venerdì 19 dicembre 2014
Salerno, Luci d'Artista 2014 vista da un drone
Anche quest'anno a #salerno si svolge la manifestazione #lucidartista. Per chi abbia la voglia e la curiosità di fare un giro virtuale attraverso la città, ecco un video suggestivo girato con un #drone. #enjoy
giovedì 18 dicembre 2014
Un week end a Francoforte e dintorni. Prima parte: posti da visitare e cibi da gustare
Conoscere
i luoghi, vicino o lontani, non vale la pena, non è che teoria;
saper dove meglio si spini la birra, è pratica vera, è geografia.
(Goethe – Francoforte 28 Agosto 1749, Weimar 22 Marzo 1832)
Non
penso a tutta la miseria, ma alla bellezza che rimane ancora.
(Anna Frank – Francoforte 12 Giugno 1929, Bergen–Belsen Marzo
1945)
Grazie all'economica Ryanair che offre
prezzi sempre vantaggiosissimi sulla tratta per Francoforte, è
possibile trascorrere un week end in questa parte della Germania
davvero con un low budget. C'e' poi da aggiungere che questa
compagnia negli ultimi mesi sta facendo una politica verso il
cliente davvero positiva. Nel check in online viene assegnato il posto
(in questo modo si evitano scene di persone che con i trolley
gareggiano per i cento metri per accaparrarsi il posto migliore) e
anche sul bagaglio a mano c'e' stata un'inversione di marcia,
eliminando quei controlli nel peso e nel calcolo volumetrico che
mettevano una discreta ansia all'imbarco. Un tiratina d'orecchie
andrebbe fatta ad alcuni controlli negli aeroporti italiani che sono
molto più elastici rispetto a quelli stranieri, dove il lavoro viene
svolto alla perfezione, per la sicurezza di tutti.
- Come arrivare a Francoforte città
dall'aeroporto di Hahn
Ovviamente scegliere un volo low cost
significa adattarsi e avere un po' di pazienza. Infatti l'aeroporto
di Hahn dista circa un'ora e quaranta di bus dal centro della città.
C'e' una sola compagnia, la Bohr, che effettua il transfert che costa
15 euro per tratta. Gli annunci vengono fatti in tedesco e in inglese ed
effettua due fermate, una all'aeroporto di Francoforte città e
l'altro accanto alla stazione centrale (Hauptbahnhof). Per info e
orari: http://www.bohr.de/ .
Se il vostro volo di ritorno fosse
troppo presto da non poter usufruire dello shuttle, potreste prendere
in considerazione di alloggiare per l'ultima notte nell'albergo che è
proprio accanto all'aeroporto di Hahn (qualche minuto a piedi):
https://www.hotelbb.de/de/frankfurt-hahn-airport
- Dove alloggiare
L'economia tedesca è una delle più
forti in Europa e i prezzi degli alloggi sono di livello medio alto.
Consiglio sempre di dare un'occhiata al sito di Airbnb, mentre
sconsiglio vivamente di alloggiare nella zona antistante la stazione,
soprattutto se avete una famiglia o volete fare spiacevoli incontri quando cala il sole. “Francoforte è anche negativamente famosa per la più ampia circolazione di droga in Germania, in particolare nella zona del Bahnhofsviertel, il quartiere davanti alla stazione centrale.” Fonte wikipedia. Ma nessun allarmismo, l'importante è sapere letteralmente dove mettere i piedi
- Cosa vedere
Purtroppo la seconda guerra mondiale ha
cancellato il settanta percento degli edifici della città, pochi
sono quelli storici rimasti intatti. E' sede della banca europea
e proprio per questa sua vocazione finanziaria viene anche chiamata
Mainhattan (gioco di parole che nasce dal fiume Meno e dalla
Manhattan newyorkese). La presenza di grattacieli offre una visione
dalla parte opposta del Meno molto accattivante (soprattutto di
notte).
Mercatini di Natale: i tedeschi sono
maestri in questo. Ogni città, ogni paese ha i suoi mercatini
natalizi, si respira a pieno l'atmosfera natalizia girando per i
banchini, che offrono ogni sorta di prelibatezza e manufatti tipici.
Molto piacevole passeggiare sorseggiando un vino caldo che rinfranca
il corpo dal freddo teutonico.
Via dei musei: in questa zona, chiamata
Sachsenhauser, si trovano la maggior parte dei musei della città:
quello del cinema, di architettura, della comunicazione, per citarne
alcuni. Unica nota dolente, il lunedi sono tutti chiusi. Per la
cronaca, potreste visitare anche la casa di Goethe, purtroppo
bombardata e distrutta durante la guerra, fu uno dei primi edifici ad
esser stati ricostruiti. Quindi non è quella originale.
Cattedrale di San Bartolomeo: è la
chiesa cattolica maggiore di Francoforte. La sua importanza è più
storica che clericale, in quanto dal 1356 al 1562 è stata sede
d'incoronazione dei sacri romani imperatori germanici. Prima un
incendio nel 1867 poi i bombardamenti del 1944 hanno obbligato quasi
una ricostruzione ex novo negli anni cinquanta. La caratteristica di
questo complesso religioso è che i mattoni interni alla struttura
sono disegnati.
Ex Chiesa di San Paolo: nata come
chiesa protestante, oggi rappresenta uno dei simboli della democrazia
tedesca, in quanto, appunto, accolse le prime sedute del primo
parlamento democratico tedesco, il Parlamento di Francoforte
Eventi d'interesse:
Mercatini natilizi
e la famosa fiera del libro.
Cosa Mangiare:
Faccio una premessa. Non
posso suggerire locali della città perchè in questa due giorni i
miei spacciatori preferiti di cibo sono state le bancarella dei
mercatini natalizi e ho mangiato da Dio! Per fortuna ho camminato
davvero tanto e ho smaltito una parte di quei milioni di calorie che
ho accumulato in quarantotto ore. Cose da fare e mangiare pochissime
volte l'anno.
Wurstel. Il classico insaccato tedesco
che cambia nome a secondo degli ingredienti e della zona di
provenienza. Miei preferiti il “Frankfurter” e il Wurst Kase,
ripieno di formaggio, una vera libidine per il palato. Ovviamente
tutto accompagnato da Birra Weiss, poco alcoolica, fresca e
dissetante.
Consiglio per chi volesse portarsi a
casa qualche confezione di questi insaccati. Ci sono delle salumerie
in centro che li preparano artigianalmente e li mettono sottovuoto.
Nessun problema con il bagaglio a mano in aeroporto.
Fritelle di patate (Kartoffelpuffer):
golosissime patate grattugiate con cipolla e fritte in olio,
accompagnate da una salsa di mele o all'aglio. Da provare almeno una
volta nella vita.
Bretzel: che siano salati, dolci o
ripieni di formaggio, ti salvano sempre la giornata se si ha un
attacco di fame. Ma anche se non lo si ha. Sono buonissimi!
Patate con salsa verde (grune sosse).
Non è la nostra classica salsa verde, ma è un intingolo di molte
erbe officinali emulsionate con panna acida. Di solito si servono con
patate al forno oppure con patate e uova sode tagliate a spicchi. Da
provare.
Sidro di mele (Apfelwine, letteralmente
vino di mele). Bevanda ufficiale di Francoforte, alcolica e a base di
mele. E' piuttosto acidula e rinfrescante, arriva anche a 5/7 gradi ed è prodotta con mele autoctone. Caratteristica, agli inizi
di Marzo, la festa del sidro, che raccoglie più di duecento varietà di
sidro proveniente da tutta Europa. Mi hanno consigliato, ma purtroppo
non ho avuto tempo per visitarla, la trattoria “Da Adolf Wagner”,
dove si dice servano il miglior sidro della città (per info:
http://www.apfelwein-wagner.com/)
Vino caldo o vin brule' (gluhwein). Per riscaldarsi dalle fredde giornate non può mancare una tazza di ottimo vino caldo. Con aggiunta di spezie tra cui cannella e chiodi di garofano vi accompagna nelle stradine dei mercatini. Attenzione, è molto alcolico, facilmente potrebbe girarvi la testa...
mercoledì 17 dicembre 2014
Un week end a Francoforte e dintorni - Premessa : la macchina del tempo
Il locale era uno dei centinaia sparsi
in città. Tutti con nomi italiani di proprietari di seconda e terza
generazione. Si dice che lì alcuni di noi abbiano fatto tanti soldi
con la ristorazione, perchè ci sappiamo fare, perchè siamo più
simpatici, perchè nella cucina mettiamo amore e trattiamo con amore
i clienti. E non perchè siamo furbi, non perchè vogliamo fregare il
prossimo. E questo ai tedeschi piace, tanto.
La stradina era deserta, una
pioggerellina gelida e fastidiosa mi accompagnava in quel quartiere
sinistramente silenzioso. Avevo voglia di visitare la città, di
mangiare cibo del posto, avevo pensato a tutto tranne che partecipare
ad un ritrovo di italiani emigrati in Germania e di varcare la soglia
di un ristorante dall'insegna luminosa tricolore dove si cucinavano
gli spaghetti alla bolognesi e la pizza con i pepperoni. Mi sono
dovuto ricredere. Mi hanno attraversato molteplici stati d'animo, che
dapprima ho accolto con malvolenza, ma nei quali poi ho sguazzato
fino alla tristezza più assoluta. Ho ripercorso cento anni di storia
italiana in una serata. Ho ascoltato canzoni che pensavo non fossero
mai state scritte, ho discusso amabilmente di politiche marxiste che
non ho mai visto appassionare cosi' tanto le persone, ho visto la
bella Italia, quella della brava gente, quella delle opportunità, ma
anche della disperazione e dei sacrifici, perchè lasciare il proprio
luogo in cui si è nati non fa mai piacere, mai.
La porta di quel ristorante era una
vera e propria macchina del tempo. Un “Non ci resta che piangere”
del duemilaquattordici, quasi duemilaquindici.
L'aria che si respirava era quella
delle antiche taverne di paese maldestramente rimodernate. Alle
pareti listarelle di plastica marroni cozzavano con luci Ikea che
mostravano uno slancio verso un futuro più luminoso, un vero e
proprio riscatto sociale. I tavoli, le fotografie, i quadri, perfino
il contenuto del menù erano un'istantanea dell'Italia anni sessanta,
quella che hanno lasciato migliaia di italiani per cercare fortuna
altrove. Anche i volti sembravano essere stati teletrasportati in
quegli anni. Anche il profumo del cibo, misto a quello
dell'arredamento e delle persone erano una meravigliosa foto
ingiallita di un album che viene aperto una volta all'anno. Un
perfetto “Pane e cioccolata”, film del grandissimo Nino Manfredi.
Dopo attimi d'imbarazzo, era davvero
come sentirsi a casa. Il maggior pregio di noi italiani è proprio
quello di far sentire a proprio agio gli sconosciuti e varcata quella
porta io oramai ero uno di loro. Osservavo ogni singolo viso che
cambiava in base alla musica che veniva suonata, ogni tanto il cuoco
faceva capolino dalla cucina e si appoggiava sullo stipite della
porta con un'aria mista di stanchezza e malinconia. Il dialetto
friulano si mescolava a quello siciliano e al tedesco che oramai per
tutti era di casa, come sui tavoli il nostro vino si alternava alla
birra locale. Le quarte generazioni, i piu' piccoli, assolutamente e
ovviamente fuori da quel contesto erano più dediti a giocare con gli
smartphone che non ad ascoltare la musica dei loro genitori, dei loro
nonni. Questione di generazione, appunto.
Ero partito con dei preconcetti,
pregiudizi e mi sono trovato a vivere una serata emozionante che mi
ha insegnato più di tanti libri e film messi insieme. E uscendo da
quella porta, con una fisarmonica in mano, mi sono sentito molto più
ricco di quando sono entrato.
A Melanie, Brigitte e Dario. Grazie
mercoledì 10 dicembre 2014
Irresistibili e fragranti croissant sfogliati
Faccio una premessa: per la realizzazione di questi croissant sono necessarie 24 ore di maturazione dell'impasto e circa 8 di lievitazione più la sfogliatura. Per me è il vero modo di ottenere un prodotto di altissima qualità, che nulla a che vedere con quelli che troviamo nella stragrande maggioranza dei bar quando facciamo colazione la mattina. Spesso ci troviamo davanti prodotti mal cotti, sfogliati male, pieni di grassi vegetali come la dannosissima margarina e a me, sinceramente, passa anche la voglia di fare colazione in questo modo. Quindi, chi fa da sè fa per tre e non spaventiamoci davanti questo genere di preparazione, perchè con un pò di manualità e allenamento possiamo realizzare prodotti davvero eccezionali che mantengono anche la loro fragranza per qualche giorno (se conservati bene).
Per correttezza, la ricetta originale l'ho presa dal blog Anice e Cannella, facendo delle mie modifiche personali e sostanziali, in termini di tempo e utilizzo delle materie prime.
Di ricette dei croissant sfogliati (francesi e italiani) ne circolano parecchie sul web, infatti mi ripropongo di poterne sperimentare altre appena ne avrò il tempo.
Ingredienti per 12 croissant:
500 gr. di farina bio di tipo 1
1 gr. di lievito di birra fresco
10 gr. di sale
90 di zucchero semolato
1 tuorlo
170 gr. di acqua
120 gr. di latte
30 gr. di burro
1 arancia bio
1 cucchiaino di estratto di vaniglia o il contenuto di una bacca (non usate la vanillina!)
290 gr. di burro per la sfogliatura (uso il Milbona della Lidl o Jager dell'Eurospin)
1 tuorlo e un po' di latte per spennellare i croissant prima della cottura
Procedimento:
Portate tutti gli ingredienti a temperatura ambiente (tranne il burro per la sfogliatura)
Nel pomeriggio preparare il lievitino con 170 gr. di acqua (in cui scioglierete il grammo di lievito) e 150 gr. di farina. Girate energicamente e fatelo riposare per circa un'ora coperto ermeticamente.
Montate la foglia nella planetaria, aggiungete il lievitino con un paio di cucchiai di farina e iniziate ad impastare. Aggiungete il tuorlo, lo fate assorbire e poi aggiungete 45 gr. di zucchero. Una volta assorbito lo zucchero, aggiungete due o tre cucchiai di farina, altri 45 gr. di zucchero e lavoratelo fino ad assorbimento. Aggiungete, alternando, latte e farina, poi il sale fino a che l'impasto risulti liscio. Incorporate la vaniglia e la buccia d'arancia grattugiata e infine il burro fino a incordatura. Sostituite la foglia con il gancio e continuate ad impastare, non perdendo l'incordatura. Mettete l'impasto in una ciotola capiente, coprite ermeticamente e lasciate riposare in frigo per circa ventiquattro ore.
Il pomeriggio successivo, prendete il vostro panetto di burro, mettetelo tra due fogli di carta forno e con il mattarello picchiettate fino ad avere un rettangolo di circa 26*20 cm. Ponetelo in frigo per qualche minuto e poi stendete l'impasto fatto il giorno prima su una spianatoia infarinata facendo un rettangolo di 40*20 cm avendo cura di tenere il lato piu' corto davanti a voi (ovviamente non stiamo a guardare i millimetri).
Prendete dal frigo il burro, toglietelo dalla carta forno e appoggiatelo sul vostro impasto steso in modo tale da lasciar scoperti i due terzi dell'impasto. Prendete il lato superiore e portatelo al centro, poi quello inferiore andando a coprire il tutto. Avete ottenuto un rettangolo di pasta all'interno del quale c'e' il foglio di burro. Ponete in frigo per un quarto d'ora.
Ora appoggiate il panetto con il lato piu' lungo aperto verso la vostra destra e picchiettate con il mattarello per distribuire il burro e allungate leggermente l'impasto fino ad arrivare ad uno spessore di 7/8 millimetri. Piegate al centro il lembo inferiore e poi chiudete con quello superiore. Coprite con pellicola e mettere in frigo per un'ora circa. Fate altre due pieghe come spiegato in precedenza (impasto con il lato piu' lungo alla vostra destra,picchiettate e poi prima lato inferiore e poi superiore) e mettete in frigo per un'altra ora.
Bene, ora diamo finalmente forma ai nostri croissant. Prendiamo il panetto e con il mattarello stendiamolo nel senso della lunghezza fino a raggiungere uno spessore di 7 mm. Con un coltello affilato o un taglia pizza ricaviamo dei triangoli di 15 centimetri di base e 7 di altezza. Diamo la classica forma dei croissant tirando la punta e arrotolando a partire dalla base. Mettiamoli a lievitare con pellicola affinchè non si secchino (io ho usato le cassette in plastica per i panetti delle pizze) per tutta la notte.
Al mattino successivo, i vostri croissant saranno belli gonfi e lievitati (con solo 1 grammo di lievito!!!). Spennellateli con una mistura di latte e il tuorlo d'uovo e infornateli a 220° per una decina di minuti e poi a 180° fino a che non siano completamente dorati. Purtroppo il tempo di cottura è molto soggettivo, l'importante è non avere fretta e toglierli solamente quando la doratura è completa. Spolverizzateli con zucchero a velo e lasciateli raffreddare su una grata.
Ci vuole tanta passione, ma vi assicuro che il risultato sarà strabiliante!
Buona colazione a tutti
ps potete conservarli in una scatola di latta o congelarli prima della lievitazione finale.
Posso ritenermi moderatamente soddisfatto del risultato, visto che era la prima volta in assoluto che usavo la tecnica della sfogliatura. Mi dispiace non avere a disposizioni immagini per la realizzazione del panetto, provvederò la prossima volta!
martedì 9 dicembre 2014
La prima collaborazione di Viaggi Culinari. L'Azienda Agrigenus: spaghetti al pomodoro
Da quando ho aperto il blog ero fermo su una decisione : evitare di riempire la pagina di banner pubblicitari ed "elemosinare" qualche prodotto gratuitamente in cambio di promozioni. Questo perchè il mio è stato sempre un hobby solo mosso da una grandissima passione per i viaggi e la cucina. Fortunatamente le cose cambiano, in meglio. Negli anni è maturata sempre di più la convinzione che l'utilizzo di materie prime eccellenti fosse il percorso giusto per ottime preparazioni e per una vita sempre più sana a vantaggio della buona salute. Così mi sono messo alla ricerca di aziende di eccellenza, che facessero prodotti di altissima qualità, biologici e provenienti dal nostro bellissimo paese. Ho cominciato ad eliminare farine come la manitoba o prodotti eccessivamente raffinati, dannosi per l'ambiente e per la nostra salute.
Così mi sono rivolto all'Azienda "Agrigenus",presidio Slow Food e indicata come una delle migliori in Italia per la produzione di conserve di pomodori San Marzano (ritenuto uno dei migliori pomodori al mondo, grazie alle sua caratteristiche organolettiche e alla terra fertile grazie alla quale cresce rigoglioso). Ma anche altri prodotti, quali il fagiolo di Acerra, per fare un esempio.
La risposta è stata celere, sono stati ben lieti di iniziare questa collaborazione e mi hanno spedito una campionatura dei loro prodotti.
Partendo dal pomodoro San Marzano, ho passato qualche giorno a capire quale ricetta valorizzasse al meglio questo splendido frutto della terra e, dopo vari ripensamenti, sono giunto alla conclusione di realizzare uno dei piatti più conosciuti al mondo: gli spaghetti al pomodoro. Questa pietanza permette di testare al meglio il pomodoro, verificare la sua acidità, la presenza di succo, la capacità di legarsi alla pasta. Assaggiandolo da crudo già si percepisce la dolcezza, i pomodori sono turgidi, sodi, di un rosso acceso e il liquido è denso, per niente acquoso. La cottura è velocissima in quanto il preparato non essendo acquoso rende il sugo denso e saporito, dolce e per niente acido (quante volte compriamo dei pelati a cui dobbiamo aggiungere dello zucchero per coprire l'acidità?). Il preparato si lega perfettamente alla pasta, dà l'impressione del pomodoro fresco, non si sfalda e la dolcezza non esagerata esplode tutta nel palato.
Insomma, grazie alla trasmissione "Report" ho conosciuto quest'azienda e volendo testare con mano, non posso far altro che sostenere che i pomodori Agrigenus sono i migliori che abbia mai mangiato.
Questo, per far capire che, nonostante i paesi facenti parte della cosidetta "terra del fuoco" stiano subendo una campagna mediatica negativa senza precedenti, ci sono luoghi e aziende che lavorano prodotti di altissima qualità che possono essere considerati il vanto del nostro made in Italy.
Per info: wwww.agrigenus.com
Contatti:
Agrigenus
via G. Soriano
80011 - Acerra (Napoli)
Tel +39 081 5202064
Fax +39 081 3606281
Email info@agrigenus.com
lunedì 1 dicembre 2014
Baguette croccanti e profumate di farina integrale bio
Ingredienti per tre baguette di 250 gr. circa:
500 gr. di farina integrale bio
350 gr. di acqua
1 gr. di lievito di birra
2 cucchiai di olio evo
sale 1 cucchiaino
malto d'orzo o di riso 1/2 cucchiaino (facoltativo)
Procedimento (24 ore di maturazione e 3 di lievitazione)
Ore 14. Nella planetaria montate la foglia, inserite la farina e aggiungete a filo l'acqua nella quale avete sciolto il vostro lievito e il malto. Quando la massa si sara' attaccata alla foglia, montate il gancio e continuate a impastare. Aggiungete il sale e l'olio a filo, fate incordare e spegnete la macchina. Date delle pieghe a tre due o tre volte, ungete una ciotola e ponete il vostro impasto che lascerete maturare per ventiquattro ore in frigo coperto da pellicola da cucina o con il coperchio (l'importante che la chiusura sia ermetica). Ore 14 del giorno dopo. Prendete l'impasto e suddividetelo in tre panetti che andrete a piegare altre due o tre volte. Lasciatelo lievitare per un paio di ore a temp. ambiente coperto da un canovaccio bagnato (almeno fino al raddoppio). Delicatamente con la punta delle dita allungate i vostri panetti formando un rettangolo e piegatelo verso l'interno e dategli la classica forma del filoncino. Con un coltello praticate dei tagli sulla superficie e lasciatelo lievitare un'altra ora (io ho usato lo stampo per baguette). Accendete il forno a 200° gradi, ungete i filoncini con olio e fate cuocere per 10 minuti, poi abbassate la temperatura a 180 e finite di cuocere fino a doratura. Le baguette saranno cotte quando si saranno scurite e avranno fatto la crosticina croccante (in tutto una mezz'ora, poi dipende dal vostro forno). Lasciatele raffreddare su una gratella in modo che l'aria circoli anche sotto la base e poi...buon appetito!
ps è un procedimento un po' lungo, ma quando si panifica bisogna rispettare i tempi, pena un prodotto scadente e immangiabile!
lunedì 10 novembre 2014
Pane Petra 1 con olive e pomodori secchi
Sperimentare con le farine è davvero entusiasmante. Mischiare, pesare, provare, fallire, riprovare e poi essere soddisfatti. Per poi non andare più al supermercato a comprare quel pane che poi non ti sembra neanche più pane. Prodotti di qualità e conoscenza dei vari metodi di panificazione, non ci vuole poi così tanto. Questa settimana ho provato a panificare con la farina Petra 1, risultato garantito. Crosta croccante, mollica ben areata, sapore inconfondibile dell'ottima farina e uno sprint in più dato dai pomodori secchi e dalle olive.
Per due pagnotte da circa 850 gr.
1 kg di farina Petra 1 (in alternativa un'ottima farina 0 macinata a pietra)
750 gr. di acqua
2 cucchiaini di sale
2 cucchiai di olio
2 gr. di lievito di birra
1 vasetto piccolo di olive (a vostro piacimento)
una manciata di pomodori secchi (metteteli in acqua per qualche ora per far perdere il sale in eccesso)
Procedimento:
Inserite la farina nell'impastatrice, azionate la foglia e aggiungete l'acqua a filo (in cui precedentemente avrete sciolto il lievito). Quando tutto l'impasto si sarà attaccato alla foglia sostituitela con il gancio e aggiungete il sale. Dopo qualche minuto mettete l'olio a filo e lasciate incordare l'impasto (deve avvolgersi sul gancio). Date una piega a due e lasciate risposare in un contenitore oleato. Dopo dieci minuti date altre tre o quattro pieghe a due e lasciate riposare altri dieci minuti. In tutto fate una serie di quattro o cinque rigeneri. Nell'ultima piega inserite i pomodori secchi tagliati a listarelle e le olive. Chiudete bene l'impasto e lasciatelo a temperatura ambiente un'ora circa. Ponetelo in frigo e lasciatelo maturare dalle dodici alle ventiquattro ore. Trascorso questo tempo, lasciate il vostro impasto raddoppiare a temperatura ambiente, poi fate le vostre pagnotte, le tagliate sulla sommità e fate cuocere in forno a 220° per venti minuti per poi scendere a 180 ° per altri quaranta minuti. Lasciate raffreddare il pane completamente su una gratella e poi...gustatelo! Buon appetito!
lunedì 3 novembre 2014
Pane fatto in casa con farina Petra 1 e 9
Oramai non compro più il pane al supermercato. Una volta che lo si fa a casa non si riesce a tornare indietro, soprattutto se le farine che vengono utilizzate sono di grandissima qualità. Il sapore è quello di una volta, gustoso, fragrante, saporito e digeribile. Basta panificare una volta a settimana e organizzarsi per averlo pronto tutti i giorni. E' indubbio che le farine Petra rappresentino un'eccellenza italiana. Non lo dico per fare pubblicità, non ci guadagno nulla.
Ingredienti per due pagnotte da circa 850 grammi:
500 gr. farina Petra 9 integrale
500 gr. farina Petra 1
700 gr. d'acqua
3 gr. lievito di birra
2 cucchiai d'olio
3 cucchiaini di sale
Preparazione:
La mattina fate sciogliere nella planetaria l'acqua con il lievito e il sale. Montate la foglia e aggiungete la farina a pioggia. Una volta che è stata assorbita montate il gancio e lasciatelo lavorare per una decina di minuti. Aggiungete l'olio e impastate per un altro paio di minuti. Fate una piega a tre dell'impasto e mettetelo a maturare in frigo in una ciotola coperto da pellicola. A sera date un'altra piega a tre e lasciate lievitare l'impasto tutta la notte a temperatura ambiente. La mattina successiva, dividete l'impasto in due parti e date un'altra piega a tre, fate lievitare un'altra ora e fate un'ulteriore piega a tre. Formate le pagnotte, con un coltello incidete la superficie e spennellate con olio d'oliva. Infornate a 220° per una ventina di minuti, poi a 180° per altri quaranta. Mettetelo a raffreddare su una griglia fino a che non sia completamente freddo (mi raccomando non tagliatelo prima, sennò rischiate di rovinare l'alveolatura). Cercate di conservarlo in una scatola di latta o avvolgetelo in un panno di cotone, potete anche congelarlo a fette e usarlo all'occorrenza. Sentite già il profumino per casa, vero? Buon appetito!
lunedì 8 settembre 2014
Il mio viaggio low cost a Spalato e in Dalmazia - III parte- otto (più uno) posti dove mangiare (benissimo) a Spalato
Mi piace tantissimo lo street food. Qualsiasi vacanza faccia, qualsiasi posto visiti, mangiare il cibo da strada mi fa sentire parte integrante del posto. Poi, se scelto bene, con un mix d'istinto, fortuna e informazioni, si può mangiare ottimo cibo. Ovvio che ogni tanto un ristorante bisogna concederselo, cercando di evitare le classiche trappole per turisti. Il mio invito è sempre quello di conoscere gente del posto, fare amicizia, entrare nel loro cerchio della fiducia, in modo tale da farvi scoprire posti ben nascosti dall'assalto dei turisti. E questa volta è successo anche a Spalato. Bene, ora seguitemi!
1) Gyros Grill
Iniziamo con il botto! I migliori cevapcici (o cevapi) mangiati in vita mia. Grazie a Maja abbiamo scoperto questa bettola che realizza panini fantastici a prezzi irrisori. Vi accorgerete di essere arrivati in zona perchè il profumo si espande per centinaia di metri e delle folate di fumo di brace vengono sparse per ogni dove dal vento! Gestito da bonsiaci (i cevapcici sono un piatto di origine bosniaca), vengono preparati al momento sulla brace e serviti con formaggio spalmabile, cipolla fresca e salsa ajvar (fatta con paprika e peperoni). Ben dodici (!!!!!!) pezzi di salsiccette buonissime in un fantastico panino di pasta di pizza morbido e profumatissimo, accompagnato tutto da una Ozuysko ghiacciata vi rimetteranno al mondo! Straconsigliato. Prezzo circa 4/5 euro a testa! Imperdibile!
Indirizzo: Domovinskog rata 55-57
2) Pekarna
Pekarna in italiano significa panetteria e Spalato ne è piena. Avendone provata più di una non mi sento di consigliarvene qualcuna in particolare, perchè il livello generale è davvero ottimo. Posso solo aiutarvi a scegliere: ovviamente il burek! Fagottini di pasta phyllo o sfoglia ripieni al formaggio (sir) oppure con cipolla e carne macinata, una vera delizia! I prezzi sono molto contenuti, con neanche due euro vi sazierete tantissimo! Oppure se riuscite a trovare i "sarma": involtini di cavolo ripieni di carne ed altri ingredienti, semplicemente deliziosi! Ho fatto anche un'altra scoperta: avevo la mia pekarna di fiducia dove ogni sera compravo i cornetti al cioccolato, tra i più buoni che abbia mai mangiato!
3) Kantun Paulina
E' sicuramente il posto più conosciuto dove mangiare cevapcici a Spalato. E' frequentato sia da turisti che da persone del posto. Se non ci si vuole allontanare dal centro è un'ottima scelta, il pane è fragrante, i condimenti abbondanti e la carne fresca e preparata al momento. Hanno una velocità di esecuzione unica, la fila arriva fino in strada ma si smaltisce facilmente. All'esterno ci sono solo due panche per sedersi e sono quasi sempre occupate. I cevapcici non sono tanti (5 per ogni panino), ma sono davvero gustosi. 53 kune (7 euro) per due panini e una pinta di karlovacko, la migliore birra croata! Consigliatissimo!
Indirizzo: Matosica Ulica - Centro storico di Spalato
4) Creme de la creme
Non amo molto i dolci, ma dovevo provare quella che è la torta spalatina (che poi mi hanno detto che è un'invenzione turistica e che non è tipica di Spalato). Un concentrato dolcissimo, di noci, nocciole e fichi, con una copertura di crema al burro. Non una delle mie preferite, più che altro per l'eccessiva dolcezza che risulta essere stucchevole. Il posto è molto carino, all'aperto in una piazza molto curata, il menù molto fornito e i camerieri gentilissimi. Molto meglio la torta con diversi strati di mousse alla nocciola, quella consigliatissima! Per gli amanti dei dolci è un posto da consigliare ed è anche fuori dalla calca di turisti che affollano la città. Usano il caffè Illy, ma eviterei di prendere l'espresso, che in altri bar della città, a dire la verità, non è niente male. Prezzo per fetta di torta dai tre ai quattro euro.
Indirizzo: Ilicev Prolaz 1
5) Ristorante Lucica
Non mi rimaneva che provare la famosa "pasticada" (da leggere pastizada) e cercavo un locale non turistico dove mimetizzarmi tra le persone del luogo. Non posso fare nessun tipo di paragone perchè per questioni di tempo è stata la prima e l'ultima che ho assaggiato, ma l'ho trovata davvero deliziosa. Sarebbe un piatto più invernale, ma la serata in cui l'abbiamo mangiato era particolarmente fresca e la soddisfazione è stata davvero tanta. Consigliatoci sempre da Maja, abbiamo cenato all'aperto in uno dei porti turistici, bellissima vista, turisti zero e porzioni ottime e abbondanti. I camerieri sono gentili ed è un posto molto tranquillo e silenzioso, fuori dalla calca del centro di Spalato. La pasticada è un piatto unico fatto da carne di manzo stufata e fatta cuocere per tante ore nel pomodoro, con vino e aglio (che non disturba affatto). E' accompagnata con gnocchi giganti, morbidi e dolci, ottimo abbinamento. Anche la frittura di calamari ottima, croccante e per niente unta! Vi sconsiglio le verdure alla griglia che hanno lo stesso sapore della carne, verosimilmente vengono cucinate insieme e sulla stessa griglia. Una pasticada abbondante, una frittura di calamari, patatine fritte, verdure grigliate, due birre e coperto 240 kune, 30 euro circa. Lo consiglio per chi volesse assaggiare questo piatto tipico, non andando oltre.
Indirizzo: Lucica, 7
6) Ba!Cevapi
A cinquanta metri da Kantun Paulina, in una traversina, c'è questo posticino dove una signora prepara degli ottimi panini con i cevapcici. La griglia a legna è all'interno del locale, è tutto un pò spartano, ma vi assicuro che i panini sono ottimi e abbondanti! I pezzi sono circa otto e le salse e l'accompagnamento sono i classici cipolla, formaggio e ajvar. Frequentato solitamente da persone del posto. I prezzi sono nella media dei vari locali che vendono questi panini, ma un solo avvertimento: se aspettate all'interno qualche minuto, quando tornerete a casa o in albergo, "profumerete" di cevapi alla griglia, avvisati!
Indirizzo: ulica Anastasa Popovica
7) Street food dolce sul lungomare
All'inizio del lungomare di Spalato ci sono delle bancarelle che dodici ore al giorno friggono e sfornano dolcezze! Tipiche del luogo sono delle frittelline dolci con uvetta passa e zucchero a velo, che vi vengono servite in bicchieroni di plastica e che potrete gustare passeggiando: attenzione, una tira l'altra!
8) Caffè bar e pasticceria Cukarin
Per festeggiare il mio compleanno, i nostri amici croati ci hanno portato in questo locale molto carino, ma anche molto grande, con spazi all'aperto e al chiuso. Per loro dovevo assolutamente provare i pancakes! Ma i pancakes non sono tipici degli Stati Uniti? Poi ho fatto una scoperta, una dolcissima scoperta. Ho capito che loro con pancakes intendono dei fazzoletti di crepes calde ripiene di gelato. Credetemi, sono ottime! Hanno un menù molto fornito, il locale non è in centro ed è frequentato da persone del posto, non ho visto un turista! Per chi volesse passare una serata diversa e fosse in crisi d'astinenza di dolci e gelati, straconsiglio gli ottimi pancakes spalatini ;) Prezzi variabili, ma molto economici rispetto all'abbondanza delle porzioni!
Indirizzo: ulica Matice hrvatske 1
8+1) Mercato del pesce
Tappa obbligata per ogni mio viaggio sono i mercati. Che siano all'aperto, al chiuso, che servano cibo o che vendano solo materie prime, li devo visitare, tutti. Li considero il cuore pulsante della città, una misticanza di classi sociali, comunicazioni non verbali, ma soprattutto un contenitore dal quale attingere materie prime per trasformarle. Il mercato del pesce di Spalato non offre la possibilità di acquistare prodotti già cucinati e preparati, ma se disponete di una cucina, amate il pesce e vi piace cucinare, dovete andare! Ogni mattina si alternano pescati diversi, c'e' chi ha solo un secchio, chi un intero banchino, ognuno espone quello che ha pescato la sera precedente. E' un tripudio di tonni freschi, orate, branzini, polpi, scorfani, ecc. ecc. e i prezzi sono davvero eccezionali! Procuratevi una griglia e sarete felici per tutta la vacanza!