Cucinare è un’arte. E’ come comporre musica, arrangiarla,
suonarla. C’è chi lo fa per professione,
chi per diletto, chi nasce con l’orecchio assoluto e chi è stonato,
ovviamente. Lo chef come un direttore d’orchestra,
ma anche come compositore e strumentista. Si può nascere con il talento, con il
fuoco sacro, indispensabile è studiare,
esercitarsi, sbagliare, riprovare e sbagliare ancora. Ideare un piatto è
come comporre musica, gli ingredienti come note musicali, i coltelli ben
affilati, le padelle ben calde come strumenti, a fiato, a corda, a percussione.
Ci deve essere armonia, non un susseguirsi casuale di note, ma ogni pezzo al
suo posto, come in un puzzle. Il
talento, l’istinto e la passione, tre qualità per un eccellente musicista o
chef. Geni pochi, professionisti tanti, appassionati tantissimi, incompresi (a
giusta ragione o meno) un mare. L’importante
è avere rispetto, per la musica e per la cucina, ovviamente. Uno chef dovrebbe essere compositore,
arrangiatore ed esecutore, soprattutto perfezionista, aggiungerei. Suonare per
il grande pubblico, per una cerchia di intenditori, per qualche amico e,
soprattutto, per se stesso. Richiesta una forte dose di vanità. E, aggiungerei
ancora, una fortissima dose di permalosità, con un ego grande così,
assolutamente indispensabili. Comporre
per dar piacere e darsi piacere. Cucinare è una favolosa arte accessibile a
tutti. Chi la usa per sopravvivere, chi per conquistare la sua preda, chi la
preferisce addirittura al mangiare stesso, scegliendo di nutrire le anime e i
corpi altrui. Ebbene si, la cucina pasce anima e corpo, che meraviglia. E, come
nella musica, i generi cambiano negli anni in base alle mode, alle evoluzioni storiche,
ai momenti di esaltazione o depressione sociale. Classica, fusion, pop, hard, è sorprendente la vicinanza, la
quasi contiguità tra musica e cucina, quasi come due facce di una stessa medaglia.
Mai bistrattare o maltrattare questa
meravigliosa arte della trasformazione degli ingredienti, soprattutto mai farlo
davanti a chi, professionista o semplice appassionato, ne fa una ragione di
vita. Non ve lo perdonerebbe mai.
E allora, musica, chef!
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