiditi aggiungete il pomodoro e il sale. Non appena il sugo si sarà ristretto, spegnete e aggiungete  il basilico fresco. Ottimi come contorno oppure una padellata tra amici con pane fresco e un buon bicchiere di vino! Buon appetito…

martedì 11 settembre 2012

Grano con calamaretti freschi


Ogni tanto bisognerebbe fuggire dai soliti sapori, dai soliti odori, dalle solite consistenze. Provare nuove esperienze culinarie, cimentarsi in nuove preparazioni, donare al palato nuove sensazioni. Tutti siamo abituati più o meno a cucinare il riso, l’orzo, il farro e oggi vi proporrò una ricetta a base di grano. Solitamente questo cereale viene consumato per le classiche preparazioni come la pasta e il pane, al massimo per la classica pastiera Pasqualina e difficilmente viene preparato in purezza. Eppure, lo si trova negli scaffali di tutti i supermercati, basterebbe avere solo un po’ di curiosità nel provarlo ed assaggiarlo. Ha una consistenza particolare, molto croccante e difficilmente scuoce. Io ho voluto provare ad cucinarlo con i calamaretti freschi e, che dire, il risultato è stato davvero sorprendente.

Ingredienti per quattro persone:

300 gr. di grano
4 calamaretti freschi di media dimensione
4 mestoli di fumetto di pesce
Olio evo qb
Sale qb
Pepe qb

Preparazione:

In una padella aggiungete il grano e il fumetto di pesce (vi consiglio sempre di congelarlo nel momento in cui abbiate la voglia e il tempo di prepararlo), salate e fate andare per circa una decina di minuti un quarto d’ora fino a quando risulta abbastanza morbido.  Aggiungete i calamaretti tagliati a listarelle e spegnete il fuoco. Il calore del grano andrà a cuocere delicatamente  i molluschi che risulteranno morbidi e profumati. Aggiungete a vostro piacimento il pepe e  servite caldo. Stupirete i vostri ospiti. Facile , no? Buon appetito.

lunedì 6 agosto 2012

Ristorazione, recensioni online : verità o manipolazioni?


Quanti di noi, almeno una volta nella vita, abbiamo consultato un sito di recensioni online per verificare la bontà o meno di un ristorante? Forse, la domanda che non ci siamo posti è fino a che punto i giudizi possono considerarsi attendibili o manipolati ad arte per esaltare o denigrare un ristorante in particolare. Infatti, proprio in questi giorni, sul web sta montando una querelle sull’attendibilità o meno di alcuni siti resi celebri proprio per il servizio offerto al grande pubblico della rete. Questo perché, si è notato, da parte anche di grandi personaggi della cultura gastronomica nazionale (e non solo), di alcune “anomalie” nel giudizio del proprio lavoro e delle proprie attività.  Queste “incongruenze” hanno creato una rete di relazioni e di comunicazioni proprio tra coloro che si sentono  danneggiati da questo sistema fin troppo democratico, nel quale qualsiasi persona può dare un qualsiasi giudizio dell’operato di un ristoratore senza conoscerlo né esserci mai stato. Il problema sorge nel momento in cui questo sistema, non solo  viene utilizzato da imprenditori senza scrupolo che nel loro piccolo denigrano i propri colleghi, ma quando viene creata ad arte e scientificamente una struttura volta ad essere essa stessa motivo di guadagno. Mi spiego meglio : pagare un’organizzazione per recensire negativamente o per ricevere dei giudizi super positivi.  E ora, una volta innescato il meccanismo, questa discussione sembra non avere più freni o censure. Addirittura si è scomodato “El pais” che ha redatto proprio oggi un articolo su questo fenomeno (http://cultura.elpais.com/cultura/2012/08/05/actualidad/1344185088_820913.html ), ma anche il Corriere della Sera, Panorama, la rivista “Italia a tavola” che stanno cercando di aprire una vera e propria discussione che potrà portare conseguenze rivoluzionarie. Ad esempio, in Toscana il duo Cursano – Capria (il primo presidente regionale e vicario nazionale Fipe, il secondo patron e chef dei ristoranti Baccarossa e Baccabianca di Firenze) stanno cercando di portare avanti un discorso che vorrebbe coinvolgere non solo la propria regione d’appartenenza, ma anche il fior fiore della ristorazione italiana (basti pensare anche che chef stellati come il maestro Bottura hanno palesato delle storture nel sistema delle recensioni). Questa crociata viene portata avanti per tutelare proprio chi, nel mondo dell’enogastronomia, fa una ragione di vita, s’impegna quotidianamente affinché il made in Italy riscuota sempre più successo, e, ovviamente, si crei una regolamentazione precisa e seria in un mondo dove la confusione la fa da padrona e dove bisogna lottare contro veri e propri colossi mondiali. Ovviamente anche e soprattutto a vantaggio del consumatore finale. Questo non significa assolutamente mettere il bavaglio alla libera informazione oppure alla meritoria arte della critica, ma limitare il più possibile, la deplorevole e aberrante incontrollata macchina del fango. 

giovedì 26 luglio 2012

Meravigliose polpette di melanzane

Ad ogni boccone un’esperienza nuova, scoprire ogni singolo ingrediente, sentire il crunch della crosta dorata e profumata, affondare i denti e le labbra nella polpa saporita e soda.  Queste le mie sensazioni  delle meravigliose polpette di melanzane. Potete utilizzarle come apetizer (dandole una forma più piccola), ma anche servirle come un vero e proprio secondo accompagnato da una fresca insalata di pomodori o con dello yogurt greco e, perché no, farsi un succulento panino.

Ecco a voi la ricetta per 6/8 polpette.

Ingredienti:

2 melanzane lunghe
1 mazzetto di basilico fresco
2 fette di pane (anche raffermo va bene)
Pan grattato qb
Olio evo qb
1 albume d’uovo



Preparazione:

Fate cuocere le melanzane in forno a 200° per circa una mezz’ora.  Schiacciatele con una forchetta in modo da creare un composto omogeneo (non frullatele, vi verrebbe una crema che non sarebbe utilizzabile per questa preparazione) e aggiungete tutti gli ingredienti rimanenti : il basilico spezzettato con le mani, l’olio, il sale, il pane (prima ammollato nell’acqua e poi strizzato per bene) e infine l’albume d’uovo per tenere legata la preparazione.  La bellezza di questa ricetta è che potete aggiungere ingredienti a piacimento : ci starebbe molto bene dell’aglio tritato fresco o della menta, io preferisco una preparazione semplice ma molto profumata grazie al basilico. Una volta amalgamato il tutto, fare la classica forma delle polpette e passarle nel pan grattato.  Fate riscaldare in una padella l’olio evo e soffriggete le vostre polpette prima da un lato e poi dall’altro. Ovviamente potete variare la forma di cottura in base alla vostre esigenze, ad esempio potete disporre le polpette su carta forno e accendere il grill per dorarle prima da un lato e poi dall’altro, magari usando uno spruzzino e vaporizzando dell’olio in maniera uniforme. Questa volta, il consiglio è di soffriggerle nell’olio caldo e creare una crosticina croccante, saporita e profumatissima.  Farete impazzire i vostri ospiti, buon appetito!

martedì 24 luglio 2012

La migliore “amatriciana” dal Varesino a Roma


Entrare nel ristorante di “sor Fernando” è come sfogliare un album di fotografie in bianco e nero, magari ingiallito non per il tempo ma per la quantità di persone che l’hanno visto, scrutato, vissuto. Scendere quei pochi scalini significa entrare in una macchina del tempo che ti riporta da Mamma Roma, la città eterna piena di contraddizioni, la Roma dei papi, degli aristocratici, ma anche del popolo, di Pasquino, di Fellini, della dolce vita. Le pareti, il pavimento, le volte talmente basse quasi a toccarti la testa, la cucina a vista, il dialetto romanesco che ti fa compagnia, il vicino che ti mangia accanto come se fossi in un’unica famiglia.  E passa tutto in secondo piano, sei trasportato in un’altra epoca, tutto come in un film : e così ti immagini Aldo Fabrizi seduto ad un tavolo a discutere con la Sora Lella, Sordi a litigare con gli spaghetti, Pasquino a scrivere sui muri poemetti contro il Papa Re. Esperienze che solo e solamente la cucina, il cibo, possono regalare, momenti che solo a tavola possono essere evocati. Sor Fernando trottola tra i tavoli, alza la voce, ma ti regala anche un sorriso tra le mille pieghe di un volto che ha servito migliaia di persone. E lo fa per passione, non per altro. In questa scenografia felliniana, tra l’ingegnere e l’operaio, il politico e il disonesto, l’oscar come migliore attore va sicuramente dato ad un piatto che non ha eguali. Ho vissuto per qualche mese a Roma, ci ritorno sempre volentieri, ma gli spaghetti alla amatriciana che ho mangiato ieri, ma in vita mia. In un piatto non molto largo ma tanto profondo, lavato e rilavato centinaia di migliaia di volte, era stato adagiato un nido di spaghetti numero cinque, il numero perfetto. Cotti magnificamente, legavano alla perfezione con il sugo pomodoro e guanciale, un’esperienza divina che veniva sugellata da una spolverizzata abbondante di pecorino romano dop.  Amerigo mi aveva fatto percorrere tutta la città assicurandomi un’esperienza culinaria di primissimo livello e ne abbiamo discusso tutta la giornata. Grazie Fernando il Varesino,  questi ristoranti andrebbero tutelati come delle vere e proprie creature in via d’estinzione.

Trattoria "Il Varesino" - via Varese 5, Roma

venerdì 20 luglio 2012

Filetti di peperoni alla Giusi con capperi,acciughe, olive e pan grattato


I peperoni, così squisiti e pure così indigesti, vero? Provate questa ricetta e li potrete mangiare in gran quantità anche di sera, garantisce il sottoscritto. Il problema è che sono tanto buoni che un filetto tira l’altro, l’accompagnamento con pane fresco è d’obbligo e mangiarli con una mozzarella di bufala fresca è davvero l’apoteosi. Ovviamente ogni volta che li faccio non riesco mai ad eguagliare la maestria di Giusi, ma ci vado vicino. Ecco a voi la ricetta

Ingredienti:

2 Peperoni
Capperi sotto sale una manciata
6/7 Filetti di acciughe sott’olio
Pan grattato qb
10/15 olive nere (taggiasche o kalamata vanno benissimo)
Olio evo qb
Niente sale!

Preparazione:

Adagiate i due peperoni su una teglia con carta forno e fate cuocere 30/40 minuti in forno caldo a 200 gradi (saranno cotti nel momento in cui li vedrete sgonfiarsi e la pelle inizierà a staccarsi da sola). Fateli raffreddare e poi spellateli ed elminate i semi (in questo modo i peperoni saranno digeribilissimi). In un recipiente mettete  i capperi, le olive sminuzzate, i filetti di alici tagliati a pezzettini e infine un giro d’olio. Unite i peperoni e fate amalgamare il tutto. Ora versate lentamente in pan grattato e fategli assorbire tutti gli umori ei profumi del composto e fermatevi nel momento in cui non riuscirà ad essere umido. Nel caso in cui abbiate esagerato con il pan grattato, aggiungete un filo d’olio evo.  Semplicemente gustosi, buon appetito!

mercoledì 18 luglio 2012

La pappa al pomodoro – ricetta originale!




Piatto di recupero, comfort food, cucina regionale, come la si voglia chiamare la “pappa al pomodoro” fa parte del patrimonio nazionale gastronomico italiano. Quando non c’era nulla da mangiare, il pane secco, i pomodori maturi e qualche foglia di basilico si riusciva sempre a trovarli e così nasce la pappa al pomodoro. Mi ci è voluto un po’ di tempo per postarla, perché avevo intenzione di chiedere a più persone la ricetta, per rendermi conto degli ingredienti base e delle variazioni sul tema. E sono così giunto a questa ricetta, che nel mio piccolo definitivamente caratterizza questo splendido piatto.  E’ il periodo giusto per realizzarla, in quanto i pomodori sono al massimo della maturazione e del sapore, ma volendo potete farla anche d’inverno usando degli ottimi pelati. Ecco a voi gli ingredienti e la preparazione

Ingredienti  per sei persone:

1 kg. di pomodori maturi
1 litro di brodo vegetale (non di dado, ma fatto in casa)
600 gr. di pane raffermo, possibilmente toscano o senza sale
Basilico fresco abbondante
Olio evo qb
Sale qb
Triplo concentrato di pomodoro a scelta
3 spicchi d’aglio


Preparazione:

Fate soffriggere gli spicchi d’aglio nell’olio extravergine e poi aggiungete i pomodori maturi tagliati a tocchetti. Fate rosolare il tutto, salate e cuocete per una decina di minuti. Aggiungete, se volete, due cucchiai di triplo concentrato di pomodoro per dare più forza al piatto. Passate al setaccio il vostro sugo per eliminare semi e scorze del pomodoro (a discrezione potete lasciare l'aglio o eliminarlo) e aggiungete un paio di mestoli di brodo vegetale (acqua, carote, sedano, prezzemolo, cipolla). Assaggiate di sale (fatelo prima perché dopo sarà  alquanto difficoltoso con la presenza del pane che assorbe velocemente tutto) e iniziate ad aggiungere dei tocchetti di pane raffermo continuando a girare il tutto. Alternate il brodo al pane e continuate a girare fino a completo assorbimento. Il piatto sarà pronto quando tutto il pane si sarà ammorbidito e vi si presenterà in forma di pappa, appunto. Lasciate raffreddare il composto, poi ponetelo in frigo per qualche ora (mi piace mangiarla fredda). Al momento di servirla, spezzettate le foglie di basilico (non c’e’ una quantità precisa ma a me piace abbondare con questa pianta) e impiattate. Buon appetito.

lunedì 16 luglio 2012

“DivinPeccato”, passione e amore per la cucina


Quando ad ogni boccone che gusti riesci ad assaporare non solo il cibo, ma senti  l’amore come ingrediente principale, allora si fa centro, sempre e comunque.  Non appena incontri il gestore della sala di un qualsiasi ristorante capisci se mangerai bene o no. Questione di sesto senso. Almeno il mio. I particolari fanno la differenza.  E’ difficile spiegarlo, ma tra amanti della cucina ci si capisce anche senza parlare. A pochi chilometri dal lago Trasimeno abbiamo scoperto il “DivinPeccato”. A guardarlo sembrava di recente apertura, guidato da due giovani con una marcia in piu’, uno in sala e l’altro in cucina. Pane caldo fatto in casa, disponibilità alla spiegazione dei piatti ordinati, pulizia e cortesia, l’inizio prometteva bene. Gli antipasti avevano mantenuto la promessa: una parmigiana di cipolle di Cannara delicatissima, profumatissima, mai provata fino ad ora e un flan di pecorino di Pienza su composta di pere mi avevano messo davvero di buonumore, dovevo continuare quel viaggio culinario.  Come primo dei gustosissimi taglierini (al dente) al tartufo umbro (si badi bene, il tartufo era quello vero, non lasciava nessuna scia “chimica”) e ravioloni di pasta all’uovo con pesce persico del Trasimeno, davvero particolari e dal sapore deciso. Tutto meravigliosamente delicato e saporito.  Per concludere, una caramella di pasta sfoglia con ricotta e cioccolato, un “divin peccato” ovviamente! Il tutto innaffiato da due vini locali e giovani, uno rosso e l’altro bianco. Caffè (miglioriamo?) e conto equo a concludere questa cena inaspettata. Se questo è l’inizio, siamo sulla buona strada per un cielo…stellato. Complimenti!

RISTORANTE DIVINPECCATO | V. TRASIMENO 95 - PANICAROLA - CASTIGLIONE DEL LAGO (PG) - 
Cel. 347 1562289 - Cel. 347 9150248 

giovedì 12 luglio 2012

Lasagnetta di melanzane e pecorino fresco di Pienza




Nel mio ultimo week end culinario sono stato in Val d’Orcia. Posto incantevole che consiglio a tutti, la Toscana non finisce mai di stupire con i suoi colori, le sue colline, i suoi profumi.  Ho la fortuna di viverci e di godere quasi quotidianamente di questi paesaggi  e dei suoi sapori. Ovviamente, essendo i miei viaggi “culinari”, non potevo non portare con me un souvenir, gli unici che il mio trolley oramai accetta. Niente cartoline, ninnoli, orpelli inutili che vanno ad ingrassare il turismo di massa, ma solamente prodotti tipici del luogo, magari cercati e ricercati in piccole fattorie e strade “dissestate” (vero Elisa?).  Un trittico di pecorino di Pienza, apprezzato e conosciuto in tutto il mondo, contenente un formaggio fresco, uno stagionato e un altro messo a “riposare” sotto le foglie di noce.  Avendo a casa delle melanzane appena colte dall’orto ho approfittato e realizzato questa ricetta.

Per quattro lasagnette:

due melanzane tonde
pecorino fresco qb
due pomodori
una manciata di foglie di basilico fresco
sale qb
olio evo qb

Procedimento:

Lavate ed asciugate bene le melanzane e tagliatele a rondelle di mezzo centimetro circa. Passatele sulla piastra molto calda, prima da un lato e poi dall’altro, salatele e mettetele  raffreddare. Nel frattempo tagliate a dischetti il vostro pecorino fresco (va bene anche un altro formaggio fresco e filante), lavate le foglie di basilico e tagliate e a rondelle i vostri pomodori. Ora procedete all’assemblaggio: un dischetto di melanzana, uno di pecorino e una foglia di basilico, ancora un altro dischetto di melanzana, pecorino e basilico. Concludete con l’ultimo disco di melanzana e infine il pomodoro fresco e un’ultima foglia di basilico. Cospargete il tutto con un giro d’olio extravergine d’oliva e un pizzico di sale. Infornate a 180° gradi per qualche minuto, non appena vedete che il pecorino inizia a sciogliersi potete impiattare e servire. Buon appetito!

giovedì 5 luglio 2012

Torta ricotta e pere di Silvia




Questo torta è straordinaria nella sua bontà e semplicità. Quando Dario la portò a casa mia per una cena, subito gli chiesi la ricetta, dovevo assolutamente pubblicarla sul blog. Non conosco quella dell’inventore della classica “ricotta e pere”, ma vi assicuro che questa versione è ugualmente eccezionale.



Ingredienti per il ripieno:

500 gr. di ricotta di bufala o pecora
250 gr. di zucchero a velo
250 ml. di panna da montare
2 confezioni di pere sciroppate
Ingredienti per il biscotto:
250 gr. di farina 00
100 gr. di burro
1 uovo
50 gr. di nocciole tritate
1 stecca di vaniglia
1 pizzico di sale
1 pizzico di bicarbonato
½ bustina di pan degli angeli

Procedimento per il ripieno:

Montate la ricotta con le fruste e un po’ alla volta amalgamatela con lo zucchero a velo. A parte, montate la panna (mi raccomando panna fresca e fredda di frigo, non comprate quella spray). Unite i due composti delicatamente e non con le fruste (rischiereste di smontare la panna e avere una consistenza liquida) e infine il contenuto di una scatola di pere sciroppate tagliate a dadini. Conservate il tutto momentaneamente in frigo.

Procedimento per il biscotto:

Setacciate la farina, unite il burro a temperatura ambiente, l’uovo (anch’esso a temperatura ambiente),il sale, il bicarbonato, le nocciole tritate e il lievito. Impastate e create una massa omogenea (non impastate troppo, sennò rischiate di cuocere gli ingredienti con il calore delle mani). Avvolgete l’impasto in un panno umido e ponete in frigo per una mezz’ora.

Assemblaggio della torta:

Tirate fuori dal frigo l’impasto e dividetelo in parti uguali. Delicatamente,  con il mattarello tirate un biscotto di circa venti centimetri  di diametro che farete cuocere in forno caldo a 180° per circa venti minuti. Farete lo stesso con l’altra parte dell’impasto. Una volta raffreddati i dischi, togliamo il ripieno dal frigo e procediamo ad assemblare la torta. Io preferisco assemblarla in una tortiera con cerniera e poi sformarla. Prendete un disco che sarà la base e, delicatamente, versatevi tutto il ripieno, coprendolo poi con l’altro biscotto. Nel caso in cui dobbiate servire la torta subito, allora potete guarnirla con zucchero a velo e, con le altre pere sciroppate, fare una decorazione a vostro piacimento. In caso contrario, conservatela nel frigo e poi, al momento opportuno, la andrete a decorare. Vi assicuro che il risultato sarà superlativo. Ovviamente, un grazie di cuore a Silvia!

Questa ricetta partecipa al contest "Un dolce al mese- la ricotta" -
http://morenaincucina.blogspot.it/2013/03/un-dolce-al-mese-sfida-di-marzo-2013.html?showComment=1363794315681#c1757979033702134402

martedì 3 luglio 2012

Scrigno di melanzane e alici fresche con cuore morbido di mozzarella e basilico




Questo esperimento culinario mi ha sorpreso più del previsto. Per una cena con amici amanti della cucina volevo un piatto semplice ma efficace, d’impatto. Spulciando tra i miei appunti mentali sono arrivato alla sua realizzazione, davvero sorprendente. Ho usato materia prima stagionale e di altissima qualità e poi tutto nel congelatore per cene future, piccoli segreti di Pulcinella. E ora voglio condividere con voi questa piccola delizia.

Ingredienti per sei tortini:

2 melanzane lunghe
200 gr. di mozzarella o fiordilatte (se preferite provola fresca affumicata)
400 gr. di alici fresche
6 foglie di basilico fresco
Olio evo qb
Sale qb
Un bicchiere di succo di pomodoro
Sei pomodori pachino
Sei stampini  di alluminio per muffin usa e getta



Preparazione:

tagliate per la lunghezza le melanzane (circa mezzo centimetro),  friggetele in olio caldo (potete anche farle sulla piastra per un piatto più salutare), salatele e lasciatele raffreddare.  Nel frattempo pulite le alici dalle interiora e dalle lische cercando di non dividerle. Foderate gli stampini inserendo le melanzane per la lunghezza, poi aggiungete le alici (sempre per la lunghezza) e infine, al centro, il cuore di mozzarella e la foglia di basilico. Richiudete su se stesse le melanzane e le alici, sigillate e ponete in forno caldo a 150° per circa sei minuti. Nel frattempo preparate lo specchio con il succo di pomodoro. Conditelo con sale, olio e fate una base sui piatti sui quali adagerete i tortini appena pronti. Per concludere, il pomodoro pachino sulla sommità per la decorazione del piatto. La dolcezza delle melanzane si sposa alla perfezione con la carnosità delle alici, fino ad arrivare alla morbidezza della mozzarella profumata al basilico. Il tutto, in contrasto con l’acidità del succo di pomodoro (servito freddo mi raccomando), che crea una sorta di dicotomia tra il freddo e il caldo, l’acidità e la dolcezza. Stupirete tutti, garantisce il viaggiatore. Buon appetito!

Questa ricetta partecipa al contest "Se avessi un ristorante"

http://www.lepellegrineartusi.com/2012/05/se-avessi-un-ristorante.html






lunedì 25 giugno 2012

S.O.S. celiachia!


Rosanna è una mia carissima amica, giornalista per vocazione, celiaca per "obbligo". Ci accomunano moltissime cose, tra cui la passione per la penna e per il calcio (ma solamente per una squadra in particolare, "la" squadra). Nelle nostre chiacchierate è nata l'idea di creare una rubrica dedicata completamente al mondo della celiachia, con consigli, magari ricette, discussioni, approfondimenti e quant'altro. Ecco il primo di una lunga serie di articoli (almeno spero, Rosanna non ti spaventare!). Non mi dilungo ulteriormente e lascio a lei la "parola".



S.O.S  CELIACO A CENA!

Sei un po’ preoccupato perché a cena avrai i tuoi amici e tra loro c’è anche un celiaco? Tranquillo. Basta partire dal semplice concetto che un celiaco è una persona normale, non è malato e, per i più cocciuti, aggiungo che la celiachia non è contagiosa! Ci tengo a dire questo soprattutto per quanti solitamente sentono dirmi “sono celiaca” e mi guardano con la compassione con cui si guarda chi, con infinita rassegnazione, sa di non essere “normale”.
Ironia a parte, cerchiamo di capire insieme di che cosa si tratta.
La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine contenuto in determinati cereali. L’assunzione di questi cereali  negli individui predisposti, causa danni più o meno gravi al tratto intestinale, dove avviene l’assorbimento degli alimenti. Il celiaco che non esclude il glutine dalla propria dieta, va inesorabilmente incontro a malassorbimento intestinale. Questo, a seconda del grado di intolleranza, può causare sintomi come diarrea, vomito, dimagrimento, anemia, aborti, carenza di varie sostanze come vitamine, calcio, ferro e sali minerali, che a loro volto possono causare ulteriori disagi e sintomi.
Ritengo, per esperienza personale, che questi sintomi possono fungere da campanello d’allarme negli individui ai quali non è stata ancora diagnosticata la celiachia.
Essere celiaco vuol dire semplicemente non poter mangiare determinati alimenti: tutto qui! Una volta capito il problema ed escluso il glutine, un celiaco torna nuovo di zecca!  
E allora, tu che ti accingi ad indossare il grembiule per preparare la tua fantastica cena tra amici con “intruso”, prendi il taccuino e annotati questa lista: 

-frumento (grano)
-avena
-farro
-segale
-kamut
-orzo
-monococco
-spelta
-Triticale

Una volta individuati i cereali vietati ad un celiaco, si deve escludere tutto quanto derivato da essi. Quindi: no a farina, malto, crusca, pasta, pizza, pane, focacce, crepes, piadine, pan grattato, grissini, salatini, biscotti, merendine, pasticcini e torte.
A questo punto, la confusione sarà alle stelle e ti starai chiedendo: “se escludo la pasta, il pane, la pizza, le torte, etc. che cosa posso servire nel piatto del mio amico celiaco?” 
La risposta è più facile a farsi che dirsi: perché tutte queste pietanze, tanto amate da noi italiani, potranno comunque essere servite, purché siano a base di riso, mais, fecola di patate, soia e grano saraceno. Ogni pietanza può essere cucinata senza glutine: anche i dolci!
Sul mercato esistono ormai variegate marche di prodotti “gluten free” che potrai procurarti prima della preparazione del pasto. Ad esempio: opti per una bella spaghettata? Ok, acquista un pacco di spaghetti senza glutine nella farmacia o parafarmacia più vicino casa. Ultimamente anche i più market, supermercati e centri alimentari si sono attrezzati e vendono prodotti senza glutine in reparti specifici a prezzi più vantaggiosi rispetto alla farmacia.
Tra i vietati e i permessi, esistono anche alimenti a “rischio”: questi sono i più difficili da individuare, ma basta consultare l’etichetta in cui sono elencati gli ingredienti. Rientrano in questa categoria del “forse ” alcuni salumi, le salse già pronte, le barrette di cioccolata, i succhi di frutta, i gelati.
Cosa fare, però, se un celiaco viene all’improvviso a cena da te e non hai in dispensa nulla di preconfezionato senza glutine? Orienta il menù su un risotto, oppure su un secondo con contorno. Carne, uova, pesce, verdure, insalate, patate, carote e ortaggi vari sono tutti alimenti naturalmente privi di glutine. Ma attenzione: non aggiungere mai farina di tipo “00”oppure pan grattato a nessuno di questi alimenti, altrimenti sarà tutto inutile e il tuo povero ospite passerà una nottaccia!
Inoltre è bene sapere che i celiaci possono mangiare i derivati dal latte, ma è buona norma informarsi prima se il celiaco non sia anche intollerante al latte: alla celiachia spesso piace andare a braccetto con l’intolleranza al lattosio!
Comunque sia, stai sereno in quanto un celiaco quando mangia fuori casa è consapevole di ciò che può mangiare, quindi sicuramente raccoglierà le informazioni necessarie per capire se una portata può o non può assaporarla. Esiste, però, un incubo per noi celiaci che si chiama “contaminazione” legata soprattutto agli utensili da cucina (cucchiaie, mestoli, teglie, coltelli, forchette, scolapasta, pentole): l’accorgimento che ti consiglio è di non utilizzare mai utensili “sporchi di glutine” per gli alimenti senza glutine. Ad esempio: per scolare la pasta senza glutine non utilizzare lo scolapasta che hai usato un attimo prima per la pasta “normale”, semmai lavalo o prendine un altro. Altro accorgimento: taglia il pane “glutaminoso” prima di apparecchiare. Molte persone di mia conoscenza sono, infatti, solite spezzare o tagliare le fette di pane a pasto in corso. Questo, oltre ad essere un gesto che il galateo vieta, può causare la pioggia di briciole di pane che vanno ad insidiare il piatto, il bicchiere e la tranquillità del celiaco.
Detto questo, non mi resta che augurare a te e al tuo amico celiaco buon appetito! Ah, dimenticavo: a fine pranzo non offrire come digestivo un cicchetto di vodka o gin al tuo amico, ma scegli un fresco limoncello o un caldo rum.  

Rosanna Gentile

giovedì 14 giugno 2012

Linguine con tonno fresco e granella di pistacchio





Spadellare in una vera e propria cucina di un ristorante è come aver guidato sempre una cinquecento e poi essere passato ad una Ferrari. Ovviamente un’emozione indescrivibile, che solo chi ha la passione per quest’arte può capire. L’impatto è stato forte, le padelle che pesano come un macigno, i mestoli che ti sembrano immensi, una cucina che ti appare sconfinata. Ma anche un vero e proprio luna park, pieno di giochi, di fiamme e montagne russe, di specchi magici e pentoloni da stregone. Non finirò mai di ringraziare Amerigo di avermi dato questa possibilità, di avermi fatto indossare il camice nero da chef e la bandana rossa da pirata. L’ho ringraziato a modo mio:  linguine trafilate al bronzo con tonno fresco e granella di pistacchio. 





Dosi per 4 persone:

320 gr. di linguine trafilate al bronzo
200 gr. di filetto di tonno fresco
Una manciata di granella di pistacchio
Fumetto di pesce qb
Sale qb
Pepe qb
Olio evo qb





Preparazione:

Mettete qualche mestolo di brodetto di pesce in una padella, portatelo ad ebollizione e trasferiteci le linguine. Controllate di tanto in tanto che il brodetto non si asciughi completamente e continuate a risottare fino a che la pasta non sia al dente. Spegnete il fuoco e aggiungete il tonno tagliato a dadini, amalgamate per qualche istante (il tonno deve cuocere col calore della pasta e rimanere umido) poi impattate a nido e spolverizzate con la granella di pistacchio e un giro d’olio a crudo. E’ un piatto semplicemente meraviglioso!

martedì 12 giugno 2012

Una cena al "Baccarossa"

Dopo l'esperienza a dir poco entusiasmante del corso di cucina al ristorante "Baccarossa"  in pieno centro a Firenze, a pochi passi dalla splendida Chiesa di Santa Croce, ho deciso di andare a provare la sua cucina. Che dire, esperienza culinaria altrettanto straordinaria. Amerigo ti accoglie nel suo locale vestito da pirata rosso: giacca professionale da chef, bandana nera d'assalto e una coinvolgente simpatia. Per la scelta del menù mi affido completamente al suo istinto e all'ispirazione del momento. Tutto incentrato sul mare, ovviamente. A curare la sala c'è Milo, magro come uno spillo, occhio sveglio, simpatico e professionale allo stesso tempo. Il locale è molto curato nei particolari, le luci soffuse creano un'atmosfera intima e la musica jazz ti accompagna per tutto il pasto. Per cominciare una tartare di tonno freschissimo marinata negli agrumi, un meraviglioso gambero di Favignana e calamaretti viola del Tireeno. Ho sempre molte remore quando mangio pesce crudo, ma questa volta sono rimasto letteralmente allibito dalla freschezza e sapore di questo piatto. Amerigo ci ha consigliato un vino bianco Alsaziano fruttato altrettanto eccezionale che ha preceduto una linguina alla spigola e pomodoro concassè di una delicatezza unica. Un piccolo nido di sapore e profumi intensissimi. Mi spiegava lo chef, che il segreto della cottura di questo tipo di pasta sta nel cuocerla e risottarla completamente nel fumetto di pesce, in modo tale che possa assorbire tutti i profumi e sapore del mare, senza che venga cotta in acqua e poi ripassata in padella. Come secondo è arrivata una millefoglie di spigola con pasta phillo, una sintesi di croccantezza e sapore mai provati. La pasta phillo (acqua, farina, sale e olio) è un'ottima alternativa alla classica pasta sfoglia, anzi, secondo il mio modesto parere, è una preparazione che rappresenta un vero e proprio jolly per chi cucina, leggera, croccante e saporita nello stesso tempo. Per concludere in bellezza la serata, Milo ci ha serviti una semifreddo al croccantino che meritava il bis. Che dire, finalmente dopo tanti ristoranti specializzati nella preparazione del pesce, ne ho trovato uno che merita davvero una stella...a buon intenditor...Consigliatissimo!

lunedì 11 giugno 2012

La torta al cioccolato della Marina





E’ una delle torte al cioccolato più buone che abbia mai assaggiato. Soffice e saporita, adatta per la prima colazione o per uno spuntino, ve la consiglio vivamente (attenzione: può creare dipendenza!) . La sua bontà è pari alla sua semplicità, d’altra parte,  con la vita frenetica di Marina (grandissima artista dello scongelamento piatti pronti) non poteva che essere altrimenti, anche se questa volta ha stupito tutti e si è meritata un posto sul blog! 



Ecco a voi le dosi:

300 gr. di ricotta di pecora
200 gr. di zucchero a velo
3 uova
200 gr. di farina 00
1 bustina di lievito per dolci
2 cucchiai di cacao amaro
150 gr. scaglie cioccolato fondente (o gocce)







Preparazione:

Montate per bene la ricotta con lo zucchero a velo e amalgamate. Aggiungete le uova,  la farina e il lievito. Create un composto omogeneo e senza grumi e poi inserite il cacao setacciato e le scaglie di cioccolato fondente. Forno caldo a 180° per circa trentacinque minuti. Ecco la torta della Mari, risultato assicurato!