mercoledì 23 settembre 2015

Pizzoccheri con broccoli al vapore - vegan gluten free


Piatto semplice, povero, economico, ma gustosissimo e pieno di energia. I pizzoccheri sono un tipo di pasta realizzata con il grano saraceno (che grano vero e proprio non è) e quindi adatti anche a chi ha problemi di celiachia. La cottura al vapore (una vaporiera di bambù costa sui dieci euro) permette di mantenere pressoché inalterate le proprietà organolettiche della verdura che non perderà i sali minerali, le vitamine e il gusto.

Ingredienti per quattro persone:

320 gr. di pizzoccheri (li trovate facilmente nei grandi supermercati e costano davvero poco)
2 broccoli di media dimensione
olio evo qb
sale qb
pepe a scelta
peperoncino a scelta

Preparazione:

Lavate i broccoli e poneteli nella vaporiera. Riempite una pentola di acqua, poggiateci la vaporiera e portate ad ebollizione. Dopo circa quindici minuti i broccoli saranno teneri da sfaldarsi facilmente con la forchetta (potete usare anche un minipimer). Conditeli come più vi piace: io ho messo olio a crudo, pochissimo sale, pepe e peperoncino (potete usare anche pomodori secchi, acciughe ecc. ecc.). Nella stessa acqua fate cuocere la pasta e una volta al dente mescolatela con la verdura. Un piatto davvero semplice, ma molto economico e davvero salutare. Buon appetito!

mercoledì 16 settembre 2015

Frittata di pasta in padella: non tradisce mai!


Frittata di pasta, pizza di maccheroni, pizza di spaghetti, ecc. ecc. Come la si voglia chiamare è sempre un grandissimo evergreen, soprattutto per noi meridionali. Ci ha fatto compagnia nelle gite a scuola, nei picnic in famiglia e nelle famose pasquette. Non avendo un rigido "disciplinare", può essere usata come un vero e proprio svuota frigo (tipo il gateau di patate), anche se a me piace semplice e con sapori netti che si distinguano bene. Può essere realizzata al sugo di pomodoro o in bianco, anche con diversi tipi di pasta, perchè no!

Ingredienti per una frittata in una padella da 24 cm circa.

800 gr. di spaghetti
3 uova intere
salame qb
formaggio a piacere qb
pepe qb
sale qb
olio evo qb

Preparazione.

E' vero, ci sono tanti "quanto basta", dipende solo da voi, dai gusti e dalla quantità di ingredienti che desiderate apprezzare nella frittata. Potete modificarli a piacimento sia in quantità, che diversificando, ad esempio, gli insaccati o i formaggi.
Portate ad ebollizione una pentola con abbondante acqua salata e fate cuocere gli spaghetti fino a che non siano al dente. Scolateli e riponeteli in un recipiente aggiungendo un filo d'olio affinché non si attacchino. Aggiungete le uova e gli altri ingredienti, andando a mescolare per bene con le mani. Riscaldate una padella antiaderente e ungetela con dell'olio. Versate gli spaghetti e appiattiteli con un mestolo. Fate cuocere più o meno sette, otto minuti per lato andando a controllare ogni tanto che non si bruci. L'operazione più difficile è sicuramente quella di girare la frittata e farla cuocere dall'altro lato. Armatevi di forza e pazienza (perchè peserà tanto) e aiutandovi con un coperchio molto ampio la rovesciate, per poi farla scivolare di nuovo sulla padella. Può essere mangiata calda, tiepida e fredda, quindi, a voi la scelta. Buon appetito!

lunedì 14 settembre 2015

Firenze, Ristorante pescheria San Pietro: solo una giornata storta?



L'intenzione è delle migliori, per carità. Apprezzo lo sforzo per l'ambiente curato nei minimi particolari, per la cuoca messa in vetrina a realizzare a mano pasta fresca e, soprattutto (ottima scelta di marketing) di dare il nome di una pescheria ad un ristorante. Ci sono cascato anche io. Mi aspettavo davvero di mangiar bene e spero solo di essere incappati in una giornata storta. Lo spero, ma penso di no, a giudicare dalla materia prima. Ordinati due primi, una birra weiss e una bottiglia di acqua naturale (2,50 euro per un'anonima caraffa d'acqua). Tagliolini alle vongole: sarebbe stato più onesto scrivere ai "lupini" (le vongole sono un' altra cosa). Salati, secchi e senza sapore di mare (il pesce fresco è altro). Strozzapreti allo scoglio. Vero, la pasta è fatta in casa, ma male. Idem come i tagliolini. Quando ordino un piatto di mare mi aspetto di sentire dapprima il profumo, poi il sapore, di essere coinvolto in un'esperienza culinaria di un certo tipo. I due gamberi presenti nel piatto (scoglio?) erano secchi. Capisco che preparino i sughi in precedenza (e non si dovrebbe) ma almeno un tentativo di risottare la pasta andrebbe fatto. Il personale è gentile ma le porzioni sono davvero misere, nel senso anche della quantità (sfido chiunque a dirmi il contrario). Per non parlare del coperto: tre euro di coperto senza neanche avere il pane in tavola. Per me la passione e l'amore per la cucina è altro. Questo è marketing freddo e senza cuore, uno specchietto per le allodole. Semplicemente non ci tornerò.

Lucca: Local food market, non ci siamo, peccato!


Mi dispiace quando devo scrivere una recensione negativa. Cercherò di argomentarla al meglio per far capire che non do un voto scarso per partito preso. La premessa è ottima. Bellissima location, mercato interno e tavolini all'aperto in un discreto silenzio. Insomma, una bella atmosfera. Forno a legna: la cosa mi fa pregustare un'ottima pizza visto che si parla di slow food, prodotti bio ecc. ecc. Ordino una Elisa con acciughe, in pratica una marinara: pomodoro, aglio, acciughe. 1) La pizza era unta, molto unta: sarà perché il pomodoro era stato troppo condito o le acciughe non erano state scolate per bene, ma l'olio colava dovunque. 2) Parecchie macchie di bruciatura sul fondo, ergo il forno non era pulito. 3) Quando la si mordeva faceva fatica a staccarsi, non era morbida ma tenace, ossia la fase di maturazione e lievitazione non erano state rispettate. Il caffè era davvero orribile, per educazione e rispetto non abbiamo fatto presente che era una brodaglia. Semplicemente non ci torneremo più. Peccato, basterebbe poco per rendere questo posto davvero eccezionale. Magari cambiando pizzaiolo e caffè.

mercoledì 5 agosto 2015

Latte di mandorla fatto in casa


Adoro le mandorle. Sono un meraviglioso alimento per il nostro benessere e andrebbero consumate più spesso. In cucina possiamo apprezzarle in diversi modi e preparazioni. Uno di questi è il latte. In Sicilia vendono dei panetti compressi da sciogliere in acqua, mentre al supermercato troviamo un concentrato troppo zuccherino sempre da sciogliere e del latte già pronto. Il problema è duplice: è costoso e non proprio sanissimo. La percentuale di mandorla contenuta è davvero scarsa e poi troviamo altre sostanze in aggiunta come gli aromi artificiali che aiutano a rendere più piacevole il sapore. Allora la soluzione migliore è quello di prepararselo a casa. Il costo è contenuto, sappiamo cosa beviamo e lo zuccheriamo a piacere. Tra i vari utilizzi vi consiglio di provare a farvi un cappuccino, è davvero squisito.

Ingredienti per 1 litro di latte di mandorla:

1 litro di acqua
100 gr. di mandorle con la pellicina
miele, agave, zucchero mascobado a piacimento
1 canovaccio bianco pulito e non profumato

Preparazione:

in un frullatore mettete le mandorle e tanta acqua da coprirle tutte. Frullate per qualche minuto fino ad ottenere una crema. Aggiungete altra acqua e mescolate. Trasferite tutto in un contenitore filtrando il liquido con un canovaccio bianco, pulito e non profumato. Aggiungete l'acqua rimanente e strizzate forte fino a far uscire l'ultima goccia.Versate il latte in un contenitore di vetro. Potete zuccherarlo nel contenitore stesso con agave, miele o zucchero mascobado ad esempio oppure zuccherarlo volta per volta. Con i residui delle mandorle potete fare delle praline frullando il tutto con farina di cocco oppure uvetta sultanina. Ovviamente aumentando la grammatura delle mandorle avrete un latte più marcato, più caratteristico. Si conserva in frigo per due o tre giorni. Agitatelo prima dell'uso perchè tende a scindersi. E' facilissimo da farsi, fidatevi!

venerdì 31 luglio 2015

Meravigliosa pizza in teglia morbida e croccante!


Morbida e croccante potrebbero essere termini in conflitto, ma non per la pizza. E' la prima volta che impasto una pizza per la teglia e posso ritenermi soddisfatto. E' venuta come la volevo: morbida sopra, con tutti gli ingredienti perfettamente cotti e croccantina alla base. Ulteriore soddisfazione è l'aver usato una farina tipo "2" e aver idratato all'ottanta percento. E' un impasto difficile da "domare", ma con un po' di dimestichezza si può fare. Insomma, basta guardare le foto, il risultato è stato strepitoso.









Ingredienti per una teglia da forno:

280 gr. di farina 2
225 gr. acqua
1 gr. di lievito di birra
1 cucchiaino di sale
olio per ungere il contenitore

Preparazione:

Ore 16. In una ciotola inserite l'acqua con il lievito e il sale e fate sciogliere il tutto. A poco a poco aggiungete la farina e continuate a impastare con un cucchiaio di legno. Quando avrete amalgamato il tutto continuate a girare per qualche altro secondo, coprite ermeticamente il contenitore e lasciate riposare per un'ora. Questo lasso di tempo è fondamentale affinchè possiate dopo lavorare la pasta. Trascorsa l'ora, infarinate leggermente il piano di lavoro e date tre o quattro pieghe a uno. Mettete dell'olio nella ciotola e riponete l'impasto per quindici minuti. A intervalli di un quarto d'ora (cinque in totale) continuate a dare le pieghe all'impasto e vedrete che volta dopo volta inizierà a prendere consistenza. Lasciatelo riposare in frigo per ventiquattro ore affinchè possa maturare. Il giorno successivo, nel pomeriggio, fate acclimatare l'impasto per circa un'ora, poi gli date un paio di pieghe leggere a due e lo lasciate lievitare fino al raddoppio. Spolverate il piano di semola rimacinata e delicatamente rovesciate l'impasto. Appiattitelo delicatamente con i polpastrelli e prendendtelo dai lati e allargatelo (sempre delicatamente mi raccomando) e poi trasferitelo su una teglia antiaderente. Io l'ho messo su carta forno e cotto sulla leccarda perchè non avevo teglie a disposizione. Farcite la pizza come più vi piace e mettetela a cuocere in forno alla massima potenza nella parte bassa per quindici/venti minuti. La mozzarella aggiungetela alla fine perchè sennò correrete il rischio di bruciarla. E' più facile a dirsi che a farsi, ma i risultati con questa altissima idratazione sono davvero eccellenti. Buona pizza a tutti

ps  io ho fatto metà teglia marinara (pomodoro e sugo di datterini, aglio, olio, origano e acciughe) e metà simil messinese solo che ho aggiunto del cavolo viola con scarola riccia, pomodorini, acciughe e mozzarrella (la tuma non ce l'avevo, purtroppo).

giovedì 30 luglio 2015

Formaggio feta al cartoccio



La feta, formaggio tipico della Grecia, a parte la sua bontà, si presta a tanti utilizzi. Lo considero un formaggio per le urgenze (insomma quando il frigo piange) perchè può essere sbriciolato nella pasta e nelle insalate. Questa è una preparazione che ho visto in tv su un programma di cucina greca ed  è di semplicissima realizzazione.

Ingredienti

1 panetto di feta
10 pomodorini freschi o 1 pomodoro grande
1 cipolla o cipollotto
capperi qb
origano qb
olio evo qb

Preparazione

Su un foglio di alluminio poggiate il panetto di feta e copritelo con gli ingredienti rimanenti. Chiudetelo ermeticamente e tenetelo in forno caldo a 180° per una  decina di minuti. E' davvero delizioso, provatelo! Buon appetito!

martedì 21 luglio 2015

Spigola o branzino all'acqua pazza


Spigola o branzino come vogliamo chiamarlo, è uno dei pesci dalle carni più pregiate e più saporite. Purtroppo è sempre più raro trovarli non di allevamento e la differenza si nota, tantissimo. Il confronto non regge. Il pesce d'allevamento è grasso, poco muscoloso e con poco sapore. Quindi, il mio consiglio è di mangiare pesce (in questo caso spigole) più di rado ma cercando prodotti di qualità spendendo un poco di più. Ne vale la pena per il palato, l'ambiente e la nostra salute. Ecco il mio modo di preparare la spigola all'acqua pazza.

Per 4 persone:

4 spigole di medie dimensioni
2 spicchi d'aglio
250 gr. di pomodorini freschi (pachino o ciliegino o pomodori freschi maturi)
olio evo qb
sale qb
prezzemolo qb

Preparazione:

Pulite il pesce sotto acqua corrente. Fate soffriggere due spicchi d'aglio e poi aggiungete i pomodori tagliati a dadini e una parte del prezzemolo tritato fine. Lasciate cuocere per qualche minuto, poi aggiungete un paio di mestoli d'acqua calda, salate, adagiate il pesce e coprite. La cottura, ovviamente, varierà a seconda della pezzatura. Per delle spigole medie basteranno una ventina di minuti. Quindi, a metà cottura girate il pesce e controllate che il sugo non sia troppo asciutto. Con calma togliete i branzini dalla pentola, spinateli e puliteli e mettete la carne in un piatto pulito e ampio. Irrorate tutto con il sughetto (che nel frattempo avrete salato senza il pesce) ancora caldo e spolverizzate con del prezzemolo fresco. Se la vostra spigola è di qualità, realizzerete un piatto davvero favoloso. Buon appetito!

mercoledì 15 luglio 2015

Viaggiare con Megabus a 1 Euro? Si può!



Anche in Italia è approdata la compagnia low cost dei bus. Dopo aver avuto grande successo negli Stati Uniti e in  Canada, la flotta è sbarcata anche in Europa. Al momento in Italia si hanno collegamenti tra le più grandi città e andare, ad esempio, da Milano a Napoli con solo un euro è diventata una magnifica realtà. I colori della compagnia sono quelli tipici della più conosciuta RyanAir che fa viaggiare con pochi euro le persone in tutta Europa. Sicuramente questo è solo l'inizio di una rete di trasporto che andrà ingrandendosi sempre di più e ci permetterà di viaggiare low cost anche e soprattutto sul territorio nazionale. Il vantaggio, secondo il mio punto di vista, è la possibilità di trasferirsi da una città estera all'altra sfruttando le compagnie aeree low cost in modo da poter visitare più posti in un solo viaggio spendendo molto, ma molto meno che i collegamenti tra le varie città (ora tra Terravision e altre compagnie i costi sono ancora relativamente alti).
Buon viaggio a tutti!

Per info: www.megabus.com

martedì 14 luglio 2015

Peperoncini ripieni di formaggio - Chili rellenos



Amo la cucina messicana e quando posso spadello i piatti che più mi piacciono. Uno di questi è sicuramente il "chili rellenos", ossia peperoncini piccanti ripieni di formaggio. Ci sono diverse varianti: fritti, al forno, impanati. De gustibus. Io ho realizzato la mia versione con i peperoncini verdi (dalle mie parti si chiamano friarielli), altrimenti detti friggitelli, scottati alla piastra e farciti con emmenthal.

Ingredienti per 4 persone:

20 peperoncini verdi (piccanti o no)
una confezione di emmenthal

Preparazione:

Lavate i peperoncini sotto acqua corrente staccando il picciolo e privandoli dei semi. Fate riscaldare una piastra e fateli rosolare da un lato e poi dall'altro. A me piace la crosticina croccante e un pò bruciacchiata, poi decidete voi. Tagliate a listarelle l'emmenthal e farcite i peperoncini. Passateli al microonde per qualche secondo fino a quando il formaggio non si fonda. Uno tira l'altro, ve l'assicuro! Buon appetito!

lunedì 13 luglio 2015

Panuozzo con lardo di Colonnata, pomodorini e mozzarella



Il panuozzo è un lievitato tipico della Campania, originario di Gragnano (città famosa anche per la pasta e per il vino). E' un parente prossimo della pizza e di facilissima realizzazione. La farcitura è a vostra scelta, meglio evitare il sugo di pomodoro e virare su versioni "bianche", ricche di formaggi, mozzarella e insaccati. Ecco la mia versione:

Per la pasta:

400 gr. di farina per pizza
250 gr. di acqua fredda
1 gr. di lievito di birra
1 cucchiaino di sale

Per la farcitura:

10/15 fettine di lardo o pancetta o altro insaccato
150 gr. di mozzarella o fiordilatte
pomodorini datterino o pachino qb
olio evo qb
sale qb





Impastate la farina con l'acqua (l'ho messa fredda perchè le temperature di questi giorni sono improponibili) nella quale avrete sciolto il lievito. Aggiungete il sale e finite di impastare (per una decina di minuti). Oleate una ciotola e trasferite l'impasto all'interno, coprite con una pellicola da cucina e riponete tutto in frigo per ventiquattro ore. Il giorno seguente togliete l'impasto dal frigo, fatelo tornare a temperatura ambiente e lievitare fino a raddoppio. Accendete il forno alla temperatura massima e su una spianatoia infarinata allungate l'impasto per tutta la diagonale della vostra teglia da forno e con la punta delle dita appiattitelo formando un rettangolo largo circa una ventina di cm (non schiacciatelo troppo perché correte il rischio di perdere i gas della lievitazione). Spennellatelo con dell'olio e fatelo cuocere una ventina di minuti nel forno caldo. Una volta raffreddato tagliatelo a metà e farcitelo come un panino, poi lo riponete in forno altri cinque minuti in modo tale che la mozzarella e il lardo si possano sciogliere. Servitelo caldo accompagnato da una birra fredda! Buon appetito!

venerdì 3 luglio 2015

Profumi orientali: tagliatelle di riso con gamberi, verdure e granella di arachidi


Prendendo spunto da un ricettario di cucina thai e dopo aver assaggiato una variante di questo piatto in un noto ristorante orientale nella stazione di Milano, ho deciso di provarlo a fare a casa. Risultato eccellente! La granella di arachidi si sposa perfettamente con i gamberi, le verdure, la soia e il lime. Si sprigionerà in cucina un profumo meraviglioso che farà venire l'acquolina ai vostri ospiti.

Ingredienti per quattro persone:

350 gr. di tagliatelle/spaghetti di riso
300 gr. di gamberi freschi
4 zucchine piccole
2 carote piccole
1 lime
salsa soia qb
olio evo qb
1 cipollotto fresco
granella di arachidi qb (potete comprare le arachidi salate e tritarle)

Procedimento:

Tagliate a listarelle le carote e le zucchine (io ho usato una grattugia per formaggio con i fori grandi) e sgusciate e lavate i gamberi. In una padella ampia o in un wok fate rosolare il cipollotto, aggiungete le verdure, la salsa di soia e il lime. La cottura dev'essere velocissima, pochissimi minuti, deve restare tutto croccante. Portate ad ebollizione l'acqua, salatela, e cuocete le tagliatelle di riso. Una volta cotte, passatele sotto l'acqua corrente in modo da eliminare l'amido in eccesso. Saltatele in padella a fuoco vivo e aggiungete alla fine i gamberi. Impiattate e spolverizzate il tutto con la granella di arachidi e un giro di olio evo. Credetemi, è una vera bontà dal sapore orientale! Buon appetito!

giovedì 2 luglio 2015

Spiedini di paccheri con mousse di ricotta e tonno in crosta di pistacchio di Bronte




Probabilmente, anzi sicuramente, è una delle preparazioni che mi ha dato più soddisfazione. Ho preso lo spunto da un contest sul tonno a cui sto partecipando e ho realizzato questa ricetta davvero deliziosa. I paccheri sono quelli di Gragnano che tengono benissimo la cottura (molto lunga) e rimangono croccanti come piace a me, la ricotta è quella di bufala e il pistacchio di Bronte: beh, più di così non si poteva chiedere. 

Per quattro persone:

16 paccheri di Gragnano (o di un'ottima marca)
400 gr. di ricotta di bufala o pecora
200 gr. di filetti di tonno in olio d'oliva
100 gr. di pistacchio di Bronte
12 pomodorini datterini
olio evo qb
sale qb






Portate ad ebollizione l'acqua salata e cuocete i paccheri al dente. Nel frattempo preparate una mousse di tonno e ricotta frullando tutto con il minipimer e riempite una sac a poche. Scolate i paccheri e metteteli in una pirofila unta in modo che non si attacchino. Farciteli con la mousse e rotolateli nella granella di pistacchio. Infilzateli con cura con gli spiedini di legno alternando un pomodoro a un pacchero. Irrorateli di olio evo e passateli cinque minuti a forno caldo a 180 gradi per giusto cinque minuti. Serviteli caldi e....buon appetito!





PS: consiglio di prendere un pezzettino di pomodoro ad ogni boccone, la sua acidità e dolcezza si sposa alla perfezione con il resto degli ingredienti.

mercoledì 17 giugno 2015

Idee per un weekend in Lunigiana: la terra dei cento castelli

Terra dei cento castelli, valle della Luna, porta della Toscana attraversata dalla via Francigena, dimora di fantasmi, folletti, storie e leggende. Questa è la Lunigiana.

Qualche chilometro di autostrada e poi d'improvviso un salto di mille anni indietro, nel Medioevo.
Un fine settimana immersi nella storia, nei miti, nelle leggende e nella buona cucina.

Prima tappa: Pontremoli

E' il comune più a nord della Toscana e “capitale” della Lunigiana. Citata nell'itinerario di Sigerico come la trentunesima tappa della via Francigena, quella che partiva da Canterbury e arrivava a Roma, ora è una città sonnecchiosa e tranquilla in cui si respira storia e ottima cucina. Di grande interesse è il Castello del Piagnaro situato sulla sommità della collina lungo la quale si abbarbicano le abitazioni della cittadina e dentro il quale troverete delle Stele antropomorfe in pietra (museo delle Stele) che rappresentano sicuramente il più antico e misterioso patrimonio di questa regione.
Prima di farvi una bella scarpinata per arrivare al castello informatevi se è aperto o meno, in quanto non troverete nessuna indicazione che vi fornisca questa informazione.
Inoltre, da visitare la Chiesa di San Nicolò all'interno della quale si trova un'antica croce lignea e la Cattedrale di Santa Maria del popolo.

Turisticamente, Pontremoli, è come se si fosse cristallizzata negli anni sessanta settanta.
Questa è una mia annotazione personale, fatta e pelle e avallata dalle insegne delle botteghe, dagli arredamenti dei bar e ristoranti e dall'aria che si respira.

Per gli appassionati di cucina e per i collezionisti di mille aggeggi, consiglio vivamente di fermarsi in una delle tante botteghe del posto per acquistare il “testo”, una pentola in terracotta nel quale possono cuocersi i famosi “testaroli” ed altre specialità culinarie.

La cucina pontremolese è famosa, come ho scritto in precedenza, per i testaroli (un impasto di acqua e farina dal quale si ricavano dei grandi cerchi che divisi in pezzi vengono serviti con pesto o olio e formaggio). Inoltre assolutamente da provare la torta d'erbi e i tortelli ripieni di ricotta.



Dove mangiare

Osteria della Luna - cucina tipica del territorio
via Pietro Cocchi 40
Tel. 3471406708

Cosa acquistare

Testi di ghisa o terracotta per cuocere i testaroli o altre pietanze
Miele della Lunigiana
Farro e orzo



Seconda tappa: Fosdinovo

Nel primo pomeriggio, quando la cittadina è praticamente deserta potete recarvi a Fosdinovo. Piccolo borgo medievale a circa un'ora di auto da Pontremoli, è conosciuto per il suo splendido Castello dei Marchesi Torrigiani Malaspina (ecco la recensione completa del castello http://www.viaggiculinari.blogspot.it/2015/06/castello-di-fosdinovo-tra-storia-e.html) . Di origine medievale ha subito negli anni diverse trasformazioni e, purtroppo, danneggiamenti. Oltre a poterlo visitare (costo del biglietto 6 euro per un'ora di spiegazioni dettagliate, comprese leggende su fantasmi e morti violente), all'interno troverete alcune stanze adibite a bed and breakfast. E' assolutamente consigliato dormire, almeno per una notte, nelle misteriose stanze del castello.
La cucina è sempre quella tipica della Lunigiana, con l'aggiunta dei cosidetti “sgabei”, ossia pasta di pizza fritta che accompagnano salumi e formaggi vari. Inoltre, da provare, la salsiccia del Pignone, un insaccato tipico trattato con spezie come la cannelle e i chiodi di garofano.




Dove mangiare

Assolutamente da non perdere il “Circolo Enogastronomico della Resistenza”. Un gruppo di giovani contribuisce a custodire la memoria storica del nostro paese, grazie al Museo Audiovisivo della Resistenza e a una struttura enogastronomica informale che serve piatti tipici della zona a prezzi accessibili a tutti. Conviene telefonare per sapere le aperture, in quanto non essendo un vero e proprio ristorante, apre quando c'e' richiesta da più persone.



Località Prade di Fosdinovo

Tel. 0187680014 oppure 3290099418




Ristorante Emili – cucina tradizionale della Lunigiana
specialità “sgabei”
Prezzo medio 20 euro con menù fisso
Via del Fontana, 7 – Giucano di Fosdinovo
tel. 018768835/018768895 3284536414




Terza ed ultima tappa: cave di marmo di Carrara e Colonnata

A pochi chilometri da Fosdinovo troviamo Carrara e le sue cave e il piccolissimo paese di Colonnata, conosciuto in tutto il mondo per la lavorazione del maiale, soprattutto del lardo. Salendo
da Carrara vi troverete a pochissimi metri da quel marmo che ha fatto la storia dell'arte italiana e mondiale. Michelangelo Buonarroti si recava personalmente a prendere i pezzi di marmo migliori per le sue meravigliose sculture. E' possibile effettuare anche delle visite guidate, sconsigliate a chi soffre di vertigini. Piccoli negozio disseminati sulla strada offrono manufatti in marmo dai prezzi accessibili e alcuni molto utili (come taglieri per formaggi e mortai per il pesto). Sarà per l'altezza, l'aria di montagna o il tempo autunnale, ma una volta arrivati a Colonnata lo stomaco inizia a borbottare e non si può far altro che assecondarlo. L'unica attività della cittadina è concentrata sulla lavorazione del maiale. Credo che tutti gli abitanti, indirettamente o direttamente, vivano di lavorazione del marmo (ci sono negozietti sparsi in tutto il paese) e del lardo. Vi consiglio un giro esplorativo, una visita al monumento in onore del “cavatore” e una foto ricordo della bellissima vista che si può godere su una parte delle cave. Ovviamente avrete l'imbarazzo della scelta su dove degustare e acquistare i prodotti locali (andrete via sicuramente con un souvenir “culinario”). Ah, dovete assoutamente provare il panino del cavatore: lardo, pomodori freschi, olio toscano e origano della zona, semplicemente meraviglioso.











Dove mangiare e acquistare il lardo

Il mio consiglio è di recarvi alla larderia “Mafalda”. Una signora simpaticissima e disponibilissima vi accoglierà nel suo negozio e vi darà tutte le informazioni desiderate. Il bancone della bottega è pieno di cose buonissime e avrete solo l'imbarazzo della scelta su cosa acquistare. Potrete fare degli assaggi e sedervi fuori a gustare il vostro panino. I prezzi sono contenuti e la materia prima è eccezionale.

Larderia Mafalda


Piazza Palestro, 2

tel. 0585768030







martedì 16 giugno 2015

Castello di Fosdinovo, tra storia e leggenda



C'era una volta una donna nobile innamorata di un ragazzo della plebe. Venne rinchiusa nella torre di un castello e poi murata viva come punizione per il suo amore verso un uomo nelle cui vene non scorreva sangue blu. Si dice che la notte si aggiri per i corridoi in compagnia di altri fantasmi che dimorarono in quelle stanze secoli fa.


Quando possiedi le chiavi di un castello, uno vero, quando torni nella tua stanza che oramai il sole è tramontato da un bel pezzo e le condizioni atmosferiche iniziano a peggiorare e tuoni e lampi ti accompagnano mentre apri la porticina cigolante e il tuo cammino nelle stanze è illuminato solo da una torcia, allora puoi essere agnostico, ateo, pragmatico, ma il tuo cuore accelererà il battito e le gambe inizieranno a muoversi più velocemente per arrivare nella stanza dove alloggi.




E' innegabile che tutti subiamo il fascino di una fortezza medievale con tanto di torri merlate, ponte levatoio, prigioni e leggende su fantasmi vari ed eventuali. Muoversi liberamente tra le stanze ammirando arazzi, quadri, mobili antichi e panorami mozzafiato da ogni singola finestra immaginando dame, cavalieri e arcieri che difendono la fortezza da ogni angolo del camminamento merlato, è sicuramente un'esperienza da vivere almeno una volta nella vita. Ti senti stranamente a casa tua, perchè nel momento in cui calpesti pavimenti millenari diventi tu stesso custode e padrone di una cultura che appartiene all'interà umanità.

Il Castello di Fosdinovo, appartenente alla famiglia Malaspina Torrigiani è una costruzione medievale del XII secolo che negli anni ha subito molte trasformazioni e, purtroppo, distruzioni. Grazie all'amore e alla passione dell'attuale proprietà, nel nome del Marchese Pietro Torrigiani Malaspina, questa splendida struttura, posizionata nel cuore della Lunigiana, sta vivendo un nuova vita. E' come un grandissimo libro da sfogliare, da vivere, odorare e toccare. All'interno si respira storia, mito, sofferenza e leggenda. Alcune stanze (in totale nove), sono state trasformate in un bed and breakfast che offre la possibilità agli ospiti di poter soggiornare a apprezzare una struttura di un valore inestimabile.
Storie di faide familiari, di Guelfi e Ghibellini, di amori, stanze con trabocchetti e porte segrete vi affascineranno e stregheranno e vi porteranno indietro nei secoli. Perchè la macchina del tempo esiste e ne avrete la prova.

Gli addetti sono sempre gentili e disponibili, la colazione è servita in una piccola stanza a vetri che vi permette di ammirare una vista davvero incantevole sul castello e sulla valle. Inoltre, è possibile effettuare anche delle visite guidate che vi porteranno a conoscenza della storia del castello e delle leggende che lo animano, di giorno e di notte (sconti previsti per chi alloggia nel b&b).

E' un'esperienza multisensoriale, con prezzi davvero accessibili a tutti, a pochi passi da Genova e Firenze, che davvero consiglio vivamente da fare almeno una volta nella vita.

b&b - Camera delle bifore





la meravigliosa stanza dove viene servita la colazione










Per info e contatti:


  • +39 0187 68 00 13 (B&B)
  • +39 0187 68 891 (Biglietteria)
  • +39 339 88 94 423 (Mobile)
  • +39 055 26 4288 (Ufficio Lo Spino Bianco)

Via Papiriana, 2
54035 Fosdinovo
Massa-Carrara
Italia

Ricordiamo per chi viene in macchina che l’accesso al parcheggio è praticabile solo entrando dal lato nord del paese. Non entrate nel borgo finché non vedete un piccolo benzinaio sotto il castello. Da lì prendere la strada (ignorate il cartello di divieto), fate tre curve ed entrate nella porta medievale del paese, continuate salendo e tenendo sempre la destra, troverete il parcheggio aperto. In fondo c’è un piccola porta grigia, suonate il campanello custode/reception.

Per autobus e pullman:

COMUNICAZIONE IMPORTANTE PER BUS DI LUNGHEZZA SUPERIORE ai 9mt:

 Si informa che i Bus superiori ai 9m sono obbligati di contattare l’ufficio competente della Provincia di Massa Carrara (anche inviando un fax) per ottenere l’autorizzazione di transito sulla SS 446 (dal Viale di Caniparola fino al borgo di Fosdinovo ) dato che la strada che collega Sarzana a Fosdinovo attraverso il borgo di Giucano non è praticabile per i bus. Ufficio Provincia tel: 0585 816400 fax: 0585816430.

giovedì 4 giugno 2015

Polipetti affogati (nel pomodoro)



Quando la materia prima è di grandissima qualità, basta poco per creare un piatto eccellente. Con i tempi di cottura giusti si possono creare ottime pietanze. I polipetti affogati (o purpetielli) sono semplici da realizzare e possono essere sia un primo (usando il sughetto con spaghetti o vermicelli) che un secondo.
Ingredienti per quattro persone

1 kg. di polipetti freschissimi
3 barattoli di pomodori pelati
2 spicchi d'aglio
olio evo qb
prezzemolo qb
sale
peperoncino (a discrezione)



Procedimento

Lavate sotto acqua corrente i molluschi, privateli delle interiora e della pelle. Fate soffriggere in una casseruola i due spicchi d'aglio, aggiungete il pomodoro e poi il pesce. Fate cuocere per una mezz'ora, controllate la cottura e salate. Impiattate con del pane tostato e abbondante prezzemolo o usate il pomodoro come condimento per degli ottimi spaghetti o vermicelli. Buon appetito!

ps ovviamente, mangiati sul mare hanno tutto un altro sapore!

lunedì 25 maggio 2015

Pasta e patate gratinata al forno


La pasta e patate è un piatto povero della tradizione che dà sempre grandi soddisfazioni al palato. Aggiungiamoci anche la gratinatura al forno e il cerchio si chiude: una vera e propria bontà. Semplice, economica e di grande effetto.

Ingredienti per quattro persone:

250 gr. di pasta mista (secondo le preferenze)
2 patate grandi
3 pomodori pelati o 2 cucchiai di concentrato
2 spicchi d'aglio
200 gr. di parmigiano reggiano
200 gr. di provola fresca (anche affumicata)
un mazzetto di prezzemolo fresco
pepe qb
olio evo qb
sale qb

Procedimento:

In una pentola mettete le patate pelate e tagliate a cubetti, l'aglio, il prezzemolo spezzettato grossolanamente con le mani, i pomodori, la metà del parmigiano e aggiungete acqua fino a coprire gli ingredienti. Poi un giro d'olio evo e il sale. Fate bollire il tutto per una decina di minuti e poi calate la pasta. Aggiungete altra acqua fino a coprirla tutto e fate cuocere per quattro o cinque minuti. Nel frattempo accendete il forno e portatelo a 180°. Nella pentola unite la provola e il pepe e fateli amalgamare al composto e trasferite tutto in una pirofila. Spolverizzate tutto con abbondante parmigiano e fate cuocere per un'altra decina di minuti. Controllate ogni tanto la cottura della pasta e quando sarà pronta, accendete il grill fino a formare la crosticina profumata. Buon appetito!




venerdì 22 maggio 2015

Coccoli o pasta fritta



Non c'è dubbio, uno tira l'altro. Mangiati caldi caldi, da soli, o accompagnati con prosciutto e stracchino oppure ripieni di alici. In Toscana si chiamano coccoli, in Campania semplicemente pasta fritta. Qualsiasi nome gli diate, sono goduria per il palato. E semplicissimi da preparare.

Ingredienti

1 kg di farina 0
600 gr. acqua
3 gr. lievito di birra
3 cucchiaini di sale
2 cucchiai di olio evo

Preparazione:

L'impasto è quello della pizza. Nulla più. In una ciotola mettete la farina setacciata e aggiungete man mano l'acqua nella quale avrete fatto sciogliere il lievito. Dopo qualche minuto inserite il sale e poi l'olio fino a incordatura. Ponete in frigo per almeno dodici ore e poi lasciate lievitare fino a raddoppio della massa. Scaldate in una pentola profonda dell'olio di arachidi ad una temperatura di 180° (in mancanza del termometro, ogni tanto immergete nell'olio uno stuzzicandenti, quando inizierà a fare le bollicine, la temperatura sarà quella giusta). Dalla massa, con le mani, staccate dei pezzetti di pasta (la grandezza dipenderà dai vostri gusti) e adagiateli nell'olio bollente fino a doratura. Poggiateli su carta assorbente, salate e servite caldi caldi. Buon appetito!

venerdì 10 aprile 2015

Sapore di vino

Ero seduto in cucina godendomi un bicchiere di vino rosso. Avevo appena stappato una bottiglia, la conservavo nella mia piccola cantina personale, quella che uso quando ho voglia di stare un po’ solo e godermi il silenzio e i tannini. L’avevo preso dolcemente tra le mani, come si fa con un neonato, lo avevo adagiato sul tavolo e ammirato. La mia era una vera e propria passione, un vero e proprio godimento dei sensi. L’avevo stappato delicatamente, ma con decisione, annusato il tappo e versato in un calice ampio. Mentre lo decantavo in un bicchiere profondo e abbastanza largo da contenere il mio naso, mi sembrava che respirasse. Sentivo il suo alito riempirsi di ossigeno. Stava recuperando le forze, stiracchiandosi come appena svegliato da un lungo sonno, stropicciandosi gli occhi e facendo un gran sbadiglio. Eravamo io e lui, sinceramente franchi. Alla vista, era di un colore rosso rubino, come quegli anelli degli aristocratici di un tempo che cangiano con la prospettiva della luce, e una tonalità porpora, come una parata di vestiti cardinalizi di una processione cattolica di grande importanza. All’olfatto, si percepiva un profumo vegetale intenso, quasi di sottobosco silenzioso e, avendo perso il carattere fruttato fresco, aveva sentori di spezie dolci come la cannella e di fieno tagliato. Lo avvicinai alla bocca, come se stessi per baciare una donna schiva e ritrosa, ma con un’ardente passione. Appoggiai le labbra al bicchiere ampio, chiusi gli occhi e mi preparai a godere. Un ruscello di nettare mi entrò nella bocca e ne invase tutti gli antri, tutte le mucose. Le papille gustative vennero inondate dal fluido rossastro e si eccitarono. Un caldo intenso mi partì dalle gambe attraversando tutto il corpo e inondandomi il viso, come una fanciulla che arrossisce al complimento del suo unico amore. Un brivido percorse la schiena, tutte le membra erano rilassate, ogni centimetro del mio corpo stava godendo del nettare degli dei. La mia eroina rossa, il mio assenzio color porpora, mi stavano donando orgasmi multipli e sensazioni estasiatiche. Sorso dopo sorso, lo sentivo attraversare la gola, scendere nello stomaco e risalire su, attraverso il suo profumo, nelle narici, donandomi attimi di pace, un vero nirvana. Pregavo un ipotetico Dio, al fine di farmi il dono, di trasformarmi in quelle molecole, per donare tutte quelle sensazioni ad un futuro degustatore come me. Volevo essere imbottigliato e stappato, ossigenato e goduto, fino all’ultima goccia. Faccio l’amore con il vino, la pasta, il pane, i sughi, le salse, le donne e con la vita intera. Non voglio che nel bicchiere ne rimanga una goccia, non voglio che esalando l’ultimo respiro, in me nasca il dubbio di un rimpianto. Voglio essere epicureo al cento per cento.

lunedì 9 marzo 2015

Un viaggio alle porte del Paradiso - il concerto del Maestro Morricone

Ci sono persone che non dovrebbero morire mai. Non solo la loro arte dovrebbe vivere in eterno, ma anche il loro corpo. La memoria non basterebbe, c'è assoluto bisogno della loro presenza che genera continuamente bellezza. Sono fabbriche di meraviglia, sono creatori di stupore. Non è la riproduzione fedele della loro arte a generare emozioni indescrivibili, ma la creazione istantanea di un momento che diventerà irripetibile grazie al semplice volteggiare delle mani e alla presenza di un corpo minuto e mai corroso dal tempo. Grazie Maestro Morricone, grazie per quei pugni nello stomaco e per quel viaggio alle porte del Paradiso.



lunedì 2 marzo 2015

Paccheri allo scarpariello


La semplicità di questo piatto è pari della sua straordinaria bontà. I paccheri allo scarpariello sono un piatto tipicamente campano di facilissima realizzazione, a patto che si usino materie prime di grandissima qualità!

Ingredienti per quattro persone:

320 gr. di paccheri (io ho usato quelli del pastificio Vicidomini)
250 gr. di pomodori freschi (vanno bene anche i datterino o Pachino)
1 confezione di pelati
2 spicchi d'aglio
50 gr. di parmigiano o grana grattugiato
50 gr, di pecorino grattugiato
olio evo qb
basilico a scelta
peperoncino a scelta

Preparazione:

fate soffriggere gli spicchi d'aglio e poi aggiungete i pomodori tagliati a spicchi e la confezione di pelati. Salate e lasciate cuocere. Nel frattempo portate a bollore abbondante acqua salata e calate la pasta. Scolatela al dente e tuffatela nel pomodoro mantecando il tutto con il parmigiano e il pecorino. A piacimento aggiungete basilico e peperoncino. Buon appetito!




martedì 24 febbraio 2015

Un chili vegano? Si può!



Una della cose più belle della cucina è la sperimentazione. E' la trasformazione di ricette classiche, la loro interpretazione e l'adattamento a esigenze più disparate. A volte il risultato può essere disastroso, altre sorprendente, come in questo caso. Il rispetto per chi sceglie, per questioni personali o mediche, determinati modi di nutrirsi, dev'essere sempre massimo. Questa volta posso affermare con assoluta certezza che l'esperimento è perfettamente riuscito. Basta seguire la ricetta classica del chili con carne messicano :  http://viaggiculinari.blogspot.it/2013/12/il-messico-in-tavola-burritos-di-chili.html

Per una decina di burritos:

350 gr. di granulare di soia
2 cipolle bianche grandi
2 confezioni di fagioli neri o borlotti
2 spicchi d'aglio
peperoncino a volontà
4/5 cucchiaini di cumino in polvere
4/5 cucchiaini di paprika dolce
2 confezioni di pomodori pelati
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
abbondante grattugiata di zenzero fresco (facoltativo)
10 tortillas messicane
sale qb
olio evo qb

Mettete a bagno in acqua calda il granulare di soia per circa venti minuti, poi strizzatelo per bene fino a fargli perdere tutta l'acqua. Fate soffriggere la cipolla e l'aglio, unite le spezie, il granulare, i pelati e il concentrato di pomodoro. Concludete con l'aggiunta dei fagioli fino a cottura. 
Scaldate le tortillas su una piastra antiaderente e farcitele con il chili vegano. 
Semplice vero? Da leccarsi i baffi, credetemi! Buon appetito!



lunedì 23 febbraio 2015

Milano, Mostra Food: La scienza dai semi al piatto



Dal 28 Novembre al 28 Giugno 2015 presso il Museo di Storia Naturale di Milano è possibile visitare un'interessante mostra sul cibo, un vero e proprio assaggio prima della grande abbuffata dell'Expo. Curata dallo scienziato Dario Bressanini  e con la collaborazione scientifica di Beatrice Mautino, l'intento è quello di guidare il visitatore in un percorso didattico/sensoriale volto ad una maggiore presa di coscienza di quello che mangiamo e quindi quello che siamo. La mostra è suddivisa in quattro sezioni: la prima "Tutto nasce dai semi" è un eccezionale compendio di una quantità indefinita di semi che caratterizzano il nostro vivere quotidiano (dal porro al legume, dal caffè al grano). Raccolti in decine e decine di contenitori di vetro fanno bella mostra sugli scaffali ben illuminati attirando l'interesse soprattutto dei bambini e degli adolescenti. La seconda sezione "Il viaggio e l'evoluzione degli alimenti" mostra come una grandissima parte dei cibi che utilizziamo quotidianamente e che reputiamo di origine nostrana provengano dai quattro angoli del mondo. Un'installazione multimediale in cui in un video tre attori mostrano come le ricette siano cambiate nel giro di secoli grazie anche alla disponibilità degli alimenti e dei quiz interattivi messi a disposizione dei visitatori completano l'obiettivo didattico di questa seconda sezione. La terza, "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene" ha l'intento di dimostrare come  il rapporto cibo/chimica sia pressocchè inscindibile e che cucinare una carbonara debba avere le sue regole ferree. Anche in questa sezione sono presenti dei giochi didattici interattivi molto interessanti soprattutto per i bambini. Infine, l'ultima sezione è dedicata ai sensi che ci aiutano sempre (o quasi) a scegliere quello che può essere nocivo o meno per il nostro organismo. Questa parte è completamente interattiva e dedicata a chi voglia mettere alla prova soprattutto il proprio olfatto che spesso e volentieri viene tradito dalle informazioni in nostro possesso.
Sicuramente è da apprezzare una mostra del genere. Conoscere il cibo è conoscere noi stessi. L'intento è nobile anche se una maggiore mole di informazioni l'avrebbe resa più completa. Se per un pubblico adulto può risultare interessante anche se non esauriente, per i bambini e gli adolescenti sicuramente è un ottimo punto di partenza per far capire quanto il cibo sia importante nella vita quotidiana, considerato anche il fatto che l'ingresso alla mostra offre la possibilità di visitare gratuitamente il Museo di Storia Naturale.










giovedì 19 febbraio 2015

Sua Maestà la parmigiana di melanzane


La parmigiana di melanzane è sicuramente uno dei piatti più cucinati ed apprezzati in Italia. E per questo ha mille varianti e mille modi di prepararla. Ogni famiglia ha la sua tradizione, la sua tecnica, i suoi gusti. Con o senza uovo, melanzana infarinata o no, mozzarella o parmigiano o tutti e due insieme. L'importante è usare sempre materie prime di altissima qualità, sennò rinunciate!
Per il pranzo della Domenica l'ho preparata e poi coppata in modo tale da creare dei piccoli tortini.
La mia versione è senza mozzarella, nè uovo. Vi assicuro che il risultato è stato strabiliante, anche perchè questa volta ho provato ad infarinare le fettine di melanzane nella farina integrale bio e questo ha conferito al piatto una dolcezza e una delicatezza incredibile.

Ingredienti per una teglia media:

3 kg di melanzane lunghe
150 gr. di parmigiano reggiano o grana
3 confezioni di pelati (io ho usato i datterini pelati - di una dolcezza incredibile)
1 spicchio di aglio
1 litro di olio di arachidi per friggere
farina integrale qb

Preparazione

In una padella fate soffriggere lo spicchio d'aglio e poi versate il pomodoro. Salate e fate cuocere fino a che diventi molto denso, quasi cremoso. 
Tagliate le melanzane a fette sottili mezzo centimetro circa, passatele nella farina integrale bio e friggetele. Fatele asciugare su carta assorbente (mi raccomando cercate di asciugarle per bene sennò l'olio vi si presenterà al momento della cottura in forno) e salatele leggermente. 
Ora passate a comporre il piatto con i classici strati: melanzane, pomodoro, una manciata abbondante di parmigiano o grana e ancora melanzane,pomodoro e parmigiano fino a quando non avrete terminato gli ingredienti. Concludete con uno strato di pomodoro e una porzione generosa di formaggio. Cuocete a 180° per una ventina di minuti. Potete prepararla il giorno prima per quello dopo (tenendola in frigo e passandola in forno il giorno dopo), ma anche congelarla, servirla fredda o calda. Una delizia! Buon appetito!